Margherita delle stelle, la recensione: Cristiana Capotondi, Margherita Hack e un incerto film tv

La recensione di Margherita delle stelle: Giulio Base rivede la figura potentissima di Margherita Hack in un film tv che non riesce ad andare oltre il linguaggio tipico del prime-time. Protagonista Cristiana Capotondi. In onda su Rai1 il 5 marzo.

Margherita delle stelle, la recensione: Cristiana Capotondi, Margherita Hack e un incerto film tv

Margherita Hack è stata tra le donne più influenti, scientificamente e culturalmente, del nostro strano e interessante Paese. Un Paese strano e interessante, sì, almeno dal punto di vista cinematografico. Anzi, audiovisivo. Perché poi una figura come la sua, potentissima, gagliarda, idealista, ribelle (e la lista di aggettivi potrebbe continuare), sarebbe stata perfetta per una narrazione che rispecchiasse totalmente (o in parte) il suo stesso spirito. È la traccia di ogni biopic: un film (film tv in questo caso) dovrebbe infatti essere il riflesso della storia vera che racconta. Allora, se il mezzo in questo caso è quello televisivo, il paradigma finisce per assottigliarsi, e il prodotto in questione deve vigere sotto una trasversalità e un'immediatezza tipica della prima serata (lecito, ma i tempi stanno cambiando, e forse c'è bisogno di altro anche in tv).

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Margherita delle stelle: Cristiana Capotondi sul set del film tv di Giulio Base

Solo che, vedendo Margherita delle stelle, in onda su Rai 1 (disponibile anche su RaiPlay) e diretto da Giulio Base e scritto da Monica Zapelli, Federico Taddia e Cosetta Lagani - ispirato liberamente a Nove vite come i gatti, firmato dalla Hack insieme a Taddia - salta all'occhio quanto ci sia uno sbilanciamento: se la scienziata e divulgatrice viene inquadrata dal regista in una sorta di romanzo di formazione (spunto interessante!), la geografia e la narrazione di Margherita delle stelle confina in poco meno di due ore un viaggio molto più lungo che, inevitabilmente, tocca il didascalismo, la genericità, l'incertezza, visto il materiale a disposizione in relazione con le regole tempistiche e produttive di un film tv. Chiaro, il medium del piccolo schermo richiede moti e tempi stringenti, ma forse il discorso, in relazione a Margherita Hack (stessa cosa in relazione a Franco Califano, come vi avevamo raccontato nella recensione di Califano), poteva puntare più sull'originalità e sulla fermezza, piuttosto che sulla semplice agiografia oggettiva che sì, arriva diretta al pubblico da prime-time, ma che non rende giustizia, né estetica né narrativa.

Margherita delle stelle, la storia vera di una rivoluzionaria

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Margherita delle stelle: Cristiana Capotondi e Flavio Parenti nel film tv

Chiaro: Margherita Hack, come detto, è stata rivoluzione, istinto, passione. Una figura incredibile (qui interpretata da Cristiana Capotondi) di cui, pur non conoscendone i tratti strettamente scientifici, siamo spassionatamente innamorati. Una sportiva (e lo sport le ha fatto capire quanto fosse importate vincere, senza vergognarsi) una che ha rifiutato la dottrina del Ventennio Fascista, una donna nata libera e cresciuta ancora più libera, tra i gatti, le stelle e gli insegnamenti di due genitori meravigliosi (nel film tv interpretati da Cesare Bocci e Sandra Ceccarelli). Questo, in brevissimo, il quadro su cui si sviluppa Margherita delle stelle: l'infanzia a Firenze, la scuola, la Guerra, la Liberazione e l'amore per il mite e Aldo (Flavio Parenti), un uomo che l'accompagnerà in modo sincero ed empatico, e per tutta la vita, verso la sua affermazione come scienziata astrofisica. Una parabola che mette insieme circa cinquant'anni, culminando all'osservatorio di Trieste, del quale diventerà direttrice (in un'Era marcatamente maschile e maschilista).

Un incerto biopic televisivo

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Margherita delle stelle: Cristiana Capotondi e Flavio Parenti nel film tv

Andando ad analizzare il film tv, c'è da dire quanto la mission di raffigurare la Hack fosse complessa e difficoltosa, se la missione in questione sia poi frutto di un prodotto televisivo dalle note il più possibili trasversali. Il punto, però, non è tanto il racconto il sé, che ripetiamo essere oggettivamente interessante, e stimolante se visto tramite la lente del romanzo di formazione. Il punto, invece, sta tanto nella tecnica quanto nello spirito di Margherita delle stelle: Cristiana Capotondi, che non è toscana, fa del proprio meglio tanto nell'accento quanto nella camminata irrigidita tipica della Hack. Prova ad evitare la macchietta, prova ad evitare la mera copia. Tuttavia, la struttura interpretativa, se funzionale nella parte finale dell'opera, cede quanto la Capotondi interpreta Margherita Hack anche all'età scenica dei diciassette/diciotto anni.

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Margherita delle stelle: Cristiana Capotondi e Flavio Parenti nel film tv

Perché non scegliere un'attrice di un'età più consona per la linea temporale in questione (da bambina è interpretata dalla Sveva Zalli), invece che ringiovanire o invecchiare la Capotondi? Il resto, va da sé, è legato poi all'anima della struttura, che subisce appunto il timing ristretto e una messa in scena che non riesce ad essere incisiva, costruendo il racconto tramite le diverse svolte che si legano al viaggio della Hack, di netto riassunte nei dialoghi e nei cambi temporali. Ciononostante, se le epoche sono diverse (ripetiamo, sono circa trenta gli anni ripercorsi dal film tv), la scena è pressoché sempre la stessa, per colori, stile, atmosfera. E fa effettivamente strano pensare che Margherita delle stelle sia diretto dallo stesso Giulio Base, raffinato regista, come dimostra il suo bel A la recherche. Insomma, il biopic tv non viene ben strutturato e pensato, anche se lo scopo perseguito è nobile e giustissimo in relazione alla figura di Margherita Hack. Una figura che deve essere necessariamente raccontata agli spettatori. Soprattutto oggi.

Conclusioni

Parte della vita di Margherita Hack viene raccontata nel film tv Margherita delle stelle, diretto da Giulio Base. La figura della scienziata, fondamentale, viene però riassunta in un'opera poco incisiva, che non si distacca da una didascalia che non riesce a coinvolgere come dovrebbe.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La figura di Margherita Hack.
  • La necessità di raccontare la sua figura.

Cosa non va

  • Spesso didascalico.
  • La Capotondi fa del suo meglio, ma non può interpretare una diciassettenne.
  • Resta in superficie.