Musica in serie: le 10 migliori playlist delle serie Netflix

La musica gioca un ruolo imprescindibile, soprattutto nel campo delle serie TV: abbiamo selezionato le 10 migliori playlist dal catalogo Netflix.

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The Eddy: Joanna Kulig in una scena della serie

È un'accompagnatrice capace di scavare nel profondo la musica. Un continuum, un magma ininterrotto che fa capolino in maniera costante sulla scena. Adrenalinica, romantica, è un prisma di emozioni la cui presenza - o assenza - prende per mano le immagini che accompagna enfatizzando, o ribaltando, ogni significato nascosto, o parola sussurrata, urlata. È un fossile di note che custodisce ricordi e memorie di scene amate, impresse nella nostra mente, pronte a ripresentarsi in tutta la loro forza per un ritornello, un'intro. Mai come in questi ultimi anni i nostri sguardi amano immergersi nelle storie narrate in produzioni seriali, la cui qualità visiva viene ampiamente rafforzata da raccolte di brani più o meno conosciuti capaci di scorgere il fulcro empatico della scena di riferimento, enfatizzandolo. La musica funge da sottolineatura emotiva, si amalgama all'universo che avvolge diventando impercettibile, una parte significativa e integrante, senza ridursi mai a mero tappetino sonoro. Ma quali sono le migliori raccolte di brani che rendono uniche le scene che tanto amiamo? Scopriamolo insieme, con le 10 migliori playlist delle serie TV Netflix.

1. Summertime

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Summertime: Coco Rebecca Edogamhe e Giovanni Maini in una scena della serie Netflix

L'estate ha un suo odore. Quello di sudore, sabbia e acqua salata. Ha il gusto di gelato, di panini mangiati velocemente e di drink da bere sulla spiaggia. Ma l'estate ha anche un suono, quello di colonne sonore dalla potenza mnemonica impressionante. Summertime, teen-drama tutto italiano ambientato sulle spiagge di Cesenatico, ha saputo non solo narrare la nascita di amori estivi più o meno duraturi, ma è riuscito a raccogliere brani della sfera indie perfettamente abbinabili agli animi e agli umori vissuti sul piccolo schermo. Una playlist irresistibile che si impreziosisce di canzoni passate, riverberanti il carattere della protagonista Summer, che all'estate di giochi e spensieratezza, antepone le responsabilità di una piccola donna (o almeno, queste erano le sue iniziali intenzioni). E così ai brani di Francesca Michielin, Salmo ("Estate dimmerda"), Coma_Cose ("Mancarsi"), Giorgio Poi e Frah Quintale ("Missili") si affiancano classici italiani e stranieri come "Il cielo in una stanza", "Tangled Love", "I like Chopin".

2. Mindhunter

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Mindhunter: i protagonisti in una foto della seconda stagione

I bagagliai si aprono e ogni mistero avvolge come per magia i detective Holden Ford (Jonathan Groff) e Bill Tench (Holt McCallany). Basata sul romanzo scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas, Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano, Mindhunter è la summa perfetta dello stile autoriale di David Fincher. Ogni sua cifra stilistica compare sullo schermo in tutta la sua forza, trascinando nella mente degli assassini i propri spettatori. A fare da trainante è una raccolta musicale capace di enfatizzare ogni indagine, o sottolineare ogni colpo di scena, tra urla soffocate e sguardi perturbanti. E così, le musiche dei Talking Heads, dei TOTO, Led Zeppelin e David Bowie scorrono silenti in questa giostra psicologica, colpendo con la forza delle loro chitarre elettriche lo sguardo dei propri spettatori lasciandoli a bocca aperta.

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3. After Life

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After Life 2: una scena della sere Netflix

Ritornare a vivere, o almeno provarci. Tony, il protagonista di After Life, serie scritta, diretta e interpretata da Ricky Gervais, se lo ripromette ogni giorno. Inspirare ed espirare, far entrare dentro di sé ogni giorno, tenendo stretto il ricordo della moglie senza farsi sopraffare dalla sua mancanza. Ogni semplice dettaglio non è mai lasciato al caso, ma studiato, scelto accuratamente. E così, anche una semplice canzone, fa la sua comparsa in scena per travolgere emotivamente lo spettatore, scavando ancor più profondamente di quanto già compiuto dalle parole, o dalle immagini che scorrono in primo piano sullo schermo. Se l'acume emotivo lo raggiungiamo alla fine della seconda stagione con "Passing Afternoon" di Iron & Wine, a fare da amplificatore di sentimenti e turbamenti ci pensano, nel corso degli episodi, le voci di David Bowie ("Can you hear me"), Billy Joel ("And So It Goes), Sufjan Stevens ("The Only Thing") Cat Stevens ("Lilywhite") e George Ezra ("Angry Hill").

4. Sex Education

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Sex Education: Asa Butterfield con Emma Mackey in una scena della serie

L'adolescenza, i problemi interpersonali, i dubbi sessuali, le paure, i tormenti e il sovraccarico emozionale che un periodo delicato come quello narrato da Laurie Nunn con Sex Education non sarebbero stati gli stessi senza l'abilità interpretativa dei suoi attori, ma soprattutto della playlist musicale scelta per ogni occasione. Variabile ed eterogenea, proprio come diversi e tutti unici sono i caratteri dei protagonisti, la raccolta musicale va a soddisfare ogni gusto musicale dei propri spettatori. Mai banale, ma abile a scoprire nuove sonorità e proporre brani non sempre conosciuti al grande pubblico, con la propria playlist i realizzatori hanno saputo affiancare alla voce di Sufjan Stevens ("Mistery of love", già apprezzata in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino), quella dei The Velvet Underground ("Pale Blue Eyes), T. Rex ("Cosmic Dancer"), Fleetwood Mac ("Everywhere") per accompagnare con delicatezza ed energia le vite di questi ragazzi e dei loro genitori, tra problemi così veri, così universali, così umani.

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5. Tredici

Tredici: Michele Selene Ang e Justin Prentice in una foto della serie
Tredici: Michele Selene Ang e Justin Prentice in una foto della serie

Sin dal momento del suo rilascio, Tredici si è affermata come un caso mediatico. Tutti ne parlavano, tutti erano ossessionati da Hannah Baker e dalle sue tredici musicassette. Un caso fitto di misteri, rivelazioni e cliffhanger capaci di attrarre milioni di spettatori da tutto il mondo. Sebbene con meno mordente rispetto alla prima stagione, il lascito della serie creata da Brian Yorkey, basata sul romanzo 13 di Jay Asher, ha continuato a raccogliere consensi dal proprio pubblico, complice anche un'accurata selezione musicale che affianca ai grandi della musica (The Cure, Joy Division) artisti amati da un pubblico più giovane. Uno scambio reciproco di sonorità che ha permesso di conoscere brani poco conosciuti, imprimendo al contempo nell'immaginario collettivo scene già divenute cult come quella del ballo di fine anno con in sottofondo "The Night We Met" di Lord Huron.

6. The Eddy

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The Eddy: André Holland e Amandla Stenberg in una scena della serie

È una serie che ti prende per mano, ti sussurra nell'orecchio, per poi lanciarti al centro del palco lasciandoti andare. The Eddy è una dichiarazione d'amore al jazz, alla sua abilità di strappare un sorriso anche quando tutto intorno è buio pesto, lutto, amarezza. Nel corso degli otto episodi si sente la mano e il cuore di Damien Chazelle. Il suo spirito, come sottolineato dalla nostra recensione di The Eddy, aleggia anche quando la macchina da presa è lasciata in eredità ad altri ottimi registi come Laïla Marrakchi, o Alan Poul. I loro obiettivi trattengono ogni emozione, rilasciandola in tutta la loro potenza sull'onda della musica.

The Eddy, Glen Ballard: "È una serie sulle persone che suonano il jazz, non sul jazz"

7. Stranger Things

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Stranger Things: Mollie Bobby Brown, Sadie Sink, Finn Wolfhard, Noah Schnapp e Caleb McLaughlin in una scena della terza stagione

Stranger Things, ovvero gli anni Ottanta in tutta la loro potenza e sfumatura. Dai rimandi cinematografici aleggianti di mistero e coming of age, fino alle acconciature più bizzarre e ai vestiti più sgargianti, a dare manforte a questo revival di anni passati ci pensa anche la musica. Una galleria nostalgica che ti prende e, come una Delorean in formato musicale, ti lancia spedita verso un decennio passato e adesso pronto a ripresentarsi, sottolineando le atmosfere vissute dentro e fuori dallo schermo. I TOTO, gli Smiths, passando per i The Clash, David Bowie e i Joy Division sono guide imprescindibili in questo viaggio pronto a lasciare a bocca aperta i protagonisti e, con loro, i propri spettatori.

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8. SKAM Italia

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SKAM 4: Sana nella quarta stagione della serie

Eva, Giovanni, Filippo, Silvia, Federica, Martino, Niccolò e Sana sono tornati, e con loro la quarta stagione di SKAM Italia, rilasciata in contemporanea su Netflix e TIMvision. Con loro torna anche una colonna sonora capace di rafforzare sia la storyline principale (nel caso della quarta stagione, tutta dedicata a Sana), che le altre sottotrame, compenetrandole di adrenalina, dinamismo, commozione e romanticismo. E così, se a sdrammatizzare la situazione ci pensano Elettra Lamborghini ("Pem Pem") e Myss Keta ("La casa degli specchi"), a far tirare sospiri d'amore e nostalgia arriva Gazzelle con "Non sei tu". Della colonna sonora di SKAM Italia 4 fanno parte anche successi internazionali come "Somebody that I used to know" di Gotye, "Boys" di Lizzo, e "Melody Maker" della band indie rock britannica The Kooks.

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9. Love

Love: una foto dei protagonisti Gillian Jacobs e Paul Rust
Love: una foto dei protagonisti Gillian Jacobs e Paul Rust

L'amore secondo Judd Apatow, Lesley Arfin e Paul Rust. La sua nascita, le restrizioni, le difficoltà di accettarlo, e poi la sua esplosione tra continui alti e bassi e nessuna retorica. Ad accompagnare la relazione tra Gus (Rust) e Mickey (Gillian Jacobs)in Love è una playlist variegata corredata da brani originali composti da Lyle Workman, ad altri resi noti dai Beastie Boys ("Ch-Check It Out"), Jamie xx ("Gosh"), Karen O ("Ooo") e Calvin Harris ("My Way"). Un'esplosione di suoni e melodie generante un universo intimo, unico, realistico, a cui lo spettatore è chiamato ad assistere in silenzio, rispecchiandosi tra litigi, abbracci e baci bagnati da lacrime.

10. Peaky Blinders

Peaky Blinders: Cillian Murphy in una foto di scena della serie
Peaky Blinders: Cillian Murphy in una foto di scena della serie

Che la playlist offerta da una serie come Peaky Blinders sia un qualcosa di difficile da dimenticare, lo mette subito in chiaro la sua sigla. La voce sensuale di Nick Cave irrompe sullo schermo con la sua "Red Right Hand", trascinando lo spettatore tra i vicoli e le ampie dimore di una Birmingham criminale dominata dagli ordini dei Peaky Blinders. L'accostamento tra ambientazioni d'epoca e brani contemporanei è un contrappunto struggente ed emotivamente trascinante, capace di veicolare con maggior profondità ogni singolo significato, o specifico sentimento, insito nella scena. Un riverbero del passato sulla superficie del presente. Perché il volere dei Peaky Blinders non avrebbe vantato la stessa forza timorosa se ad accompagnarli non ci sarebbero state le voci di Jack White ("Love is blindless"), Alex Turner e dei suoi Arctic Monkeys ("Do I wanna Know") dei Queens of the stone age ("Burn The Witch"), o P.J. Harvey ("To Bring You My Love" e "This Is Love").