"The Studio? Mi sono divertito a interpretare me stesso". Martin Scorsese se la ride di gusto quando parla della sua apparizione nel primo episodio della serie Apple TV+ di Seth Rogen. Uno sguardo satirico quanto innamorato su Hollywood di cui il regista di Quei bravi ragazzi è una delle colonne portanti. Ospite del 71° Taormina Film Festival dove è stato insignito del premio alla carriera, Scorsese ha parlato dei suoi prossimi progetti e degli Stati Uniti di Trump. Ad accompagnarlo sua figlia Francesca, artefice di alcuni video virali su TikTok con protagonista il padre.
Un futuro regista in seminario

Se si guarda alla filmografia di Scorsese è facile notare come molti dei suoi film si poggino su tematiche care a cristianesimo e cattolicesimo. Una fascinazione nata nel regista fin da quando era un bambino. "Soffrivo di un'asma terribile e non potevo fare sport. I miei genitori, membri della working class, o mi portavano al cinema o in chiesa. All'epoca pensare di fare film era una cosa folle che si faceva in California. Così ho scelto il sacerdozio.", ricorda.
"Ma sono durato solo sei mesi in seminario, ho capito che non faceva per me (ride, ndr)", continua il regista. "Mi aveva influenzato l'incontro con un giovane prete, tosto e forte, incontrato alla cattedrale di San Patrizio. Un luogo in cui ho trovato un po' di conforto al tempo".
"Verso la fine degli anni '50 mi ha fatto conoscere la letteratura di Graham Greene, James Joyce, James Baldwin oltre ad alcuni film e un approccio molto diverso al nostro modo di vivere. In casa vivevamo in un mondo vecchio, quello della generazione venuta dalla Sicilia".
I prossimi progetti di Martin Scorsese
Impegnato proprio in questi giorni nel nostro Paese con le riprese di The Saints 2, la docuserie dedicata alla vita dei santi, Scorsese è anche alle prese con un altro progetto che lo impegna fin dai tempi dell'università: un film sulla vita di Gesù. "Ho trascorso la mia infanzia a New York ed ero molto giovane quando nei primi anni '60 ho deciso di fare un film sul Vangelo", ricorda il regista. "Vivevo nei quartieri popolari, nel Lower East Side, e in quel periodo frequentavo la New York University. Eravamo solo circa 30 studenti rispetto alle migliaia di oggi. Pensavo di filmarlo in bianco e nero. Poi ho visto Il Vangelo secondo Matteo e ho detto: 'No, non posso. Mi devo fermare (ride, ndr)'".

"Mi ci vorrà ancora un anno. Mi piacerebbe lavorare dando un approccio più contemporaneo al progetto", prosegue il regista parlando del film. "Ho trovato il libro di Shūsaku Endō, Vita di Gesù, davvero interessante. Potrei basarmi su quello. Mi ci vorranno altri sei mesi per capire come procedere".
Per rimanere nella sfera religiosa c'è anche un altro progetto che sta impegnando Scorsese in questi mesi. Si tratta di Aldeas - A New Story, documentario incentrato sul lavoro di Scholas Occurrentes, l'organizzazione no-profit fondata da Papa Francesco nel 2013 per promuovere la cultura dell'incontro tra i giovani che sarà girato tra Indonesia, Gambia e Italia.
Trump e la divisione netta negli Stati Uniti
Partendo da Gangs of New York con il quale ha raccontato le radici della fondazione della sua città, Martin Scorsese ha poi fatto un parallelo con la situazione socio-politica attuale, anche alla luce delle recenti proteste contro Trump che hanno portato a violenti scontri per le strade di Los Angeles. "La storia si ripete sempre", sottolinea il regista di The Departed. "Qualsiasi nuovo gruppo che si avvicini all'esperimento di democrazia sarà inizialmente oggetto di risentimento perché è considerato diverso. Deve attraversare una sorta di processo di conflitto prima che possa esserci assimilazione".

"La democrazia è in pericolo e la divisione negli Stati Uniti è netta. Questo ricorda il periodo vicino alla guerra civile americana del 1860. Spero che ci voglia solo una generazione per arrivare a sentirsi più a proprio agio gli uni con gli altri. Quando ci sono così tante culture, persone e modi di pensare diversi in una sola città, ci saranno sempre problemi. Forse con la fine di questa amministrazione potremmo raggiungere un equilibrio più favorevole".
"Mi interrogo continuamente su cosa sia la compassione e cosa sia importante nella vita tra gli esseri umani e trovo che non ci sia nulla di tutto questo in chi è al potere", chiosa Scorsese. "Al contrario, sembrano compiacersi nel ferire e umiliare le persone. È triste e tragico. Quando è stato rieletto Trump ho pensato: 'Questa è davvero la fine per la democrazia che conoscevamo'. È costantemente messa alla prova".