L’ultima settimana di settembre, la recensione: in viaggio con Diego Abatantuono

Diego Abatantuono e Biagio Venditti sono protagonisti de L'ultima settimana di settembre, il film di apertura di Giffoni Film Festival 2024, dal 12 settembre al cinema con Medusa: un viaggio generazionale on the road tra nonno e nipote che imparano a conoscersi e a superare un lutto.

Diego Abatantuono e Biagio Venditti in una foto promozionale.

Ha proprio il sapore del film indie L'ultima settimana di settembre, opera prima di Gianni De Blasi, film d'apertura di Giffoni Film Festival 2024, tratto dall'omonimo romanzo di Lorenzo Licalzi, edito da Rizzoli, nelle sale italiane dal 12 settembre con Medusa Film, prodotto in collaborazione con Prime Video. Protagonisti sono Diego Abatantuono nel ruolo di Pietro Rinaldi, un anziano scrittore in declino che si è ritirato dalla letteratura dopo essere rimasto vedovo, e Biagio Venditti nei panni di suo nipote Mattia. L'uomo sta per suicidarsi quando riceve la notizia peggiore per un genitore: la figlia e il genero sono morti in un incidente automobilistico e il tutore del ragazzo dovrà essere lui. I due non potrebbero essere più estranei dato che il nonno non si è mai interessato alla vita della sua famiglia, solitario e disilluso com'era. Quando però viene fuori un possibile tutore più giovane, l'improbabile duo si incammina in un viaggio on the road a bordo di una macchina d'epoca attraverso la Puglia e diretti a Roma. Quel viaggio sarà letterale ma anche metaforico e farà scoprire loro molto l'uno dell'altro, scoprendo che il lutto che stanno vivendo potrebbe unirli piuttosto che dividerli.

Coming of age della terza età

L Ultima Settimana Di Settembre Diego Abatantuono Biagio Venditti
L'improbabile viaggio dei due protagonisti

Quello che Gianni De Blasi imbastisce nel suo primo film da regista, dopo aver diretto svariati videoclip musicali, è un tipico romanzo di formazione che abbraccia però due età agli estremi sulla linea della vita: la parte finale stanca e disillusa dell'anzianità, e quella piena di possibilità e speranze dell'adolescenza. Speranze che però vengono distrutte con la terribile notizia della morte della coppia, rendendo Mattia altrettanto arrabbiato con l'ingiustizia della vita, taciturno e chiuso in se stesso. La chimica tra Diego Abatantuono e Biagio Venditti c'è anche se manca un po' di mordente in questa tragicommedia che rappresenta la vita quotidiana che dobbiamo affrontare ogni giorno.

L Ultima Settimana Di Settembre Biagio Venditti In Una Foto
Gli incontri durante il racconto saranno pieni di sorprese

Non genitori e figli, per una volta: si salta una generazione al cinema e si parla di cosa possano dare i nonni ai nipoti nel momento del bisogno. C'è molta ispirazione d'oltreoceano nella composizione delle scene, da quella iniziale carica di significato col suicidio di Pietro preparato in ogni dettaglio come se fosse un rito, ad alcune successive in cui il paesaggio parla insieme ai dialoghi tra i protagonisti. Proprio come la musica, fondamentale nel percorso creativo di Di Blasi, mista tra pezzi classici e contemporanei, non solo per rappresentare le due generazioni a confronto ma anche la ricerca di incontro tra le due, di un punto in comune che arrivi a metà strada. Questo sarà rappresentato anche dai piccoli gesti immortalati dal cineasta con dettagli e primi piani, su cui la macchina da presa alternandoli ai campi lunghi e lunghissimi con qualche ripresa dall'alto del paesaggio rurale e peschereccio pugliese, che rappresenta il percorso intrapreso dai due protagonisti.

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Verso l'amore

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L'ironia sardonica di Abatantuono fa la differenza

Ci sarà una vera e propria iniziazione all'amore per entrambi, tanti scheletri nell'armadio pronti a venire fuori, piccoli grandi colpi di scena e una sceneggiatura che non gioca solo sui dialoghi spiccioli e filosofici ma soprattutto sui silenzi e sugli sguardi, lasciando parlare il testo della musica in sottofondo. Il ritmo de L'ultima settimana di settembre è estremamente compassato e prova a spezzare questa monotonia tragica che rappresenta lo stato d'animo di Pietro e Mattia con l'ironia sarcastica del personaggio di Diego Abatantuono, in cui ha messo molto di se stesso e del suo carisma silenzioso. Trova anche il modo di costruire alcuni tormentoni nel microcosmo vissuto dai protagonisti che lungo la strada troveranno vari luoghi di riposo e tanti coloriti personaggi che insegneranno loro qualcosa non solo su se stessi ma soprattutto su coloro che hanno perduto. Un'elaborazione del lutto che viene sviscerata attraverso ciò che accade loro: la soluzione, in fondo, sembrerà un cliché dirlo, ma è l'affetto delle persone care, di chi è rimasto e può starci vicino, semplicemente esserci.

Conclusioni

Come spiegato nella nostra recensione, L'ultima settimana di settembre è quasi un film puro e genuino, senza per questo essere meno realistico. Un po' bucolico e pieno di piccoli grandi momenti che rappresentano quelli della vita, dolceamara per definizione. Una buona prova quella del veterano Diego Abatantuono e dell'emergente Biagio Venditti, che funzionano insieme pur senza fare i fuochi d'artificio. Così come tutta la pellicola, che si bea dei silenzi e della musica a parlare al posto dei dialoghi allo spettatore.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • La musica e la location suggestiva utilizzate come elemento narrativo e non mero accompagnamento sullo sfondo.
  • Biagio Venditti è ancora un po' acerbo ma ha uno sguardo davvero interessante.
  • Diego Abatantuono è la spalla forte del film...

Cosa non va

  • ...anche se a tratti può risultare un po' "ingessato".
  • Il film potrebbe sembrare senza mordente per il ritmo compassato che però rappresenta il tema del lutto e soprattutto ciò che viene dopo.