Un biopic sincopato come la sua musica. Miles Ahead è l'appassionato omaggio al grande Miles Davis firmato da Don Cheadle. Un biopic musicale che ha avuto una lunghissima preparazione e che per anni ha rischiato di non vedere la luce. I problemi produttivi erano tali che a un certo punto Don Cheadle ha deciso di ricorrere al crowfunding per raccogliere i fondi mancanti e poter dare il via alla produzione. I sostenitori della star, che a breve vedremo in Captain America: Civil War ancora una volta nel ruolo di War Machine, hanno risposto all'appello e sono stati raccolti oltre 370.000 dollari. "Miles Davies era favorevole alla musica sociale e alle collaborazioni con altri artisti, perciò credo che il nostro metodo di raccolta fondi gli sarebbe piaciuto" commenta Don Cheadle.
In Miles Ahead si intrecciano due diverse epoche della vita di Miles Davies. Il film si apre con il trombettista solo e disperato, chiuso nel suo appartamento e stordito dalle droghe che rimpiange l'amore perduto, la ballerina Francis Taylor. Ossessionato da un nastro che contiene le sue ultime composizioni, su cui il boss di uno studio vuole mettere le mani, il trombettista viene stanato da un giornalista di Rolling Stones (interpretato da Ewan McGregor) che vuole scrivere un pezzo sul suo ritorno sulle scene. In flashback riviviamo l'epoca della massima creatività del musicista, impegnato nella registrazione di Porgy and Bess e nella tempestosa relazione con Francis.
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Un biopic che risuona come Miles Davis
Don Cheadle definisce il biopic su Miles Davies "un'impresa titanica" portata a termine grazie al contributo della famiglia del musicista e in particolare del figlio, presente a Berlino. "Ho scelto di concentrarmi sugli anni '60 perché Miles era caduto in una crisi creativa. Come è possibile che un autore così prolifico, così innovativo, capace di rinnovare la musica a tale livello a un certo punto cessi la propria attività? Cosa si è spezzato dentro di lui? Questo momento mi ha fornito le basi per costruire sopra una sceneggiatura adeguata, usando il mio medium nello stesso modo in cui lui usava il suo. Io non volevo fare un film su Miles Davis, volevo fare un film che suonasse come Miles Davis, esplosivo, eccitante, impressionista e libero. Non volevo fare qualcosa riducibile a un documentario".
L'attore, regista e produttore di Miles Ahead ha cercato di calarsi nel personaggio nella maniera più metamorfica possibile, adottando il linguaggio colorito che il trombettista era solito utilizzare. Cheadle spiega: "Miles usava il termine motherfucker per tutto. Per la musica, per le persone, questa parola includeva tutto il suo humor. Ho provato a rubare a tutti coloro che lo conoscevano per ricreare la sua vitalità. Tutti i personaggi che appaiono nel film, in realtà, sono diverse personalità di Miles. Junior è il soprannome che Miles aveva quando lasciò la Juilliard, quindi abbiamo cercato di trovare un personaggio che fosse vicino a lui e lo seguisse passo passo nell'evoluzione".
Quando la musica detta la drammaturgia
Dovendo dirigere un biopic musicale, Don Cheadle si è trovato di fronte il problema della scelta dei brani. La quantità di musica che aveva a disposizione era molto vasta e nonostante la mancanza dei diritti gli abbia impedito di avere accesso a buona parte del catalogo, il regista e interprete si è trovato ugualmente a dover tagliare molti brani. "La prima canzone che sentiamo quando Miles sale sull'ascensore è Miles Ahead. A volte il soggetto si sposa perfettamente con la musica, detta la drammaturgia. Per me è stata centrale, ho cercato di dar vita a una sceneggiatura che valorizzasse ogni singolo aspetto della storia, che fosse fedele al personaggio. Tutti gli attori del film, per me, sono stati come membri di una band".
Interpretando un musicista del livello di Miles Davis, era inevitabile per Don Cheadle imparare a suonare la tromba. Ovviamente l'attore non ha raggiunto livelli eccelsi, ma è riuscito a portare a termine l'impresa di sembrare credibile nel film e confessa di continuare "a esercitarmi ogni giorno. Purtroppo non ho più potuto suonare insieme a musicisti del calibro di quelli presenti nel film. Ho avuto la fortuna di formarmi sul jazz quando ero piccolo perché era la musica che ascoltavano i miei genitori ed è diventata la colonna sonora della mia vita. E Porgy and Bess è un album fondamentale perché è teatrale, molto teatrale". L'ultima riflessione è sul montaggio, elemento essenziale di Miles Ahead. Don Cheadle racconta scherzosamente: "Uno dei benefici del dover aspettare sei anni prima di poter girare un film è che hai un sacco di tempo per prepararti. Perciò il montaggio era già pensato nello script. Quando abbiamo iniziato le riprese, conoscevamo già le transizioni e l'uso che avremmo fatto dei flashback. Mi sono preparato pensando a ciò che ho imparato da tutti i grandi registi con cui ho lavorato. Dopo aver carpito i loro segreti, sul set ho solo cercato di concentrarmi e pensare a Miles".