M. Night Shyamalan, il regista prodigio che a 22 anni aveva già diretto il suo primo film e a 29 era sulla bocca di tutti grazie al successo mondiale di Il sesto senso, è tornato: definito prima il "nuovo Steven Spielberg", autore che adora e che, a suo dire, è il migliore filmmaker mai esistito, il regista di origini indiane ha vissuto fasti e brusche cadute, grazie alla combo micidiale formata da L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth, per poi stupire tutti e tornare a essere acclamato grazie a Split, thriller con un James McAvoy superbo, impegnato a interpretare un serial killer dalle personalità multiple. Il finale della storia di Kevin Wendell Crumb ha lasciato il mondo di sasso: il film è infatti il "sequel camuffato" di Unbreakable, con protagonisti Bruce Willis e Samuel L. Jackson, strana coppia che si interroga sugli eroi dei fumetti. La possibilità di espandere l'universo creato con queste due pellicole era troppo succosa per non coglierla, ed è così che, dal 17 gennaio, arriva in sala Glass, terzo atto delle avventure dei "supereroi normali" creati dal regista indiano.
In Glass Bruce Willis, James McAvoy e Samuel L. Jackson riprendono i ruoli di Dave Dunn, Kevin Wendell Crumb e Elijah Price, alias Mr. Glass appunto, tutti con capacità straordinarie: il primo ha una forza prodigiosa e riesce a percepire il male che hanno fatto gli altri toccandoli, il secondo ha a sua volta una forza fisica incredibile e 24 personalità diverse, mentre l'ultimo ha delle ossa fragili come il vetro, ma una mente affilata come un rasoio. La dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson) è però convinta che siano in preda a un delirio e che le cose insolite che sono in grado di compiere siano del tutto spiegabili scientificamente: è per questo che li ha rinchiusi in un istituto, per curarli e farli rinsavire.
Le potenzialità della mente e l'influenza che questa ha sul corpo, l'esigenza di essere visti e riconosciuti, la difficoltà di continuare a credere in se stessi quando tutti ti dicono che sei folle: M. Night Shyamalan con questo film - di cui abbiamo parlato nella nostra Recensione di Glass - ha realizzato la sua opera forse più ambiziosa e imprevedibile, che promette scintille e invece è statico, quasi immobile, come se ci trovassimo dentro la mente confusa dei tre protagonisti. Abbiamo incontrato il regista a Londra, all'anteprima europea di Glass, dove gli abbiamo chiesto proprio come si riesca a trovare la forza di rimanere sicuri di sé quando il mondo cerca di indirizzarti verso una via che non ti rispecchia: "È un punto importante. Come continuare a credere in te stesso quando tutti ti dicono qualcosa su di te che sembra vero? È una cosa a cui ho pensato molto, su cui rifletto: penso a quei ragazzini dei quartieri poveri a cui è stato detto che sono inutili e mi arrabbio. Credo davvero che siamo incredibilmente potenti se ci crediamo: nel film Elijah dice: "loro hanno ragione e noi abbiamo ragione", che è il mio punto di vista, ognuno può interpretare le informazioni come vuole."
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L'importanza di fumetti e cinema per M. Night Shyamalan
Come in Unbreakable - Il predestinato, in Glass i fumetti sono fondamentali: per Mr. Glass sono molto più di semplice intrattenimento, paragonabili quasi ai libri di storia. Eppure in molti dicono che fumetti e cinema sono "solo fumetti e solo film": dovremmo invece dar loro maggiore importanza? Secondo il regista: "Sono due cose diverse: il fumetto è una forma d'arte affascinante, è considerata una cosa da bambini, ma è un'arte a cui si deve partecipare, le persone guardano le tavole ed è tutto lì, c'è poco dialogo, devi interpretare le varie vignette e capire in che rapporto sono l'una con l'altra. Un personaggio apre una porta o prende la decisione sbagliata e devi riempire quel vuoto. Sei coinvolto: per me è interessante, cerco di fare lo stesso con il cinema, coinvolgendo lo spettatore. Puoi guardare uno dei miei film sul computer e sarai confuso o perso, non capisci perché accade una determinata cosa, perché non ti dico se è buona o cattiva, devi guardare i personaggi negli occhi e decidere perché si stanno comportando così. Ti rendo partecipe. Questo per me è importante: credo che tutti noi che facciamo arte dobbiamo avere un certo standard per essa. Se non lo abbiamo, il pubblico può respingerla."
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Shyamalan e Maccio Capatonda
In uno sketch diventato celebre, La febbra, mandato in onda nel corso della trasmissione Mai dire Gol, il comico, attore e regista Maccio Capatonda omaggia il cinema di Shyamalan, arrivando persino a usare il nome del regista come grido di battaglia. Non potevamo non sottoporre la cosa al diretto interessato che, sorridente, ci ha detto: "Davvero? Non lo sapevo, è fantastico! Lo cercherò sicuramente, è davvero una cosa carina."
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