E' stata la prima delle anteprime della VI edizione del RomaFictionFest, Hunted, serie prodotta da Kudos per BBC, scritta e diretta dall'americano Frank Spotnitz, noto soprattutto per il suo ruolo nella realizzazione di uno show storico come X-Files, che ha seguito per otto delle sue nove stagioni. La nuova serie debutterà a breve nel Regno Unito, ma noi la vedremo a dicembre su Sky Uno, rete che ospita sempre più anime diverse delle produzioni televisive mondiali, da prodotti indipendenti come questo che ha aperto la kermesse romana, a serie delle major statunitensi, di qualità come Strike Back e Spartacus ed Homeland, ma anche produzioni nostrane come una riscrittura di Gomorra o più da sogno come Diabolik, fino ad un In Treatment all'italiana che coinvolge Sergio Castellitto.
Hunted racconta la storia di un'agente MI-6 che subisce un attentato e, tornata sul lavoro, non sa più di chi può fidarsi. Un ruolo forte e molto fisico che ha richiesto molto lavoro di preparazione a Melissa George, l'attrice australiana che abbiamo già visto in Alias, In Treatment e Grey's Anatomy, ma anche in film come Amityville Horror e Derailed Attrazione Letale, senza dimenticare Mulholland Drive di Lynch, di cui si è anche parlato durante la conversazione con l'attrice. La sua presenza al RomaFictionFest è stata infatti l'occasione per una chiacchierata in cui lei ha potuto dimostrare tutta la sua disponibilità e dolcezza, caratteristiche che la rendono così diversa dai personaggi che interpreta.
Ci racconti come ti sei avvicinata al progetto e che tipo di impegno ha richiesto?
Cercavano Sam Hunter in tutto il mondo. Non era importante di dove fosse, poteva essere francese, inglese, americana, ed hanno finito per scritturare un'Australiana. Vivevo a New York e il mio agente mi ha chiamata dicendomi che aveva il ruolo della vita e che dovevo ottenerlo. Non ho dormito per una settimana, ho incontrato Frank ed ho fatto il provino con lui, sulla scena in cui Sam è nel suo appartamento e mostra la cicatrice ad Adam. Mi sentii così connessa con questa donna, non so bene perchè, forse per i dialoghi, forse per l'azione. Poi ho aspettato tre mesi per una risposta, per sapere se sarei stata Sam Hunter o no. In quei tre mesi mi ero così convinta che avrei avuto la parte che già parlavo come se tutto fosse fatto, continuando a dire che sarei andata a Londra, in Marocco... e gli altri mi dicevano che ancora non l'avevo ottenuta, ma io rispondevo che sarebbe stata mia. Amo così tanto questo personaggio e sarei stata tristissima se non mi avessero scritturata. I combattimenti sono reali, senza cavi o controfigure, ed ho dovuto sostenere un duro allenamento per girarli. E' streetfighting di alto livello, su cui mi sono allenata a New York, una tecnica che si chiama Keysy che usano Bond, Batman e Bourne. La cosa che questi tre hanno in comune è che sono tre uomini, nessuna donna la usava. E' dura, di base è autodifesa. Nella serie ci sono due storyline: da una parte lavora come agente, dall'altra è alla ricerca della vendetta. E' insieme cacciatrice e preda.
Ci dici qualcosa dell'impegno fisica richiesto per questo lavoro?E' stata dura prepararsi fisicamente per questo ruolo che è veramente impegnativo, da questo punto di vista. E c'è voluto moltissimo addestramento, pesantissimo per il fisico umano, in particolare il corpo di una donna. La sfida fisica è stata in assoluto la più pesante e non parlo solo degli allenamenti e della preparazione del ruolo, ma proprio dei rigorosi scontri fisici quotidiani, anche perchè non volevo fare qualcosa di finto, volevo che fosse tutto reale. Nel secondo episodio c'è un combattimento con un uomo enorme, un vero armadio, che era un mercenario addestrato, quindi qualcosa di reale. Lui è arrivato sul set molto dolce e carino, ma io vedevo questo omone grosso e mi sono preoccupata. E' stato qualcosa di dolorosissimo; io volevo che tutto fosse reale, ma lui era veramente grosso e ancora mi fa male tutto. E' l'uomo a cui ho fatto un occhio nero! Ero così presa dal combattimento che per sbaglio gli ho dato un pugno prendendolo di sorpresa, e allora con atteggiamento da ragazzina gli ho chiesto scusa, ma lui ha subito detto "no no, continua, mi piace questa grinta". Abbiamo continuato, ma durante lo scontro vedevo il suo occhio che si gonfiava.
E tu ne sei uscita indenne?
Io avevo escoriazioni ovunque. C'era una donna che era stata assunta per farmi da controfigura solo nel momento in cui questo tizio mi sollevava e mi buttava dall'altra parte, facendomi rotolare sul cemento, perchè il produttore mi avrebbe voluto evitare questo colpo, visto che non mi si vedeva bene. Ma l'uomo era così preso dalla scena che mi ha sollevato e lanciata. Ho fatto un volo di diversi metri che mi ha provocato escoriazioni su tutta la gamba. Ero ridotta a uno straccio.
Un po' eri abituata con Alias?Sì, ma in Alias tutto era più elegante. Questo è un po' un incrocio tra Jason Bourne, Liam Neeson in Io vi troverò e il bullo più grosso che ti capita di beccare a scuola. Non è stato facile. In Alias io e Jennifer Garner e ci divertivamo un sacco. Ho ancora un segno sulla gamba dovuto a uno scontro con lei. Era una scena in cui le lanciavo una sedia, ma lei mi ha detto "ma che ti salta in mente!" e mi ha tirato contro un tavolino che mi ha presa sulla gamba. Ho ancora un avvallamento in quel punto e ogni volta che lo vedo penso a Jennifer Garner.
Più volte ti viene chiesto di tirare fuori il lato selvaggio delle donne. Anche in Grey's Anatomy eri bisessuale. Non ti senti a disagio di tirare fuori il lato oscuro e non ti piacerebbe qualche volta interpretare una Cenerentola?
Oh sì, mi piacerebbe molto, ma nessuno mi darebbe mai un ruolo del genere! Quando ho fatto The Slap ho interpretato il personaggio più controverso, quello meno amato. La mia sfida è stata di prendere gli aspetti che il pubblico non amava e mostrare cosa la rendeva così. Per me questi motivi sono qualcosa di estremamente interessante e so che alla fine l'ho comunicato al pubblico, perchè molti mi hanno detto di sentirsi tristi per lei, di aver compreso il personaggio. Con Sam non è diverso: la madre è stata uccisa, non si sa dove sia il padre, è cresciuta sola ed ha dovuto cavarsela da sola. Perchè dovrebbe essere gentile come Cenerentola? Io sono gentile nella mia vita. Sono calma, un'ottima figlia e sorella, gentile con il prossimo. Come attrice, mi piace interpretare l'opposto di me. Se io fossi cattiva, forse sarei bravissima nella commedia, o farei personaggi dolci, ma ora non sono interessanti per me. Anche in In Treatment, il mio personaggio è adorabile perchè così pazza! Sensuale, dolce, ma completamente pazza. Queste sono le donne che mi piace incontrare nella vita. Questa per me è la vera sfida nella recitazione.
Ci hai parlato sia della sfida fisica che ha rappresentato la serie che quella interiore, che riguarda gli aspetti intimi del personaggio. Cosa ti ha attratto maggiormente quando hai letto la sceneggiatura?
Pianificazione strategica della carriera, il fatto di avere una serie tutta mia. Ma attenti a come riportate questa affermazione, perchè potrebbe essere percepita nel modo sbagliato. Il passo successivo è stato "wow! Che donna! Vorrei incontrarla!" Ma come puoi incontrare una donna così? Diventi lei e la interpreti. Ero attratta dal fatto che avesse così tanto dentro di lei da richiedere diverse stagioni per sviscerarla completamente. Per questo mi piace. Non mi piace la roba normale che si vede in TV, e non sono nemmeno tagliata per interpretarla, perchè vado ai provini e mi scartano subito. Troppo dark. I miei genitori sono così confusi, si dicono sempre "come fa nostra figlia ad interpretare tutto questo? Deve essere qualcun altro!"
Hai interpretato una delle scene più belle di Mulholland Drive. Si sentiva la geniale follia di David Lynch sul set? Eri tu a cantare?Sì, assolutamente! Vi racconto questa storia che è molto bella. Ho deciso di fare l'attrice grazie a I segreti di Twin Peaks ed avrei sempre voluto fare un suo film. E quando mi sono trasferita ad Hollywood, tutto era come un film di Lynch: i ristoranti, i caffè, e mi dicevo "oh mio Dio, sono in un film di Lynch!". E poi ho incontrato l'addetta al casting di Velluto blu e lei mi ha detto "Melissa, mettiti contro quel muro, voglio scattarti una polaroid" e mi disse che era per una sua raccolta. Quando è arrivato il momento del casting di Mulholland Drive, David Lynch ha passato una giornata a sfogliare quel libro di foto ed il giorno successivo è tornato ed ha detto "voglio lei", indicando me. Ho ricevuto una telefonata ed ero in un film di Lynch! All'epoca era una serie TV, che poi ha reso un film, quindi io ho cominciato a dare di matto, mi dicevo Oh Dio, sono in un film di David Lynch!". Quando sono arrivata sul set, mi ha detto "meglio di quanto pensassi!", perchè mi aveva vista solo in foto. Ero così eccitata, sono andata sul set per cantare la canzone che ho imparato da un CD che lui mi ha dato. Lui era in piedi sulla sedia del regista con il megafono e mi urlava "Melissa ti amo! Canta per me!" E io cantavo per David Lynch, non per Mulholland Drive. Per lui. In seguito ero in Indonesia in vacanza ed ho ricevuto una mail da lui che mi diceva "Cara Melissa, sono il tuo buon amico David Lynch. La serie TV è diventata un film perchè... lunga storia!" e mi disse che aveva bisogno di me per girare una scena aggiuntiva. Non puoi dire di no. Sono tornata indietro e lui mi accolta emozionato, non poteva credere che ero tornata indietro facendo ventotto ore di volo per girare quella scena. Sul set c'era questa lunga tavolata con tutti questi suoi amici di Canal+, che gli servivano per riempire i posti a tavola, e mi disse che non avrei dovuto far altro che baciare la ragazza. Che è la mia miglior amica nella vita reale. Mi disse che sarebbe stato incredibile, che avrei amato la scena. Allora ho baciato la ragazza e David, seduto e fumando, non urlava mai "cut!". Noi gli dicevano di interrompere, ma lui insisteva che sarebbe dovuto essere un bacio più lungo.
Tornando ad Hunted ti si potrebbe rimproverare che fai un po' il verso a Jennifer Garner, perchè la storia è simile...
No, non credo. Alias era... quanto? dieci anni fa? Forse se fossero contemporanei... E poi il mio personaggio in Alias era molto diverso. Questo è più una versione HBO di Alias, con più rischi, storyline più cupe, è più un misto tra Bourne e Taken. E' una serie che racconta di una donna a cui hanno ucciso i genitori, che è M-I 6 e va sotto copertura, ma non con le parrucche. Jason Bourne cerca la sua identità, mentre Sam Hunter vuole la vendetta. E' molto diverso da Alias, ma posso capire l'appunto.
Ci racconti qualche aneddoto divertente dal set di Hunted?Non ci sono storie divertenti, ero distrutta! Per me è stata una grande esperienza perchè mi sono trasferita a Londra ed ho cambiato molte mie abitudini. E mi sono divertita molto quando non eravamo impegnati sul set. Non che le riprese non siano state una gioia, anche solo aver a che fare con i britannici è stato stupendo. Penso per esempio ad uno Scozzese meraviglioso che era il mio autista, ma in realtà era il mio psicologo. Non puoi fare un ruolo come quello di Sam Hunter senza essere circondata da persone di cui ti fidi, qualcuno con cui confidarti. Oh le cose che il mio autista potrebbe raccontare, potrebbe scrivere un libro su di me! Era meraviglioso. Durante le riprese di Alias, nelle scene di riepilogo delle missioni, c'era una specie di gioco in cui ognuno aspettava l'errore dell'altro, perchè c'erano questi dialoghi complessi di cui nessuno capiva niente. In Hunted ci sono scene simili, ma tutto era serio e rigoroso... chissà, magari arrivando alla quinta stagione... Però mi viene in mente un aneddoto. Stavamo girando già da quattro mesi e io ero in perfetto atteggiamento da super spia. Giravo per strada guardandomi intorno, pur sapendo benissimo che nessuno mi stava seguendo, era un gioco. Ero da Harrod's e stavo acquistando un vaso ed alla cassa c'era un altro tizio che l'aveva fatto cadere. In una frazione di secondo mi sono piegata al volo e l'ho afferrato ad un centrimetro da terra, poi l'ho rimesso al suo posto con disinvoltura. E mi sono accorta che tutta la fila dietro di me era rimasta a bocca aperta. Il cassiere, che mi conosceva, mi ha chiesto "che stai girando ora?" e io ho risposto: "una serie in cui sono una spia, una che uccide tutti", poi mi sono messa gli occhiali e sono andata via.