Il maccartismo e il libro nero di Hollywood: storia di una caccia alle streghe

Ripercorriamo il capitolo più cupo nella storia di Hollywood: le liste nere, la "caccia alle streghe" del maccartismo e il braccio di ferro fra cinema e politica.

Sei onesto, resti povero per tutta la vita e finisci col morire assassinato come un cane in un angolo di strada. E perché? Per niente... per un distintivo.

High Noon
Mezzogiorno di fuoco: un'immagine di Gary Cooper

Gli abitanti di Hadleyville si riversano all'improvviso nella strada, poco prima deserta, attorno al corpo senza vita del bandito Frank Miller; nel frattempo Will Kane si strappa di dosso la stella da sceriffo e la getta sdegnosamente nella polvere, per poi salire su un calesse insieme alla moglie Amy e abbandonare la cittadina. Il memorabile finale di Mezzogiorno di fuoco, il capolavoro western diretto nel 1952 da Fred Zinnemann, rimane la perfetta allegoria della sfida più dura che il cinema americano abbia mai dovuto affrontare: la crociata anticomunista che, durante il primo atto della Guerra Fredda, avrebbe trovato nell'industria hollywoodiana il proprio bersaglio prediletto, scatenando quel fenomeno riassumibile nell'espressione proverbiale di caccia alle streghe.

Carl Foreman At Huac 1951
Lo sceneggiatore Carl Foreman davanti alla HUAC

Ripercorrere quel tormentato decennio, che ebbe inizio intorno al 1947, significa rileggere il capitolo più oscuro negli annali di Hollywood, ma di riflesso anche una fase cruciale nell'intera storia sociale e politica degli Stati Uniti: una nazione che, subito dopo aver combattuto i totalitarismi europei ed essersi imposta come la maggiore democrazia del pianeta, sceglieva di mettere un freno alle proprie libertà personali in nome della crociata ideologica contro l'Unione Sovietica. E come tutti i casi in cui la libertà viene messa a repentaglio, i primi avversari da controllare e neutralizzare erano ovviamente l'arte e la cultura... in una parola Hollywood, capitale e fucina della cultura di massa.

La red scare: chi ha paura dei comunisti?

Is This Tomorrow
Un fumetto antisovietico dell'epoca della Red Scare

Le radici della caccia alle streghe affondano al decennio precedente: gli anni Trenta, l'epoca del New Deal e della ripresa economica negli USA, fanno infatti da sfondo ai primi "bracci di ferro" fra le major hollywoodiane e i sindacati delle varie categorie professionali cinematografiche, spesso appoggiate dal Partito Comunista americano. In seguito, tuttavia, l'avvento della Guerra Fredda e la conseguente ondata di conservatorismo che investe la politica statunitense generano un crescente clima di sospetto: il fenomeno della cosiddetta red scare, la "paura rossa", si diffonde a macchia d'olio nel paese, e la HUAC, la Commissione della Camera dei Rappresentanti per le attività antiamericane, comincia a indagare su chiunque sia considerato un simpatizzante del comunismo.

Walt Disney
Un ritratto di Walt Disney

E nell'autunno del 1947, la HUAC focalizza la propria attenzione su Hollywood: l'accusa è che alcuni film americani contengano elementi di propaganda filocomunista o esprimano critiche all'American way of life. A dare man forte alla HUAC sono personalità quali Walt Disney, fra i primi a denunciare potenziali comunisti nell'industria del cinema, e Ronald Reagan, in qualità di presidente della Screen Actors Guild (l'appoggio alla HUAC gli costerà il divorzio dalla moglie, la diva Jane Wyman). A partire dal 27 ottobre 1947, a Washington sono chiamati a comparire di fronte alla Commissione undici "testimoni ostili"; fra questi c'è anche Bertolt Brecht, rifugiatosi negli USA nel 1941, che il giorno dopo essersi presentato davanti alla Commissione fa ritorno in Europa. Gli altri, invece, si appellano al Primo Emendamento e non rispondono ad alcuna domanda: da quel momento saranno bollati come i "dieci di Hollywood".

I dieci di Hollywood e la 'resistenza'

Huac Gary Cooper
La foto di un'udienza della HUAC

Accusati di oltraggio al Congresso, i dieci di Hollywood sono gli sceneggiatori e registi Alvah Bessie, Herbert Biberman, Lester Cole, Edward Dmytryk, Ring Lardner Jr, John Howard Lawson, Albert Maltz, Samuel Ornitz, Adrian Scott e Dalton Trumbo: le prime vittime di una caccia alle streghe che, da quel momento, provocherà effetti devastanti sulle libertà civili dell'intera nazione. La Screen Actors Guild vota per far rilasciare ad ogni iscritto al sindacato attori la dichiarazione di non essere un comunista, mentre il 25 novembre Eric Johnston, presidente dell'associazione dei produttori, dichiara in un comunicato stampa che i dieci di Hollywood sarebbero stati licenziati o sospesi senza stipendio, e che nessun produttore li avrebbe riassunti fin quando non fossero stati prosciolti da tutte le accuse. La "lista nera" diventa ufficiale e Hollywood rinuncia alla propria indipendenza.

Hollywood Ten
Una foto di gruppo dei dieci di Hollywood
Hollywood Protests Huacs Actions
Lauren Bacall e Humphrey Bogart alla guida di una manifestazione contro la HUAC

Non tutti, però, si piegano all'inquisizione messa in atto dalla HUAC: per sostenere i dieci di Hollywood, i registi John Huston e William Wyler, l'attrice Myrna Loy e lo sceneggiatore Philip Dunne fondano il Comitato per il Primo Emendamento, di cui entrano a far parte personalità del calibro di Lucille Ball, Joseph Cotten, Bette Davis, Melvyn Douglas, Henry Fonda, Judy Garland, Ira Gershwin, Sterling Hayden, Paul Henreid, Katharine Hepburn, Lena Horne, Gene Kelly, Burt Lancaster, Groucho Marx, Vincente Minnelli, Edward G. Robinson, Frank Sinatra e Billy Wilder. Volto-simbolo del Comitato è Humphrey Bogart, che insieme alla moglie Lauren Bacall si reca a Washington per manifestare contro la HUAC. È il primo atto della 'resistenza' di Hollywood in difesa della libertà d'opinione e d'espressione: il segnale di speranza che precede un'amara disillusione.

L'ultima parola: la vera storia di Dalton Trumbo, il comunista di Hollywood

Che la caccia abbia inizio: le liste nere e il maccartismo

Johnny Guitar Sterling Hayden
Sterling Hayden in un'immagine del film Johnny Guitar

Il contrattacco, infatti, sarà immediato: un quotidiano rivela che Sterling Hayden è stato affiliato al Partito Comunista e l'attore, minacciato dall'FBI, decide di cooperare con la HUAC. Nella sua autobiografia, Hayden scriverà con rimorso: "Non penso che abbiate la più vaga nozione del disprezzo che ho nutrito per me stesso dal giorno in cui ho fatto quella cosa". Il Comitato viene sciolto e Humphrey Bogart, per non danneggiare la propria immagine, pubblicherà un articolo dal titolo emblematico: I'm no Communist. È la pietra tombale sul tentativo di resistenza nei confronti di una caccia alle streghe che, da lì in poi, mieterà un numero impressionante di vittime, mentre varie associazioni della destra ultra-conservatrice sfruttano la paranoia anticomunista per avventarsi su ogni "persona non grata" e dare in pasto al pubblico le proprie liste nere, talvolta sfruttando le soffiate dell'FBI.

Mccarthy
Una foto del senatore Joseph McCarthy

Ad accentuare il clima di censura e di repressione, non solo nell'ambiente cinematografico e intellettuale, è l'ascesa del senatore repubblicano Joseph McCarthy: presidente di un sottocomitato investigativo del Senato sulle attività antiamericane, nel 1950 McCarthy diventa l'autentico portabandiera della crociata anticomunista negli Stati Uniti, tanto che dal suo nome sarà coniato il termine maccartismo, in riferimento ai cinque anni più cupi nella storia della democrazia americana. A Hollywood, a cavalcare l'onda del maccartismo sono gli alfieri del conservatorismo più reazionario: John Wayne, idolo del western classico, si esprime con entusiasmo sulla pratica delle blacklist, mentre la famigerata cronista di gossip Hedda Hopper, autoproclamata vestale della moralità nazionale, non perderà occasione per alimentare sospetti contro il bersaglio di turno.

Hollywood sotto assedio: dal caso Kazan a Mezzogiorno di fuoco

Limelight
Luci della ribalta: Charlie Chaplin e Claire Bloom in una scena

Accusati di simpatie comuniste, in molti casi chiamati a deporre di fronte alla HUAC e costretti ad avvalersi del Quinto Emendamento per non fare i nomi di altri colleghi, decine e decine di professionisti del cinema vedranno le proprie carriere spezzate o 'congelate' per motivi politici: fra i casi più illustri Dorothy Comingore, John Garfield, Lee Grant, Lillian Hellman, Lena Horne, Kim Hunter, Howard Koch, Dorothy Parker, Edward G. Robinson, Waldo Salt e Michael Wilson. Grandi registi quali Orson Welles, John Huston, Joseph Losey e Jules Dassin abbandonano Hollywood per diversi anni preferendo lavorare in Europa; al britannico Charlie Chaplin, fiero oppositore della HUAC (e già odiatissimo dalla Hopper), viene negato il visto per mettere piede negli Stati Uniti, mentre i suoi film saranno oggetto di feroci boicottaggi.

Brando Kazan
Una foto di Marlon Brando ed Elia Kazan
High Noon 1
Mezzogiorno di fuoco: Gary Cooper e Grace Kelly

Particolarmente controverso è il caso di uno dei registi di punta del cinema americano degli anni Quaranta e Cinquanta, Elia Kazan, da giovane membro del Partito Comunista. Interrogato dalla HUAC nel 1952, Kazan denuncerà otto suoi ex colleghi del Group Theatre che negli anni Trenta avevano aderito al comunismo; una scelta che, nei decenni successivi, peserà non poco sulla straordinaria eredità culturale di uno dei più importanti cineasti di sempre. Pochi mesi più tardi arriva nelle sale Mezzogiorno di fuoco, scritto da uno sceneggiatore, Carl Foreman, che un anno prima si era rifiutato di rispondere alle domande della HUAC (e che infatti sarà ostracizzato da Hollywood): e nella vicenda dello sceriffo Will Kane, abbandonato dall'intera Hadleyville alla mercé dei banditi intenzionati a vendicarsi di lui, è impossibile non leggere un'infuocata allegoria della sorte di tutti quegli individui traditi e lasciati soli dalla loro comunità di appartenenza. Non a caso John Wayne rifiuta la parte di Kane, che varrà a Gary Cooper un Oscar e resterà il suo ruolo più iconico.

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Il crepuscolo del maccartismo

Dalton Trumbo
Una foto dello sceneggiatore Dalton Trumbo

Il 2 dicembre 1954, il Senato condanna con una maggioranza schiacciante l'operato di Joseph McCarthy, disintegrandone la credibilità politica; per McCarthy, è il principio di un collasso psicofisico che nel 1957 lo porterà alla morte, a quarantotto anni. Nel frattempo, la fine del maccartismo segna il crepuscolo della drammatica stagione della caccia alle streghe: sarà un processo lento e graduale, sancito dalla progressiva cancellazione delle liste nere. Nel 1960 Dalton Trumbo viene ingaggiato dal regista Otto Preminger per scrivere la sceneggiatura di Exodus, dramma sulla fondazione di Israele, e il suo nome è inserito nei crediti del kolossal storico Spartacus di Stanley Kubrick, su pressioni del protagonista Kirk Douglas.

Il Prestanome
Il prestanome: Woody Allen in una scena del film

Per Dalton Trumbo, costretto per anni a lavorare in incognito, si tratta della definitiva riabilitazione: l'Academy gli riconoscerà in seguito gli Oscar vinti da due suoi soggetti, Vacanze romane e La più grande corrida, e nel 2015 la sua vicenda sarà il tema del film L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo, con Bryan Cranston nel ruolo principale. Una sorte analoga toccherà a Carl Foreman e Michael Wilson, che si vedranno riconosciuti con ventisei anni di ritardo un Oscar postumo per la sceneggiatura de Il ponte sul fiume Kwai; un altro loro collega vittima delle blacklist, Walter Bernstein, nel 1976 racconterà la propria esperienza di "scrittore nell'ombra" in uno dei più coraggiosi film sull'argomento, Il prestanome di Martin Ritt, interpretato da Woody Allen e da un ex avversario della HUAC, Zero Mostel.

Come eravamo: l'importanza della memoria

Come Eravamo
Come eravamo: una foto di Barbra Streisand

E appunto il cinema, seppure a una certa distanza di tempo, sarà lo strumento con cui Hollywood procederà a un doloroso esame di coscienza, occupandosi di rivisitare gli anni del maccartismo e di riflettere sull'ignobile crociata che aveva minato l'integrità stessa della "fabbrica dei sogni". Se a teatro la caccia alle streghe anticomunista viene descritta già nel 1953, in chiave allegorica, in uno dei classici di Arthur Miller, Il crogiuolo (portato sullo schermo nel 1996 con La seduzione del male), un altro drammaturgo inserito nella lista nera, Arthur Laurents, nel 1973 ripercorrerà le indagini sugli esponenti della sinistra intellettuale e la vicenda dei dieci di Hollywood nella sceneggiatura di Come eravamo.

Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand
Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand
Guilty By Suspicion
Indiziato di reato: Robert De Niro e Annette Bening in una scena

Il capolavoro sentimentale di Sydney Pollack, interpretato da Barbra Streisand e Robert Redford, porta per la prima volta all'attenzione del pubblico di massa questo capitolo della storia americana: la paranoia anticomunista e il timore di finire sulla blacklist sono narrati in Come eravamo in maniera esplicita, senza ricorrere a filtri metaforici. In tempi più recenti, il maccartismo verrà poi raccontato in film quali Indiziato di reato, The Majestic e Good Night, and Good Luck: strumenti per conservare la memoria, preziosissima proprio perché così problematica, dei soprusi, della vigliaccheria, delle privazioni della libertà che rischiano di venire a galla ovunque e in qualsiasi momento. Perfino nel cuore della più grande democrazia del mondo.

Come eravamo: Barbra Streisand e Robert Redford fra amore, politica e nostalgia