L’ultimo giorno sulla Terra, la recensione: l’intimità di un disaster movie

La recensione di L'ultimo giorno sulla Terra, il film di fantascienza francese che parla di una minaccia che mette in pericolo la Terra e dell'unico uomo capace di salvare il pianeta.

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L'ultimo giorno sulla Terra: una scena del film

La Terra sta per essere distrutta. È con questa premessa che iniziamo la nostra recensione di L'ultimo giorno sulla Terra, il film di fantascienza francese, diretto da Romain Quirot, in uscita al cinema il 20 gennaio 2022. Parte da premesse canoniche, questo breve (solo 87 minuti) disaster movie, per poi prenderne le distanze e costruire una dimensione più intima intorno ai personaggi e alla stessa narrazione. Il protagonista, in particolar modo, appare come una mosca bianca nel panorama di film di questo tipo: non un eroe tutto d'un pezzo, desideroso di salvare il pianeta dalla minaccia spaziale, ma un anti-eroe in fuga dalle proprie responsabilità (anche se i motivi verranno presto spiegati durante il corso del film). Puntando meno sulla spettacolarità, L'ultimo giorno sulla Terra preferisce interessarsi al lato umano della vicenda, anche se questo comporta qualche difficoltà.

Un eroe in fuga

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L'ultimo giorno sulla Terra: Hugo Becker durante una scena del film

Siamo nel futuro e il pianeta Terra è pronto a collassare. O forse, tutto questo è già avvenuto. Senza più risorse, a causa dei cambiamenti climatici, la Terra è diventato un mondo arido e povero, dove si lotta per sopravvivere e l'avanzata tecnologia sembra appartenere a un passato da cui si può solo provare nostalgia. Inoltre, la comparsa sempre più vicina della Luna Rossa, perfettamente visibile alzando lo sguardo ha reso la popolazione triste e a disagio. La fine del mondo è vicina, perché questo planetoide rosso si sta dirigendo verso la Terra. L'impatto distruggerebbe il pianeta verde in un attimo.

In realtà, esiste una missione: solo un pilota, che ha accuratamente passato tutti i test, può viaggiare nello spazio, oltrepassare manualmente il campo magnetico che circonda la Luna Rossa e, una volta raggiunto il punto ideale, sganciare le bombe atomiche che disintegrerebbero la minaccia spaziale salvando la vita umana. Il pilota si chiama Paul W.R., ma è fuggito e nessuno lo riesce a ritrovare. Paul (Hugo Becker) è fuggito dall'azienda della sua famiglia, i fautori di questa missione, perché è convinto che la Luna Rossa non vada distrutta. Attraverso i ricordi del suo passato, quando la vita sembrava più felice insieme al fratello Elliott e sua madre, Paul è alla ricerca di una verde foresta in questo mondo desertico. In fuga dalle autorità che vogliono riportarlo a compiere la missione spaziale, Paul si imbatterà in una giovane ragazzina di nome Elma e insieme partiranno insieme per un viaggio, iniziando a conoscersi sempre di più, mentre il fratello Elliott, con il DNA modificato dopo una missione non andata a buon fine, si metterà sulle loro tracce.

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Un ritmo rapido

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L'ultimo giorno sulla Terra: Jean Reno in un primo piano

È un film piccolo, questo disaster movie intimo diretto dal francese Romain Quirot. Lo si vede non solo dalla durata ben al di sotto dello standard che normalmente è dedicato a film di questo tipo, ma anche dalla messa in scena. Con un piccolo budget a disposizione, Quirot è comunque interessato a costruire un mondo vivo e colmo di dettagli. Gli effetti visivi riescono a donare una certa particolarità alla vicenda, soprattutto nel design delle autorità. L'attenzione rivolta all'interiorità del protagonista rispetto alla vicenda globale racchiude il film all'interno di un'intimità tipica del cinema europeo che si allontana dalla spettacolarità dei blockbuster ad alto budget hollywoodiani. Sembra si sia preferito evocare un'atmosfera, per meglio sfruttare il budget del film, più interessato all'idea che alla narrazione. Il che a volte è controproducente, perché in meno di un'ora e mezza il film vorrebbe raccontare forse sin troppo. Il ritmo del film è rapido, mancando quel respiro che avrebbe donato alla storia una profondità maggiore. Invece, L'ultimo giorno sulla Terra sembra ridursi all'essenziale, a uno stile asciutto che, però, anche grazie a un montaggio non particolarmente riuscito, non rende fluida la narrazione. E ne depotenzia la caratura emotiva.

Un immaginario ben riconoscibile

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L'ultimo giorno sulla Terra: Lya Oussadit-Lessert in un primo piano

Se il film risulta parco di emozioni, dove bisogna porre l'attenzione? Va detto che, al di là della realizzazione, l'immaginario presentato nel film dà la sensazione di non essere particolarmente originale. Prendendo da altre opere sci-fi e fantasy, da Star Wars fino a Mad Max: Fury Road, L'ultimo giorno sulla Terra fatica a trovare una vera e unica identità, tale da risultare memorabile. Non funzionano nemmeno alcune scelte stilistiche, che invecchiano il film rendendolo un po' troppo fuori tempo massimo e vittima delle sue stesse ambizioni. Persino il cast, dove compare anche un non troppo convincente Jean Reno, non riesce a costruire personaggi davvero interessanti, nonostante le premesse, chiedendo allo spettatore di accettare sin troppe semplificazioni narrative. Fa eccezione la Elma interpretata nel migliore dei modi da Lya Oussadit-Lessert. La giovanissima attrice incarna perfettamente l'anima del personaggio e risulta il vero motore trainante della storia, l'ancora di salvezza per lo spettatore che si ritroverà capace di provare sincera empatia. Non a caso è a lei che viene dedicata l'ultima inquadratura del film.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di L’ultimo giorno sulla Terra possiamo dire di aver apprezzato l’intento e le premesse del film francese diretto da Romain Quirot, che dà vita a un disaster movie atipico più incentrato sull’intimità dei personaggi. I problemi sorgono nella narrazione troppo asciutta ed essenziale, poco fluida, incapace di far respirare il senso tragico della vicenda e in un immaginario che -seppur realizzato spremendo il budget a disposizione- appare sin troppo abusato al cinema. Il cast non riesce ad emergere, ad eccezione della giovane Lya Oussadit-Lessert che si ritaglia il ruolo migliore e lo interpreta con convinzione.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • La giovane Lya Oussadit-Lessert riesce a dare vita a un personaggio davvero empatico.
  • Nonostante il budget modesto, il film riesce a dare vita a un mondo coerente e ricco di dettagli.

Cosa non va

  • L’immaginario non presenta nulla di particolarmente originale, risultando fin troppo derivativo.
  • Il ritmo è davvero troppo alto e si percepisce poco il respiro della narrazione, poco fluida e troppo asciutta.