Pur avendo ottenuto una grande popolarità grazie alle serie televisive Ultime dal cielo o Friday Night Lights, Kyle Chandler risponde al perfetto identikit dell'uomo della porta accanto. Timido, discreto, affabile, spiritoso. Parla sottovoce e la prima cosa che precisa, quando lo incontriamo alla premere del film Manchester by the Sea a Toronto, è che preferirebbe trovassi tutte le risposte alle mie domande nel pressbook, tanto lo mettono in crisi photocall e interviste.
Nell'acclamato film di Kenneth Lonergan, Chandler interpreta Joe, un uomo che viene prematuramente a mancare a causa di problemi al cuore ma la cui storia viene mirabilmente ricostruita attraverso continui flashback. Al fratello Lee, ruolo che potrebbe valere a Casey Affleck il primo Oscar della sua carriera, spetterà l'arduo compito di prendersi cura del figlio adolescente di Joe, Patrick (Lucas Hedges). Ma c'è un altro lutto con cui Lee dovrà tornare a confrontarsi dopo la morte del fratello. Oltre a parlarci di quanto abbia rappresentato per la sua carriera prendere parte ad un film così applaudito dal pubblico e dalla critica, Chandler si sofferma su Bloodline, produzione Netflix che ha segnato il suo ingresso nella Golden Age della televisione americana.
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Un'offerta irrinunciabile
Che cosa ha pensato dopo aver letto la bellissima sceneggiatura di Manchester by the Sea?
Sono rimasto impressionato. Mi ha commosso. La prima sera l'ho letta due volte e ho chiesto al mio agente di fissare un incontro con il regista per il giorno dopo. È un gran film e io mi sento molto fortunato a farne parte. Non sono molto bravo nelle pubbliche relazioni, che sono importanti in questo lavoro, ma il set è per me ancora una grande fonte di gioia.
Cosa ha reso questo set unico?
Non conoscevo Kenneth Lonergan prima di girare il film. Ho imparato tanto provando e riprovando ma in realtà l'unica cosa che mi veniva richiesta era entrare nel mondo di persone oneste che lui aveva già perfettamente delineato nella fantastica sceneggiatura. È uno scrittore che ha il set nella testa ed è affascinante vedere un regista muoversi con tanta sicurezza e padroneggiare emozioni così forti. Lavorare con lui è stata l'occasione di una vita!
Qual è stata la difficoltà più grande?
Il lavoro sull'accento. Io sono originario di New York. Riprodurre un accento così diverso dal mio come quello di Boston mi spaventava a morte. Avevo paura di non risultare credibile. Non so se per voi europei sia difficile da capire ma per noi americani recitare con un altro accento è come parlare un'altra lingua. Posso dirmi orgoglioso del risultato.
Tutte le famiglie felici si somigliano...
Un'altra famiglia disfunzionale dopo quella protagonista di Bloodline. Ci sta prendendo il vizio?
Guardi io credo che l'unica famiglia che sia realmente disfunzionale sia quella che non lo è!
Il grande pubblico la conosce principalmente per i suoi ruoli televisivi. Crede che oggi sia più facile il crossover dalla tv al cinema e viceversa per un attore rispetto ai suoi esordi?
Le piattaforme sono triplicate da allora e gli attori hanno più possibilità di mettersi in gioco. A fare la vera differenza è il potenziale creativo che gli autori stanno mettendo in campo in quest'ultimo periodo. Rispetto a quando ho cominciato noto sopratutto che oggi c'è più collaborazione nel processo creativo. Bloodline, per farle un esempio, è uno show grandioso ma c'è un grande lavoro dietro al quale tutti gli attori del cast prendono parte attivamente anche prima delle riprese.
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Le fa piacere riguardarsi?
Non ho problemi a farlo, come molti miei colleghi. Non posso dire di aver guardato tutti gli episodi delle serie che ho girato ma sicuramente guarderò e riguarderò Manchester by the Sea.
TV: pro e contro
Le è mai capitato di fare binge-watching?
Sì, è una malattia che colpisce anche me di tanto in tanto (ride, ndr). Mi ricordo che un periodo, quando io e mia moglie abitavamo a Los Angeles, facevo avanti indietro Hollywood-Malibu per recuperarle le cassette di 24. Anche per questo sono felice che ora esista Netflix. L'ultima serie che mi ha appassionato è stata Narcos .
Ma non le mette ansia dover aspettare al termine di ogni stagione dello show la chiamata che la informa se è stato rinnovato o meno?
Più che ansia la definirei frustrazione. Un progetto come Bloodline richiede che tu metta in stand by qualsiasi altra opportunità. I produttori ti dicono che saprai se la serie avrà un'altra stagione tra l'inizio o la fine del mese e guarda caso le notizie arrivano l'ultimo giorno utile o perfino in ritardo. Fortunatamente ho messo da parte un bel gruzzolo anche per i periodi di magra (ride, ndr).
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