L'ultima notte di Amore, la recensione: Pierfrancesco Favino e l'aspirazione all'onestà

La recensione de L'ultima notte di Amore, il film di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino, Linda Caridi e Antonio Gerardi in sala dal 9 marzo dopo il passaggio a Berlino 2023.

L'ultima notte di Amore, la recensione: Pierfrancesco Favino e l'aspirazione all'onestà

È così difficile essere onesti nel mondo di oggi? Se lo chiede Andrea Di Stefano nel suo ultimo film di cui vi parliamo in questa recensione de L'ultima notte di Amore, presentato nella sezione Berlinale Special Gala del festival tedesco e in arrivo nelle sale il 9 marzo. Un ragionamento che poggia sulle spalle interpretative solide di Pierfrancesco Favino e prende la forma di un film di genere, quasi un omaggio a un certo cinema italiano degli anni '70, per raccontare un momento preciso della vita e carriera del poliziotto Franco Amore, in procinto di andare in pensione.

Un'ultima notte

Ultima Notte Amore Pierfrancesco Favino
L'ultima Notte Di Amore: Pierfrancesco Favino all'inseguimento di un criminale

Per Franco Amore, infatti, è arrivata la fine della carriera da poliziotto e siamo all'ultima notte di servizio prima di salutare colleghi e una professione portata avanti con umiltà e dedizione. Come tutti i percorsi, però, l'ultimo ostacolo è dietro l'angolo, scelte che sembravano sicure si rivelano pericoli concreti e quell'ultima notte diventa il crocevia definitivo della sua esistenza, mettendo a rischio tutto quello che ha costruito nel corso dei 35 anni precedenti, ma anche la serenità familiare con la moglie Viviana e l'amicizia col collega Dino. Una notte lunga in cui l'arrivo dell'alba diventa un lontano miraggio.

L'ultima notte di Amore, Pierfrancesco Favino: "Da spettatore amo vedere un attore perdersi nel suo ruolo"

Vittima della tentazione

Tra i colleghi si dice che Franco Amore è "Amore di nome e di fatto", un uomo che si definisce un "umile servitore dello Stato" e che in 35 anni di carriera è orgoglioso di non aver mai sparato a nessuno. La sua è stata una vita, personale e professionale, all'insegna della tranquillità. Ed è proprio la tranquillità, anche economica, che diventa un problema nel mantenere fedele a quell'onestà a cui ha sempre aspirato. Franco Amore vuole essere un uomo onesto, ma questo non vuol dire che alla fine riesca a esserlo.

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L'ultima notte di Amore: Pierfrancesco Favino in una scena drammatica

Pierfrancesco Favino conferma la solita bravura nel mettere in scena la lotta interiore del personaggio, i suoi dubbi, il suo dolore nell'affrontare le difficoltà che gli si parano davanti. Intenso e solido come sempre, capace di elevare la dimensione narrativa di un film che è costruito attorno alla sua figura importante e centrale. Il rammarico è che non tutte le figure secondarie ricevono lo stesso trattamento, che in alcuni casi sarebbe stato necessario per comprendere motivazioni e scelte di chi gli sta attorno.

Le mille luci di Milano

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L'ultima notte di Amore: Pierfrancesco Favino in una scena del film

A fare da sfondo e grande tentazione per L'ultima notte di Amore c'è una Milano che non è quella "da bere" della movida e degli aperitivi, ma un labirinto di opulenza e tentazioni, un'icona di una vita che molti dei suoi abitanti non possono raggiungere. Andrea Di Stefano ce ne mostra le luci sfavillanti in riprese notturne di grande impatto, valorizzate dalla splendida fotografia e il valore aggiunto di aver girato in pellicola. Una scelta produttiva importante che viene valorizzata dalla visione su grande schermo e rappresenta una ulteriore motivazione per prediligere la visione in sala.

Conclusioni

Nella recensione de L’ultima notte di Amore vi abbiamo parlato di un film di genere diretto e solido, che sfrutta l’atmosfera di una Milano notturna, e il valore aggiunto dell'aver girato in pellicola, per accompagnare la vicenda del protagonista. Funzionale quindi il lavoro di Pierfrancesco Favino sul personaggio, tale da essere un vero valore aggiunto del film di Di Stefano, ma alcuni personaggi secondari avrebbero meritato una maggior attenzione.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Pierfrancesco Favino, valore aggiunto del film.
  • Le mille luci di una Milano notturna splendidamente fotografata.
  • La riflessione sulla tentazione di un mondo che ci spinge a volere più di quanto abbiamo.

Cosa non va

  • Alcuni personaggi secondari avrebbero avuto bisogno di un maggior approfondimento.