Medicus, la recensione: un avvincente dramma storico

La recensione di Medicus, film che racconta la storia di un giovane inglese che sogna di diventare medico e si reca in Persia per conoscere un famoso maestro. Adattamento dell'omonimo romanzo di Noah Gordon, su RaiPlay e Rai4.

Medicus, la recensione: un avvincente dramma storico

In Europa durante il medioevo l'arte medica era stata quasi completamente dimenticata, praticata sommariamente da cerusici vagabondi che rischiavano di essere accusati di stregoneria. Nell'Inghilterra dell'undicesimo secolo Robert Cole già da bambino scopre di possedere un dono straordinario ma al contempo spaventoso, ovvero saper predire la morte delle persone soltanto toccandole e ne prende consapevolezza quando si accorge che la madre è prossima a perdere la vita per un'appendicite.

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Medicus: Tom Payne in un primo piano

Come vi raccontiamo nella recensione di Medicus, Robert ormai orfano decide di seguire Barber, un cerusico errante che gli insegna alcune pratiche medicinali. Trascorrono gli anni e diventato ragazzo il protagonista viene a conoscenza di un certo Ibn Sīnā, un medico che si trova in Persia e che sarebbe depositario di un grande sapere. Robert si prepara così a un lungo viaggio ma per poter essere ammesso alla scuola del luminare dovrà fingersi ebreo: i cristiani infatti non venivano ammessi nei Paesi arabi e qualora la sua identità venisse scoperta rischierebbe la morte. Durante il tragitto nel deserto, il giovane inglese ha modo di conoscere Rebecca, una bella ragazza indigena che diventerà elemento predominante nei suoi pensieri...

C'era una volta

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Tom Payne ed Emma Rigby

Una trama ricca e corposa, da kolossal vecchia scuola, per questo film avventuroso uscito nel 2013 - un po' in sordina nel nostro Paese, dove è stato distribuito direttamente per il mercato televisivo - che altro non è che un adattamento dell'omonimo romanzo di Noah Gordon, primo di una fortunata trilogia incentrata sulle vicende della famiglia Cole. Medicus guarda ai classici del filone, prendendone sia lati positivi che negativi: si respira a tratti un senso di epica, dato anche dalla buona varietà di eventi e dal gran numero di personaggi, ma altrove si nota una parziale superficialità nel tratteggio di un determinato contesto storico, ad uso e consumo di un intrattenimento semplice e immediato, a prova insomma di grande pubblico.

Paese che vai...

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Ben Kingsley è Ibn Sinā

Produzione tedesca che ha fatto sfracelli al botteghino in patria, per due ore e mezza ci accompagna in questo contesto esotico dove ha luogo un'accesa lotta tra religioni, con le tre principali - cristianesimo, islam ed ebraismo - che si ritrovano al centro di un contorto gioco di potere e sospetti, destinato a concludersi con una guerra che lascia spazio al comparto spettacolare dell'ultima mezzora, con un discreto numero di comparse e scene di massa cavalleresche - aiutini digitali inclusi - avvincenti al punto giusto, pur senza mai raggiungere gli apici del genere. Medicus alleggerisce i passaggi potenzialmente più drammatici e controversi con le interazioni tra i personaggi principali, come la scontata love-story tra il protagonista e la bella ragazza di origini arabe e il rapporto di profonda fiducia sia con il maestro Ibn Sīnā - realmente esistito, conosciuto in occidente anche come Avicenna - che con lo Scià Ala ad-Daula, andando alla ricerca di emozioni sì facili ma ad ogni modo adatte all'atmosfera generale dell'operazione.

Uomini e dei

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Olivier Martinez e Tom Payne

Un cast solido ed eterogeneo, che vede nei ruoli principali il giovane Tom Payne, un azzeccato Ben Kingsley nelle vesti del saggio maestro e Olivier Martinez in quelli del tormentato Scià, con tanto di Stellan Skarsgård come guest star, ci accompagna in quest'avventura che va dritta al sodo e senza fronzoli, alla ricerca di quella presunta grandeur che emerge qua e là, nonostante l'evidente dispendio di uomini e mezzi. L'avvolgente colonna sonora che cerca di innalzare il coinvolgimento emotivo nelle fasi clou, i suggestivi paesaggi del Marocco dove hanno avuto luogo la maggior parte delle riprese e la solida regia di Philipp Stölzl - recuperate il suo North Face - Una storia vera (2008) - rendono Medicus una visione avvincente al punto giusto, sicuramente imperfetta ma capace di intrattenere con una certa efficacia.

Conclusioni

Un pizzico di sovrannaturale, lo scontro tra le tre principali religioni monoteiste, una storia d'amore, una guerra alle porte e la sete di conoscenza nel campo medico: di carne al fuoco ve ne è parecchia in questa produzione battente bandiera tedesca, che guarda ai kolossal vecchio stampo nella sua ricerca di un'epica romantica a prova di grande pubblico. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Medicus, ci troviamo di fronte a un film che offre un sano spettacolo a tema, al quale vien facile perdonare alcuni semplicismi nella definizione del contesto storico e della relativa lotta tra fedi e culture, anche poiché alla base vi è l'omonimo romanzo, primo di una trilogia, di Noah Gordon. Un ottimo ed eterogeneo cast e una solida regia blindano una confezione di tutto rispetto, lontana dal capolavoro ma ad ogni modo assai godibile per il target di appassionati.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Buon numero di comparse e budget adeguato.
  • Discreta varietà di situazioni e personaggi, grazie anche all'ottimo ed eterogeneo cast.
  • Epica e romanticismo a prova di grande pubblico.

Cosa non va

  • Parzialmente superficiale nella gestione del contesto storico e culturale.