Il 30 luglio del 1952 giungeva nei cinema statunitensi un film che avrebbe fatto epoca: Mezzogiorno di fuoco, prodotto da Stanley Kramer e diretto da Fred Zinnemann, con Gary Cooper e Grace Kelly interpreti principali.
A distanza di settant'anni dalla sua uscita, Mezzogiorno di fuoco mantiene intatta la propria forza narrativa e racconta tra le righe il periodo nel quale venne scritto dallo sceneggiatore Carl Foreman: quello del maccartismo. Il contrasto a un pensiero differente da quello repubblicano più estremo portò all'estromissione di moltissimi autori hollywoodiani, tra cui lo stesso Foreman, la cui penna non era allineata a ciò che la politica americana reazionaria pretendeva.
Mezzogiorno di fuoco, infatti, non è il classico western nello stile di Ombre rosse o Sfida infernale, due tra i titoli fordiani più importanti del decennio precedente, ma propone una critica evidente all'immaginario collettivo del vecchio West raccontato al cinema, nel quale si descriveva la solidarietà reciproca nelle piccole comunità e l'ottimismo nel progresso che avanzava (sebbene in molte circostanze sulla pelle dei nativi americani). Il protagonista, lo sceriffo Will Kane, viene abbandonato al proprio destino quando si troverà ad affrontare quattro fuorilegge in cerca di vendetta: nessuno, se non la sua giovane moglie, sarà disposto ad aiutarlo.
Di seguito approfondiremo più ampiamente ogni aspetto di Mezzogiorno di fuoco, rendendo omaggio a una pellicola da celebrare.
Un uomo solo
Hadleyville, New Mexico, fine Ottocento. In una calda domenica d'estate, lo sceriffo Will Kane (Gary Cooper) convola a giuste nozze con la fidanzata quacchera Amy Fowler (Grace Kelly). L'uomo è pronto a lasciare il distintivo per dedicarsi a una vita più ritirata con la moglie ma, finita la cerimonia, si diffonde la notizia dell'arrivo di tre uomini, che stanno attendendo il treno di mezzogiorno alla stazione. Sono gli scagnozzi di Frank Miller, un criminale violento che cinque anni prima era stato arrestato per omicidio da Kane e consegnato alla giustizia. Il processo decretò l'ergastolo ma, per ragioni sconosciute, Miller è adesso tornato in libertà, ed è in cerca di vendetta contro lo sceriffo, come gli aveva promesso dopo la condanna.
Nonostante i consigli di molti cittadini e il parere di Amy, Will non abbandonerà la città, anche se potrebbe. Indosserà nuovamente cinturone e pistola e deciderà di affrontare Miller e i suoi, consapevole che quest'ultimo lo inseguirebbe ovunque. Quello che Kane non può immaginare è che, chiedendo aiuto agli uomini del paese per formare una squadra di difesa, non troverà nessuno che lo voglia aiutare: né il suo vice Harvey Pell (Lloyd Bridges), né il giudice Percy Mettrick (Otto Kruger), né altri che in passato avevano collaborato con lui per assicurare l'ordine a Hedleyville. Inizialmente, anche Amy deciderà di partire, non condividendo la scelta di affrontare i banditi. Gli volterà le spalle, infine, anche Helen Ramirez (Katy Jurado), vecchia fiamma sia di Will che di Miller, ma che non è disposta a sacrificarsi per alcuna ragione. Così, allo sceriffo non rimarrà altro che attendere lo scoccare del mezzogiorno...
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L'ombra del maccartismo
Negli Stati Uniti, nella prima metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, accadde qualcosa che viene ricordato con molta riluttanza anche dai repubblicani di oggi. Il senatore Joseph McCarthy fu alla guida di una commissione che intese reprimere le attività che si ritenevano antiamericane e filocomuniste, tanto da portare a termine attacchi personali nei confronti di funzionari governativi, figure della cultura e dello spettacolo (a cominciare proprio dal cinema) e persone di spicco sul piano pubblico. Una vera caccia alle streghe il cui fulcro erano accuse quasi sempre prive di fondamento, ma che estromettevano le persone dall'ambito sociale di appartenenza. Questo periodo, durato qualche anno, sarebbe finito attorno il 1955, quando McCarthy si spinse troppo oltre il proprio recinto accusando anche membri dell'esercito statunitense.
Tra le vittime eccellenti del maccartismo nel cinema vi furono soprattutto produttori, registi e sceneggiatori. Inizialmente, nella "lista nera" figurarono i nomi di Edward Dmytryk, Alvah Bessie, Herbert Biberman, Lester Cole, Ring Lardner Jr., John Howard Lawson, Albert Maltz, Samuel Ornitz, Adrian Scott e Dalton Trumbo. Tra il 1952 e il 1956, anche Carl Foreman fu indicato come simpatizzante comunista e ritenuto uno scrittore da censurare. Proprio nel periodo in cui anche Mezzogiorno di fuoco arrivò nelle sale statunitensi, e avrebbe suggerito un modo differente di raccontare il West.
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Un western rivoluzionario
Uno sceriffo che ha dato tanto alla sua cittadina ma abbandonato al proprio destino da tutti gli abitanti, mentre una banda di criminali ritorna in paese per imporre la propria legge. È possibile notare un evidente richiamo alla situazione che Foreman si trovò a vivere durante la realizzazione della sceneggiatura del film, che riuscì a concludere poco prima di dover lavorare con un nome d'arte e non poter essere accreditato per diverso tempo. L'Oscar ricevuto nel 1958 per Il ponte sul fiume Kwai (condiviso con Michael Wilson) avrebbe rappresentato la rinascita dell'autore, la cui firma aveva comunque già profondamente colpito a Hollywood.
Mezzogiorno di fuoco, infatti, rappresenta un sostanziale ribaltamento della concezione eroica del western americano, fin lì mai in discussione nelle opere di fine anni Trenta e degli anni Quaranta. Oltre a personaggi dotati di straordinario coraggio e capacità di resistenza di fronte alle avversità - ad esempio militari, sceriffi, avventurieri, esploratori - il western classico aveva raccontato la grande generosità delle piccole e grandi comunità, sempre pronte ad aiutare gli uomini di legge nel difendere i valori in cui essi credevano e nei quali si identificavano. In High Noon (titolo originale dell'opera), invece, nessuno si farà avanti. Lo sceriffo Kane non troverà una sola persona che lo possa sostenere nell'assicurare (nuovamente) alla giustizia Frank Miller e i suoi. Chi per paura, chi per nostalgia negli affari che aveva portato avanti con il criminale, chi per antipatia verso lo stesso Will. Tutti avranno una "ragione" per tirarsi indietro e lasciare lo sceriffo da solo a mezzogiorno contro i quattro pistoleri. Non c'è più altruismo, né desiderio di condividere gli stessi principi.
Mentre l'orologio scandisce i minuti che trascorrono (per gran parte del film la narrazione procede esattamente con il tempo che scorre), il dubbio inizierà a pervadere solo Amy, appena sposata ma già posta a dura prova dagli avvenimenti. Da quacchera, lei respinge la violenza e l'uso delle armi: dunque non può condividere che Will riprenda in mano le proprie pistole e i suoi fucili, per lanciarsi nell'ennesimo duello nonostante avesse ormai rinunciato alla stella da sceriffo. Ma l'orgoglio e il senso di responsabilità saranno più forti del sentimento che Kane prova per la moglie. Così, dovrà essere quest'ultima a fare un passo verso di lui, non prima di aver compreso qualcosa che ancora non conosceva dell'uomo con cui si era unito in matrimonio nemmeno un'ora prima.
Se il duello finale è tradizione di ogni western che si rispetti, tutto il percorso narrativo che giunge fino alla conclusione dell'opera rappresenta, dunque, qualcosa di assolutamente rivoluzionario per l'epoca.
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Due protagonisti d'eccezione
Mezzogiorno di fuoco è caratterizzato dalla celebre colonna sonora di Dimitri Tiomkin e, in particolare, dal tema principale, High Noon, conosciuta anche come Do not forsake me, oh my darling, cantata nel film da Tex Ritter e che verrà successivamente riproposta in una nuova versione dall'artista italo-americano Frankie Laine (famoso a sua volta per Quel treno per Yuma del 1957).
Il brano accompagna tutti i momenti drammatici del film: tanto il tormento di Will Kane quanto l'apprensione di Amy Fowler, interpretati magnificamente da Gary Cooper e da Grace Kelly. Cooper è stato uno degli attori più importanti dell'epoca d'oro di Hollywood: più semplicemente, una leggenda del cinema. Candidato cinque volte dall'Academy, dopo la statuetta per Il sergente York (1941) ottenne il secondo Oscar proprio per Mezzogiorno di fuoco, entrando definitivamente nel mito del grande schermo. Il film venne complessivamente nominato in sette categorie, affermandosi anche nel montaggio e proprio nella canzone e nella colonna sonora, due capisaldi del western americano. Le altre candidature andarono al film, alla regia di Zinnemann e alla sceneggiatura di Foreman, che trasse la scrittura dal racconto The Tin Star di John W. Cunningham.
Non venne invece nominata Grace Kelly, che avrebbe vinto l'Oscar nel 1955 per La ragazza di campagna. High Noon fu il secondo film della carriera della splendida attrice americana, che le consentì di ottenere la ribalta di pubblico che l'avrebbe accompagnata in tutte le pellicole cui avrebbe preso parte successivamente, fino al ritiro dalle scene e al matrimonio con il Principe Ranieri di Monaco. Anche per la sua presenza, Mezzogiorno di fuoco è un film assolutamente indimenticabile.