Si chiamano Marco, Veronica, Paolo e Sandra e sono i protagonisti la nuova commedia di Angelo Longoni, Maldamore, in uscita nazionale il prossimo 13 marzo con Bolero Film in circa 250 copie; c'è poco da stare allegri per queste due coppie che sperimentano sulla propria pelle i paradossali drammi di un doppio tradimento scoperto per errore. Sono proprio queste 'distrazioni' sentimentali a spingere i quattro a risolvere i problemi della propria vita, complicandola inesorabilmente. Regista teatrale di grandissima esperienza, Longoni ha voluto per il suo sesto lungometraggio un cast ad hoc composto da Alessio Boni, Luisa Ranieri, Ambra Angiolini e Luca Zingaretti, tutti presenti questa mattina nell'incontro che si è tenuto a Roma.
Inevitabile parlare di 'corna', termine che per il regista è quanto mai desueto, soprattutto per definire un'opera che parla anche d'altro. "Le corna sono arcaiche - racconta -, il perdono è invece un elemento fondamentale e in questo film c'è. Non è un caso che il film si chiuda con una frase di Platone secondo cui solo l'amante può giurare il falso e avere il perdono degli dei, perché un giuramento d'amore non ha valore; mi spiego meglio, nel momento in cui la maggior parte delle persone giura, si trova in uno stato emotivo che gli sembra durare per sempre, ma nel tempo le cose cambiano, la vita affettiva delle coppie stabili si trasforma e solo grazie alla maturità si riesce a stare insieme".
Il fattore tempo e la classe media
Per il regista milanese, dunque, l'esperienza che si trovano a vivere i protagonisti è strettamente legata ai cambiamenti che li hanno trasformati nel profondo. Da un lato c'è una coppia travolta dalla routine coniugale, che uno dei coniugi ribalta assecondando la propria indole tra traditore seriale (Zingaretti-Angiolini), dall'altra un uomo e una donna soffocati dalla voglia di avere un figlio, costretti dalle circostante a confessarsi un reciproco tradimento che mai avrebbero ammesso (Boni-Ranieri). "Ho scritto il film perché ho visto l'esplosione di tantissime coppie - aggiunge Longoni - e la cosa più divertente è che quando uno soffre, visto da fuori naturalmente, tutto si trasforma in commedia, diventa ridicolo. Purtroppo il tempo gioca a sfavore delle coppie, ma ha una caratteristica positiva, ci può rendere più maturi e inclini al perdono, capaci di mediazione, pronti a superare le proprie manchevolezze". E di manchevolezze, la classe borghese, ritratta nel film, ne ha da vendere. "Perché la classe media tiene alle apparenze, deve conservare un'immagine di sé e la rispettabilità, maa proprio per questo la trovo molto buffa".
Non drammatizziamo, è solo questione di corna
E a sentire i diretti interessati, non si tratta di un colpo di spugna che tenta di cancellare una macchia indelebile. "Non credo che le corna siano la peggior cosa che possa capitarti in una coppia - rivela Zingaretti -, è grave semmai non aver niente da raccontarsi, non incontrarsi mai realmente, questo è il vero problema. Il film in fondo parla anche della mancanza di controllo sulla propria esistenza". Gli fa eco Luisa Ranieri (sua moglie nella vita, ndr). "I rapporti non devono passare necessariamente per il tradimento, ma in una coppia bisogna reinventarsi, può succedere che uno si distragga e mi piace la chiave di lettura del perdono che il film fornisce; certo, se capitasse a me non so come mi comporterei. Trovo saggio e razionale il percorso che fanno i personaggi. E' sano dire, ricominciamo da capo se ci vogliamo bene". Sulla coppia ha un'idea molto precisa Alessio Boni. "Non credo che l'amore debba essere contrattualizzato, né che abbia bisogno di testimoni, ma ci sono dei matrimoni che io reputo splendidi. Nel caso del film - aggiunge - si parla di una situazione paradossale, così tragicomica da farti ridere, perché sai che potrebbero capitarti, le corna sono trasversali. Ha ragione Luca, anch'io ho più paura della noia, del non dirsi niente, che del tradimento. Ci sono coppie che non si parlano, che stanno chiusi in camera per far finta e non si toccano. Preferisco un tradimento che dia vigore al rapporto, che non la noia".
Ambra torna ragazzina
A dare il via al giro di valzer che spariglia le coppie e dà il 'la" al film è il personaggio interpretato da Ambra Angiolini, una donna che sta per raggiungere i 40 anni ed è profondamente in crisi, con sé stessa e con il marito. "La nostra è la coppia patologica - racconta Ambra -, Veronica è molto rigida, non guarda in faccia il marito da tempo, ha perso di vista sé stessa e il matrimonio. Poi, grazie all'incontro con un uomo molto più giovane di lei (Eugenio Franceschini) si ritrova a vivere l'adolescenza, con la goffaggine che essa porta con sé. E' stato difficile lasciarsi andare. Quanto al tradimento, beh questo film per me è addirittura rivoluzionario perché tira fuori il sommerso. Al di là delle cose edulcorate, nella vita ci sta, è ammesso, ed è assurdo non considerarlo".
Maria Grazia Cucinotta guida l'armata delle donne
Prodotto dalla Italian Dreams Factory di Maria Grazia Cucinotta, che interpreta la parte della zia di Luca Zingaretti, primo peccaminoso pensiero del protagonista, il film rappresenta per l'attrice siciliana l'occasione per raccontare una storia in cui rivedersi. "A volte serve un film per specchiarsi e capire che senso dare alla nostra vita - rivela -. Devo ringraziare tutti quelli che hanno partecipato al progetto, perché non era semplice per delle star affermate accettare un piano low budget. Segno che ci credevano veramente". A partire ovviamente dalle due attrici principali, che hanno potuto confrontarsi nella commedia con un tema delicato come la maternità. "Mi chiedono tutti se è cambiato qualcosa dopo la nascita di mia figlia - dice Luisa Ranieri -, beh, non sono ancora fuori dal tunnel". Anche per Ambra, la nascita dei figli, Iolanda e Leonardo, ha rappresentato un punto di svolta nella vita. "Io ho trovato uno spazio per tre, del resto quando diventi madre per scelta sai che le tue braccia servono a sostenere le persone più importanti della tua vita. Tutto si può fare, anche senza un esercito di tate che ti dia una mano".
Ciak, si ride
Ridere di un tradimento sembra il modo più giusto per vederlo nella prospettiva più appropriata. E' stato importante, quindi modulare questi toni in base alle esperienze e alle caratteristiche degli attori. "Io non faccio ridere con battute e smorfie - racconta Boni -, mi piace la comicità scritta che gli attori rendono leggera"; pienamente d'accordo anche Luca Zingaretti."Non sono un comico, ho bisogno del testo per strappare un sorriso - dice -, del resto il privilegio di ogni attore è alternare i registri diversi. Siamo disadattati e bulimici e quando ci capita di poter cambiare, ci gettiamo a capofitto. E mi sono divertito tantissimo". Ed è per questa capacità di adattamento che sono stati scelti da Longoni. "Volevo attori che cercassero la verità nei personaggi e non ne sfruttassero i tic per far ridere; non ho voluto cercare la comicità, ma l'adesione a un ruolo".
Il 2% (ovvero, come mantengo la mia libertà)
Un dibattito divertente, poi, ha accompagnato la discussione relativa ad una battuta pronunciata da Luisa Ranieri, secondo cui una donna deve mantenere un 2% di libertà, da proteggere a tutti costi. Una percentuale che maliziosamente sembra legata alla possibilità di 'scappare' dal ménage. "Ma no, il 2% di cui parla Sandra non si riferisce al tradimento, ma alla possibilità di lasciarsi una piccola quota per sé stessa - afferma la Ranieri -, e lo trovo intelligente. In un rapporto è quella libertà che non ti fa tradire". "Poi, il mistero e sano egoismo ci stanno in una coppia - aggiunge Ambra -, condividere tutto non ha senso, voglio restare mia".