Neppure Maura Delpero si aspettava di essere la prescelta per rappresentare l'Italia nella corsa agli Oscar, anche se ammette di averci sperato quando sui media ha cominciato a rimbalzare la notizia che dava Vermiglio tra i favoriti. Voci confermate dalla scelta della commissione che ha il compito di selezionare il titolo in corsa per entrare nella shortlist. Tra i diciannove lungometraggi proposti per autocandidatura, in pole position sulla carta c'era Paolo Sorrentino con la sua ultima fatica, Parthenope, che finora ha diviso la critica nei giudizi.
E proprio dopo l'annuncio della scelta di Vermiglio, il regista napoletano ha lodato la decisione definendo l'opera seconda di Maura Delpero "un ottimo film". Lusingata dei complimenti del collega, la regista bolzanina mostra, però, immediatamente di che pasta è fatta nell'incontro con la stampa via Zoom da casa sua chiarendo: "Non dipendo dai giudizi di nessuno. Sono arrivata a fare film tardi e ho un background alle spalle che mi fa tenere i piedi per terra". Poi si lascia andare a un divertente ricordo su Sorrentino, di cui svela il comportamento cavalleresco coi cineasti debuttanti: "L'ho incontrato una volta sola ai David. Ero insieme agli altri candidati per il miglior esordio quando Paolo è passato e ci ha detto 'Adesso tocca a voi, io mi faccio da parte'. Ovviamente lo spazio è tutto suo, ma con noi è stato gentile".
Una strategia distributiva vincente
L'anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia e il Gran Premio della Giuria hanno lanciato Maura Delpero in un frullatore di eventi, impegni e viaggi che non si fermano, anzi, incrociando le dita potrebbero portare la regia fino a Hollywood per la notte degli Oscar. Nel frattempo lei si dice "stranamente tranquilla" e ammette che forse dipende dalla stanchezza: "Dopo Venezia c'è stata l'uscita del film accompagnato dal tour promozionale e ci sono tanti festival internazionali che mi aspettano, visto che Vermiglio è film più selezionato internazionalmente di quest'anno. E naturalmente c'è l'uscita americana. Quindi per ora penso a una cosa per volta. Adesso mi concentrerò sulla shortlist, se ci arrivo vedremo che accadrà. L'unico dispiacere è che in questo periodo non riesco a vedere film, ma mi parlano molto bene degli altri candidati".
Tra le tante vittorie di Vermiglio c'è la strategia distributiva di Lucky Red che, nonostante le tante richieste, ha scelto di uscire con 25 copie per consolidare il film nella grande città prima di aumentare il numero. Strategia che ha pagato, ottenendo la migliore media per copie del weekend. Chissà se lo stile scarno ed essenziale analizzato nella nostra recensione di Vermiglio colpirà anche l'Academy. "Spero che il film sia apprezzato per il linguaggio specifico. Ha una postura e una integrità molto organica rispetto a ciò che racconta" si augura lei. "Il film non è stato fatto con volontà nostalgica, ma con desiderio di riflettere e guardare indietro per guardare avanti. C'è chi mi ha detto che purifica lo sguardo".
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Il coronamento di un cammino o un nuovo inizio?
Fatto sta che la lunga gavetta di Maura Delpero le ha permesso di arrivare preparata a una eventuale candidatura agli Oscar, forte degli ostacoli che ha dovuto superare per arrivare a fare il mestiere che ama. "Ho sempre lavorato a testa bassa, ma le poche volte che alzavo lo sguardo trovavo penuria di esempi femminili" spiega. "Essendo nata in una società patriarcale le differenze ancora ci sono, ma ai miei tempi era radicata l'idea che stessi scegliendo un lavoro da uomo. Questo mi ha sempre irritato, non trovo che il regista richieda competenze specifiche maschili, raggiungere un traguardo come una candidatura all'Oscar mi renderebbe felice in virtù della fatica che ho fatto".
Delpero ricorda che, quando muoveva i primi passi nell'industria, "il cinema era appannaggio di una piccolissima parte della popolazione mondiale, maschile, bianca, benestante ed eterosessuale. Oggi c'è più diversificazione e da donna di provincia, non provenendo da quell'ambiente, forse me la godo di più". La regista considera il successo di Vermiglio "un bellissimo regalo dopo tutti gli ostacoli che ho incontrato sul mio cammino. So che alla fine quello che conta è continuare a fare la cosa che amo. Magari tra dieci anni cambierò idea, ma il mio obiettivo attuale è andare avanti un po' più serenamente. Per la mia generazione è stata più dura, ma mi auguro per le prossime che la situazione migliori".