Con la recensione di Lucifer 5, parte 2 (gli episodi 9-16, dopo che i primi otto hanno debuttato alcuni mesi fa) ci avviciniamo alla conclusione delle avventure televisive del personaggio ideato da Neil Gaiman, o meglio, a una conclusione: Lucifer Morningstar sarà infatti anche uno dei personaggi di Sandman, atteso adattamento del fumetto che ha consacrato Gaiman, e in tale occasione l'angelo caduto, che nella sua versione fumettistica differisce non poco da ciò che abbiamo visto in TV e su Netflix negli ultimi anni, avrà il volto di Gwendoline Christie. Ma prima di arrivare a quel punto abbiamo ancora tempo per congedarci da questa incarnazione, con le fattezze di Tom Ellis, poiché dopo l'annuncio iniziale della quinta stagione come annata conclusiva dello show è poi stato ufficializzato il rinnovo per la sesta, questa sì l'ultima (forse per giocare ancora una volta sulla cifra che compone il numero diabolico 666). Con conseguenze inattese per ciò che potremo vedere quando sarà venuto il momento di dire addio. N.B. La recensione si basa sulla visione in anteprima di tutti e otto gli episodi.
Famiglia disfunzionale
Avevamo lasciato gli eroi di Lucifer alle prese con un conflitto famigliare dalle implicazioni cosmiche: quello tra il protagonista, tornato all'Inferno al termine della quarta stagione, e il fratello gemello Michael (entrambi interpretati da Tom Ellis), che nel mentre ne aveva approfittato per impersonare Lucifer e seminare caos sulla Terra. Un conflitto che, nel cliffhanger di metà stagione, aveva reso necessario l'intervento del loro divino padre (Dennis Haysbert, dopo che nella terza stagione era stato lo stesso Neil Gaiman a prestargli la voce in chiave autoreferenziale). Egli vuole riallacciare i rapporti con tutti i figli, dopo averli trascurati per millenni, anche perché negli ultimi tempi i suoi poteri hanno cominciato a vacillare, rendendo necessaria l'ipotesi del pensionamento. E qui scatta il quesito che metterà alla prova tutti gli angeli: chi di loro è degno di prendere il posto del genitore in Paradiso? Nel caso di Lucifer c'è anche un cavillo tecnico legato ai termini del suo esilio: dovesse mai rimettere piede lassù, morirà carbonizzato all'istante.
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Finale non finale
In questi episodi emerge in maniera ancora più evidente ciò che già si intuiva negli otto capitoli precedenti: convinti che questa fosse la stagione conclusiva (e il finale si muove effettivamente in quella direzione, pur lasciando delle porte aperte), gli autori hanno colto la palla al balzo per trasformare questi presunti ultimi istanti in una celebrazione dello show stesso, con inside jokes disseminati ovunque (basti pensare, nel primo blocco, all'indagine sul set di una serie televisiva che è palesemente una brutta imitazione di quella che stiamo guardando) e volti familiari che ritornano dopo lunghe assenze. E questo senza dimenticare la voglia di giocare con le convenzioni di genere, come nel tanto atteso episodio musical (il decimo della stagione) che mette in evidenza i talenti canori e ballerini di tutti e mette alla berlina il classico escamotage della gente che comincia a cantare "così, de botto, senza senso", per dirla alla Boris. E anche in un contesto apparentemente frivolo come quello c'è un sottofondo malinconico unito all'epico, una vera e propria apoteosi di ciò che lo show è stato in grado di fare una volta accantonata la formula puramente poliziesca in nome di qualcosa di più biblico.
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C'è un che di definitivo, visibile soprattutto nella performance di Ellis che, alle prese con quello che per lui era l'ultimo giro nei panni di Morningstar, dà pieno sfogo a tutte le sfumature emotive del personaggio, con un tour de force recitativo in tandem con Lauren German che raggiunge vette inattese in prossimità del finale. Finale che ora è in realtà un nuovo inizio, i cui contenuti sono ancora avvolti nel mistero ma preceduti da indizi che promettono qualcosa di ancora più nuovo e ambizioso, per dare allo show la conclusione che si merita. E considerando che già adesso siamo a livelli che ai tempi della messa in onda lineare su Fox non ci saremmo mai sognati, la cosa ha quasi del miracoloso. D'altronde, quando si ha a che fare con figure bibliche e ascese al Paradiso...
Conclusioni
Chiudiamo la recensione degli episodi finali della quinta stagione di Lucifer, che mettono in scena una famiglia disfunzionale alle prese con lotte di successione per il trono in Paradiso, sottolineando quanto si tratti di un connubio vincente di ambizione, humour e irriverenza, con un episodio musical da antologia.
Perché ci piace
- L'episodio musical è strepitoso.
- Dennis Haysbert ci regala una bella performance "divina".
- Il finale pone le basi per una sesta stagione potenzialmente sorprendente.
Cosa non va
- Almeno un evento della stagione rischia di non andare giù ai fan.