Basti pensare ai personaggi che ha interpretato agli inizi della sua carriera cinematografica, come quello del fidanzato ingenuo di Juno o dell'impacciato adolescente in Suxbad - Tre Menti sopra il pelo, senza menzionare l'esordio seriale nello show epocale Arrested Development, per capire che in Michael Cera c'era già l'unicità necessaria per entrare nel mondo di Wes Anderson. Era solo una questione di tempo prima che fosse notato dal regista de I Tenenbaum e l'occasione si è presentata, per Cera, con La trama fenicia, arrivato al cinema dopo il passaggio a Cannes.
Incontrato proprio durante la rassegna francese, in meritato riposo dopo la fine delle riprese di The Running Man di Edgar Wright, con cui aveva già lavorato per Scott Pilgrim vs The World, Michael Cera non ha solo raccontato l'avventura con Wes Anderson e il suo personaggio nel film, il norvegese entomologo Bjorn, ma è tornato con la memoria ad alcuni dei ruoli più memorabili: George-Michael Bluth in Arrested Development e Nick in Nick e Norah - Tutto accadde in una notte.
Intervista a Michael Cera

Com'è stato entrare nell'universo di Wes Anderson? Cosa ti eri immaginato e cosa è successo?
"Mi ero immaginato un ambiente di lavoro molto gioioso e amichevole, e così è stato. Ero anche affascinato e curioso di vedere come Wes avrebbe effettivamente realizzato questo film, dopo averlo letto. C'erano così tanti mondi nella sceneggiatura e nel film che stava costruendo, ed ero entusiasta di poter essere lì ed assistere alla loro costruzione".
Anderson ha dichiarato che sei stato tu a inventare l'accento, i modi e l'aspetto di Bjorn. È vero?
"Nella mia mente, il personaggio era già molto ben definito nella scrittura. Il personaggio è scritto come un entomologo norvegese, quindi era quasi scontato per me che avesse un accento. Ma quando ne ho parlato con Wes, questo non era ciò che lui aveva davvero visualizzato nella sua mente, anche se l'aveva scritto così. Abbiamo dovuto lavorare insieme per capire come quell'accento avrebbe influenzato l'equilibrio generale del film, la storia e come quel personaggio avrebbe funzionato all'interno del gruppo".

In un certo senso interpreti due personaggi in uno. Entrambi sono romantici.
"È vero, in modi diversi. Non credo mi sia permesso entrare nei dettagli o fare spoiler, è difficile parlarne senza rivelare troppo. Ma comunque, penso che siano entrambi innamorati e completamente affascinati da Liesl (Mia Threapleton) fin dal primo momento in cui la incontrano".
Si può dire che con Zsa-Zsa Korda di Benicio Del Toro e Liesl, Bjorn forma un trio quasi famiglia?
"In un certo senso sì, a un certo punto diventano davvero una piccola famiglia. Succede questo: diventano una piccola unità, un piccolo sistema che funziona piuttosto bene. Amo quell'aspetto del film, e mi piace che, anche se c'è una rottura nella fiducia tra di loro, riescono a superarla perché c'è molto amore. Mi piace in particolare che il personaggio di Benicio riesca a guardare oltre quella frattura, quella perdita di fiducia, e permetta comunque a quest'uomo di entrare nel suo cuore. Trovo che sia un aspetto molto tenero della storia".

Il Club degli attori di Wes Anderson
Ho letto che avete fatto molte prove e che avete creato un "Lunch Club".
"Penso che sia una cosa tipica delle produzioni di Wes. Ha questo "lunch club", un'idea meravigliosa che non avevo mai visto altrove. È un modo di lavorare fantastico. Normalmente, nella maggior parte delle produzioni, quando arriva l'ora di pranzo tutto si ferma, e serve molta energia mentale e fisica per far ripartire tutto dopo. Vuoi fare un pisolino, spegnere il cervello per un'ora. Torni nel tuo trailer, mangi qualcosa e poi vuoi solo sdraiarti. E poi bussano alla porta e ti dicono: "Si torna a lavorare", e tu hai solo un bisogno disperato di un caffè. Ma con Wes, si mangia proprio accanto ai set per 15 minuti, si chiacchiera mentre si prepara la prossima scena, e poi si torna subito a lavorare. Quindi non c'è praticamente nessun calo. Vorrei che tutti facessero così. Wes ha trovato molti modi per aggirare tutto ciò che rallenta una giornata di riprese. I suoi set scorrono fluidi, ha davvero perfezionato il processo".
Avete girato ai Babelsberg Studios in Germania?
"Sì, dove è stato girato Metropolis. Lì senti che sei circondato dallo spirito della storia del cinema.Credo che sia forse tra i primi studi cinematografici della storia. Penso che Murnau girasse lì i suoi film muti, ed è davvero affascinante. C'è un vero senso di tradizione cinematografica, ed è perfetto per Wes, che è un vero cultore. E penso che lì ci sia addirittura un teatro di posa adesso a suo nome, il Wes Anderson Building".
Pensi che esista un tipo di attore "alla Wes Anderson"? Lui tende a richiamare spesso gli attori con cui ha lavorato.
"Penso che gli piaccia avere intorno persone con cui si sente a suo agio e che portano l'energia giusta nel lavoro, il giusto entusiasmo e spirito. È qualcosa che vedo in tutte le persone con cui collabora. Immagino che non inviterebbe qualcuno a tornare se quella persona non fosse felice di essere lì, o non mettesse cuore e impegno nel lavoro come fa lui. Questo accomuna tutti i suoi attori".
Da Arrested Development ai piccoli film indimenticabili

Riesci ad individuare il momento in cui hai preso la decisione che ti ha portato dove sei ora nella tua carriera?
"Per me, dato che ho iniziato da bambino, non era affatto scontato che sarei riuscito a continuare a fare questo lavoro. Non era chiaro. Penso che la più grande opportunità, quella che ha davvero determinato il percorso che ho intrapreso, sia stata ottenere il ruolo nella serie Arrested Development, quando avevo 13 anni. Anche perché sono canadese, e questo era un lavoro negli Stati Uniti. Quando sei in Canada, è molto difficile ottenere un ruolo negli USA, devi avere un visto, è complicato per una produzione assumere un canadese. È molto più facile assumere un americano. Quindi è stata una grande fortuna, ed essere supportato da Mitch Hurwitz, il creatore della serie, è stato fondamentale. Quella serie, la sua qualità, la qualità delle persone che ci lavoravano, della scrittura... è stata un'opportunità incredibile, un'esperienza di apprendimento straordinaria per me e anche per Alia Shawkat, che interpretava mia cugina. È difficile immaginare che la mia carriera avrebbe avuto lo stesso percorso se non fosse stato per quella serie. Per me è stata una grande occasione".

Leggevo dei commenti sul profilo Instagram di Kat Dennings e ho scoperto che ci sono tante persone affezionate a Nick & Norah - Tutto accadde in una notte. Lo sapevi?
"Non lo sapevo. È una bella cosa, voglio dire... a fare quel film è stato un regista davvero brillante, Peter Sollett. Aveva già realizzato Raising Victor Vargas, prima di Nick & Norah, ed è un film eccezionale. Ad essere onesti, il mio ricordo su Nick & Norah è che fosse un set un po' affollato. Troppe persone, che ovviamente avevano le migliori intenzioni - nessuno cerca di rovinare un film, ovviamente - però c'è un punto in cui ci sono troppi cuochi in cucina. E credo che sarebbe stato meglio lasciare a Peter un po' più di spazio per permettergli di rischiare, senza soffocarlo. Era il suo primo film per gli studios, voleva fare un buon lavoro ed essere diplomatico. Mi piace com'è venuto il film, ma penso che gli avrebbe giovato di un po' più di libertà creativa, per dare a Peter più margine di manovra".