Lucida ossessione, la recensione: un thriller senza arte né parte

La recensione di Lucida ossessione, film dove la protagonista, reduce da una rottura sentimentale, finisce nel mirino di uno psicopatico, proprietario della casa che ha appena affittato. Su Rai 2 e disponibile su RaiPlay.

Lucida ossessione, la recensione: un thriller senza arte né parte

La giovane Lydia frequenta l'università ed è piena di sogni, prossima a una laurea e carica di ambizioni sul proprio futuro. Reduce dalla recente separazione con Tim, il quale aveva cominciato a diventare violento e dipendente dall'alcool, è ora alla ricerca di una nuova sistemazione dopo aver trovato momentanea ospitalità dalla sua migliore amica Kaylee.

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Lucida ossessione: Caroline Harris in una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Lucida ossessione, la ragazza pensa di aver trovato la casa ideale quando un intervento del suo ex spinge l'agente immobiliare a chiudere ogni rapporto con lei. Un contratto saltato ma poco dopo Lydia si imbatte casualmente nell'appartamento liberatosi da poco e gestito dall'aitante Drew, il quale si offre di affittarglielo a un prezzo modico: offerta che la protagonista accetta prontamente, lasciando anche che il proprietario dell'immobile curi l'antifurto e la tecnologia tra quelle quattro mura. Lydia è però ignara che dietro quel carattere gentile e premuroso Drew nasconda una psiche instabile e ben presto diventi totalmente ossessionato da lei, al punto da rovinarle progressivamente l'esistenza.

Un incubo senza fine

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Lucida ossessione: Ignacyo Matynia in una scena del film

Il fenomeno dello stalking è come sappiamo fin troppo diffuso nel nostro tempo, con le cronache dei telegiornali che ci raccontano di donne prese di mira da ex compagni/mariti violenti, che trasformano la gelosia in una vera e propria arma. Lucida ossessione prende spunto da questa piaga contemporanea per mettere in scena un thriller altrimenti canonico, sulla scia delle molteplici produzioni pensate per il canale tematico Lifetime, che Oltreoceano distribuisce film televisivi di scarsa rilevanza artistica. E anche il film qui oggetto di analisi non fa naturalmente eccezione, rivelandosi fiacco e anonimo, mai capace di raccontare qualcosa di nuovo nel corso degli ottanta minuti di visione, dove tutto è ben più che prevedibile e gli stessi presunti colpi di scena non possono certo a posteriori chiamarsi tali.

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Un occhio sempre vigile

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Lucida ossessione: una scena del film

Il villain entra con astuzia nell'intimità della pur ingenua protagonista, introducendosi di nascosto in quell'appartamento di cui è l'effettivo tenutario e cogliendo così a sua insaputa dettagli sui suoi gusti e le sue passioni: finge così di essere appassionato dei romanzi di Colette e di voler andare a Venezia a sorseggiare un Bellini - ennesimo stereotipo legato al nostro Belpaese che fa capolino ogni tanto in pellicole famose e non. Lucida ossessione affonda così nelle proprie banalità, con un nugolo di personaggi secondari privi di interesse che si rivelano soltanto pedine forzate nella resa dei conti tra i due avversari di questa partita passionale, dove l'amore malato rischia ancora una volta di provocare danni irreparabili: sistematico il modo in cui Drew cerca di controllare sempre più i movimenti e le decisioni della sua prescelta vittima, sempre più in balia di eventi per lei inspiegabili.

Paure e realtà

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Lucida ossessione: Caroline Harris in una foto

Il fatto che la malcapitata soffra di nictofobia, ovvero abbia un paranoico terrore del buio, è buttato lì ma risulta poi pressoché indifferente ai fini del racconto, con solo un paio di scene dove salta la corrente che comunque non giustificano l'inserimento di questa postilla caratteriale, più gratuita che realmente necessaria. Lo stesso cast non fa molto per dar vita a personaggi vivi e credibili: se Caroline Harris aveva a dire il vero poco materiale per esprimere al meglio il suo alter-ego, lo stesso non si può dire per Ignacyo Matynia, mai credibile nei panni di uno psicopatico affetto da turbe mentali. Dylan Vox, attore passato dietro la macchina da presa, non fa nulla dal punto di vista registico per rendere più interessante una vicenda che si spegne inesorabilmente dietro i propri stereotipi e cliché, e dove il pubblico ha poco campo di manovra per appassionarsi a quanto avvenente in scena, sprecando la carica tensiva ed emotiva in un mare di banalità.

Conclusioni

Reduce da una burrascosa separazione, la giovane protagonista si trasferisce in affitto nell'appartamento di un ragazzo aitante e premuroso, ignara che il proprietario di casa nasconda un lato oscuro che ben presto verrà alla luce e con cui dovrà fare i conti. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Lucida ossessione, ci troviamo davanti all'ennesimo thriller per il mercato televisivo uguale a tanti altri, con un gioco tensivo basato sulla situazione archetipica dello stalking, con l'ingenua protagonista che finisce nel mirino di un sadico psicopatico pronto a rovinarle la vita giorno dopo giorno. Un film povero di emozione e di tensione, banale nel suo ricalcare una formula strarodata senza un minimo di personalità.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La breve durata.

Cosa non va

  • Tensione ed emozioni succubi di una sceneggiatura scontata e impersonale.
  • Un cast che non convince.
  • Regia piatta e priva di soluzioni originali.