Maria Montessori - La nouvelle femme, recensione: Jasmine Trinca e l'emancipazione dietro al Metodo

La vera storia dell'origine del Metodo Montessori non si può raccontare senza approfondire anche la vita personale della dottoressa e pedagogista, interpretata da Jasmine Trinca, su cui si regge tutto il film. In sala dal 26 settembre.

Jasmine Trinca è Maria Montessori

Una delle battute più famose di Nanni Moretti è "le parole sono importanti". Ha ragione: le parole non indicano soltanto le cose, ma rivelano anche l'intenzione con cui ci approcciamo a esse. Ecco perché negli ultimi anni - nonostante i più accaniti avversari del "politicamente corretto" non riescano a parlare di altro se non di censura ogni volta che si affronta l'argomento - si sta ragionando molto sui termini con cui definire le persone. Perché a chi usa certe parole, nel concreto, non succede nulla (e sarebbe disonesto affermare il contrario), mentre chi si sente appellare con termini spregiativi può essere influenzato nell'approccio con gli altri e nella vita quotidiana. Tutto questo per dire che vedendo Maria Montessori - La nouvelle femme, che racconta la vera storia di Maria Monterssori e di come sia arrivata a formulare il "Metodo Montessori", fa malissimo sentire definizioni quali "idioti", "deficienti" e "scimmie ammaestrate" per indicare bambini neuroatipici. Ma che, anche grazie all'impegno di figure straordinarie come quella della protagonista, oggi molto è cambiato.

Maria Montessori La Nouvelle Femme Momento Del Film
Jasmine Trinca è Maria Montessori

Nelle sale italiane dal 26 settembre dopo l'anteprima al Zurich Film Festival, la pellicola di Léa Todorov parte da un'urgenza personale: la regista, figlia del filosofo Tzvetan Todorov e della scrittrice Nancy Huston, ha una figlia neuroatipica, Sofia, a cui Maria Montessori - La nouvelle femme è dedicato. Accanto alla figura della dottoressa e pedagoga, interpretata da una Jasmine Trinca che prende tutto il peso dell'opera su di sé, mette quella di un personaggio di finzione, Lili d'Alengy (Leïla Bekhti, indimenticabile protagonista di Il profeta di Jacques Audiard), cortigiana di Parigi che non riesce ad accettare che la figlia Tina non sia come gli altri bambini.

Sia lei che Maria sono "nouvelles femmes", come sottolinea il titolo, ovvero donne emancipate (almeno per l'epoca), che cercano di essere indipendenti economicamente e intellettualmente. Se non fosse che, per entrambe, la maternità diventa il peso da cui si sentono schiacciate. Per Lili è la condizione della figlia, per Maria è l'imposizione della scelta tra il continuare i suoi studi e sposarsi per dare una famiglia "per bene" al figlio Mario, nato da una relazione extra coniugale con il collega Giuseppe Montesano. Intenzionalmente istruttivo e didascalico, Montessori - La nouvelle femme è allora l'opera perfetta per essere proiettata nelle scuole.

Cos'è il Metodo Montessori

I più giovani probabilmente non sanno di cosa stiamo parlando, ma, quando c'era la Lira, sulla banconota da mille lire era stampata proprio la faccia di Maria Montessori. Tra le prime donne a laurearsi in Medicina in Italia (come mostra il film, non senza difficoltà: fu costretta a studiare anatomia andando nelle aule di medicina legale di notte, perché per l'epoca era impensabile che una donna si trovasse a contatto con un corpo maschile e studiasse insieme a compagni di corso uomini), il suo metodo educativo è stato adottato non soltanto nelle scuole del nostro paese (scuole dell'infanzia, elementari, medie e superiori), ma in quelle di tutto il mondo. Con i suoi studi, la ricerca e l'infinita pazienza (soprattutto nei confronti di chi ha ostacolato e messo in discussione le sue ricerche, come Cesare Lombroso) è un po' come se Montessori avesse cresciuto milioni di ragazzi.

Specializzata in neuropsichiatria, Maria Montessori ha basato il suo lavoro sulla pedagogia scientifica: fino ad allora gli studi sui bambini erano pensati con il punto di vista degli adulti, mentre per effettuare un'osservazione obiettiva dell'oggetto, in questo caso il bambino, appunto, bisognava valutarne il comportamento con parametri diversi, seguendolo nella sua esplorazione attiva dell'ambiente. Insomma non c'è un solo modo per imparare le cose: ogni individuo ha bisogno di stimoli diversi. La bravura dell'insegnante sta nel capire quali siano.

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Jasmine Trinca continua il suo percorso impegnato

Non si può però capire davvero l'origine delle intuizioni di Maria Montessori senza approfondire anche la sua vita. Nel film, Léa Todorov ci mostra quindi la sua costante lotta per le donne (nel 1896 partecipò al Congresso Femminile di Berlino, in veste di rappresentante dell'Italia): era sostenitrice della parità salariale e del diritto di voto. E soprattutto il suo impegno per far sì che le donne uscissero dall'apatia della vita domestica e cominciassero a studiare: la conoscenza è infatti il più grande potere, come si dice nella pellicola.

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Una scena di Maria Montessori - La nouvelle femme

Cuore pulsante di Maria Montessori - La nouvelle femme è, come dicevamo, Jasmine Trinca, che con questo ruolo conferma il suo impegno come attrice. Nella sua carriera non ha mai ceduto a film facili, scegliendo sempre progetti che, in qualche modo, contribuissero al dibattito pubblico. La sua interpretazione è sincera e forte: una scelta perfetta, che dialoga con tutti gli altri personaggi affrontati fino a ora da Trinca che, insieme a Elio Germano, è tra i pochi attori italiani contemporanei a portare avanti battaglie politiche e sociali anche attraverso il proprio lavoro.

Conclusioni

Maria Montessori - La nouvelle femme è intenzionalmente istruttivo e didascalico: è il classico film perfetto per essere mostrato nelle scuole, per far scoprire chi sia stata la dottoressa e pedagoga e come sia nato il Metodo Montessori. Primo film di finzione della regista Léa Todorov, si regge tutto sull'interpretazione di Jasmine Trinca, che, con la scelta dei ruoli, continua il proprio percorso di battaglie politiche e sociali anche attraverso il proprio lavoro.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • L'interpretazione di Jasmine Trinca.
  • L'urgenza didattica della regista, che ha dedicato il film alla figlia Sofia, neuroatipica.
  • La cura per scenografie e costumi.
  • La fotografia di Sébastien Goepfert, che usa spesso luce naturale e a lume di candela.

Cosa non va

  • Si tratta di un film volutamente didascalico, quindi potrebbe non piacere a chi cerca intrattenimento puro.