Love, Victor 2, La recensione: dal coming out al vivere l’omosessualità, Victor matura e lo show con lui

La recensione di Love, Victor 2: su Star arriva la seconda stagione della serie spin-off del film Tuo, Simon, questa volta incentrata sulla maturazione del suo protagonista, dopo il coming out.

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Love, Victor 2: una foto della seconda stagione

È con grande gioia che attestiamo il percorso di Victor e la sua maturazione in questa recensione di Love, Victor 2, seconda stagione, in arrivo su Star dal 18 giugno, della serie spin-off del film Tuo, Simon, incentrata sul giovane diciassettenne Victor Salazar (Michael Cimino) e il suo coming out con genitori e amici. Nella prima stagione avevamo attraversato assieme a Victor tutte le fasi della sua ricerca di identità e dopo aver accettato e ammesso a se stesso la sua omosessualità, l'avevamo lasciato sul punto di comunicare ai suoi genitori di essere gay. Ad inizio stagione 2, lo ritroviamo ancora lì, pronto a fare il passaggio fondamentale, il coming out con la famiglia per poi finalmente vivere la propria vita e la propria esistenza alla luce del sole.

Se la prima stagione, pur affrontando tutte le difficoltà del coming out, si conteneva per toni, immagini e situazioni, nella sfera del prodotto da Disney+, la seconda decide di seguire veramente il lasciapassare più adulto di Star per azzardare qualche estremo in più nel rappresentare la più grande prova per Victor: vivere la vita senza nascondere chi è veramente. Grazie a questo maturo compito, Love, Victor 2 è più completa della prima e coglie l'occasione, finalmente, per mostrarci le difficoltà dei genitori nell'accettare il coming out dei figli, per introdurci almeno parzialmente, all'approccio al sesso omosessuale, per analizzare, senza giudicare, anche come la semplice affermazione di sé e della propria identità sessuale possa essere accolta da famiglia e amici in maniera totalmente diversa in base al contesto culturale, etnico e religioso dentro cui si è cresciuti. Love, Victor si muove più in contesti edulcorati alla Dawson's Creek che in quelli irriverenti alla Sex Education o Euphoria, per dirla nella lingua del teen drama, ma non per questo fallisce nel dare rappresentazione e voce a chi vive queste dinamiche ora e finalmente può ritrovare se stesso in questi personaggi. L'immancabile cliffhanger dell'episodio finale lascia un senso di sospensione un po' vintage che ci fa ben sperare per la terza stagione.

Dal coming out al vivere gay

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Love, Victor 2: una scena della seconda stagione

"Mamma, Papà sono gay", poche parole dette cosi schiettamente da Victor ai suoi genitori, Armando ed Isabel, a cui seguono le informazioni sull'amore per Benji (George Sear). Non perde tempo Love, Victor 2 per riprendere le redini della storia da dove ci aveva lasciato e per farci subito un riassunto sui protagonisti della serie e lo stato d'animo in cui li avevamo lasciati. Victor è innamorato, ricambiato, dell'affascinante Benji, ha passato l'estate con lui, il fido Felix e la sua fidanzata Lake e si prepara ad iniziare la scuola ed a mostrare il suo vero sé a tutti, amici, parenti, professori e compagni di squadra. Peccato che non tutti i coming out vengono col buco, anche nei contesti più liberali e Victor scopre presto quanto possa essere facile accettare la sua situazione in certi contesti e quasi impossibile in altri. Si alternano per lui confronti con persone che non batteranno ciglio dinanzi al suo "cambiamento" mentre, al contrario, gli verrà subito chiesto di non cambiarsi nello stesso spogliatoio dei suoi compagni di squadra di basket, timorosi che lui possa guardarli con desiderio sessuale. Tante piccole battaglie per Victor dove ogni giorno gli viene chiesto di dare spiegazioni in più, di doversi battere, giustificarsi o ancor peggio definirsi. Benji lo consola raccontandogli le sue battaglie passate e gli amici, compresa l'ex Mia e la sorella Pilar, offrono conforto e supporto ma, nonostante ciò, il coming out del mentore Simon, protagonista del film Tuo, Simon e amico di penna (o instagram) di Victor si rivela facile se confrontato con le difficoltà di Victor che, invece, anche a casa, si sente ancora trattato come un caso anomalo, diverso.

Love, Victor, La recensione: la serie spin-off dal film Love, Simon sull'accettazione di sé

Accettazione e famiglia

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Love, Victor 2: George Sear e Michael Cimino in una scena della seconda stagione

Già la prima stagione aveva affrontato il tema del coming out contestualizzandolo dentro famiglie che uscivano fuori da quella tipica bianca caucasica medio borghese o per citare le parole di Victor, quella composta da "genitori bianchi liberali", offrendo una visione più sfaccettata della multietnica società americana e le sue molteplici realtà. La famiglia di Victor, di origine portoricana e colombiana, come già detto in passato, è molto unita, amorevole ma molto cattolica e abbastanza maschilista. Victor, che è sempre stato il cosiddetto cocco di mamma, si trova a confrontarsi con una doccia gelata: ad accettare il suo essere gay, in prima linea, c'è suo padre Armando e non sua madre Isabel (una rimarcabile Ana Ortiz), che entra quasi in uno stato di totale negazione. Per un figlio molto legato a sua madre, questa reazione incide in maniera preponderante sulla maniera con cui Victor affronta la sua nuova vita. Cosa ci dice questo? Che una regola precisa e prevedibile non c'è ma che sicuramente, anche la più liberale e flessibile delle persone, dovrà confrontarsi con quel folto pacchetto di condizionamenti culturali dentro cui è stata cresciuta. Isabel, come molti altri genitori di ragazzi e ragazze Lgbtq+, dovrà prima liberarsi dai tabù socio-culturali e sessuali che le sono stati impartiti e poi potrà finalmente accogliere suo figlio nella sua vera essenza. Una lezione importante quella di Love, Victor 2 sulla famiglia e sulla necessità di maturazione dei genitori oltre che dei figli, che la serie riesce a portare avanti chiaramente.

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Victor diventa il nuovo Simon

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Love, Victor 2: i protagonisti in una foto della seconda stagione

Maturare significa anche diventare un po' più saggi e in grado di passare il risultato dei propri piccoli grandi traguardi agli altri. Per Victor l'occasione di diventare il nuovo Simon arriva con una new entry nella sua cerchia di amici: Rahim, amico di sua sorella Pilar. Rahim, di origine Iraniana, è figlio di genitori immigrati in America, musulmani molto devoti. Per queste ragioni, Rahim chiede consiglio a Victor su come dichiarare la propria omosessualità in famiglia. C'è da dire che Rahim è molto più convenzionalmente gay di Victor, a cominciare dalla sua passione per J.Lo, Tom Holland, lo smalto sulle unghie e la moda. Il ragazzo, che in un'altra serie potrebbe essere classificato come uno stereotipo cliché di cui si poteva fare a meno, invece favorisce la discussione, all'interno della serie, su se ci siano dei modi giusti o sbagliati, eclatanti o sobri di essere gay. La presenza di Rahim, interpretato da Anthony Keyvan, sarà occasione di scintille, riflessioni e nuove avventure a tinte Lgbtq+ per Victor e offrirà uno sguardo ancora diverso sulla narrativa dello show che acquisisce così spessore e personalità.

Sentirsi rappresentati in una serie TV

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Love, Victor: Michael Cimino in una scena della serie

Ad inizio recensione ricordavamo che la seconda stagione di Love, Victor segue le linee guida della tipica serie young adult adatta a tutti, proprio in conformità alla sua collocazione Disney+/Star. Questo suo appeal mainstream, con in aggiunta degli attori conosciuti e in ascesa contribuisce a inserire la serie dentro un catalogo virtuale di prodotti a tematica queer meno di nicchia e più commerciali che permetteranno alla comunità Lgbtq+ di sentirsi maggiormente rappresentata e di riconoscersi di più anche in questi contesti. A supporto di questa considerazione, proprio una frase detta da Victor a Felix in un momento di incertezza sul sesso omosessuale:"Quando sono due uomini a fare sesso, come si fa a capire chi deve fare cosa? gli etero crescono guardando altri etero fare sesso nei film. Io non ho avuto questa possibilità, se tralasci i film porno che non rappresentano certo la realtà vera e propria". Forse non sarà risolutivo ed esauriente nel rappresentare tutto il mondo LGBTQ+ (per ora di tutte le altre varietà, comprese bisessuali, trans, lesbiche, non vi è traccia) ma Love, Victor si pone sicuramente come risposta e consiglio ai dubbi del suo protagonista e di molti altri ragazzi là fuori tra il pubblico e speriamo continui ad assolvere questo compito anche in futuro insieme ai numerosi prodotti audiovisivi che ci auguriamo seguiranno in futuro.

Conclusioni

Concludiamo la recensione della seconda stagione di Love,Victor con la stessa gioia dell’inizio: il percorso di maturazione di Victor è lo stesso rinvigorente della serie. Love, Victor 2 si concede qualche scena di sesso, aspetto piccante, discorso estremo in più della precedente stagione e così facendo si apre ad un dibattitto più serio e concreto su accettazione di sè, rispetto dell’identità sessuale, tolleranza e omofobia. Sempre tenendo ben presente il suo appeal “per tutti” si concentra sugli aspetti felici ed infelici che derivano dal vivere finalmente nella piena consapevolezza di sé e il percorso di Victor riesce ad abbracciare contesti e tematiche collaterali importanti come quelle dei condizionamenti culturali e religiosi che condizionano le vite di ognuno di noi. Victor è maturato e così anche la serie che ora può a pieno diritto inserirsi tra quelle rappresentative della comunità LGBTQ+, anche se in versione edulcorata per adattarsi a Disney+ e al suo più maturo Star.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Victor sta maturando, affermando il suo io nel mondo e la serie lo segue facendo passi da gigante.
  • Riesce a rappresentare in maniera chiara e comprensibile anche il punto di vista dei genitori sul coming out.
  • Osa di più quando si tratta di sesso e le sue dinamiche.

Cosa non va

  • Non dimentica mai di dover essere sempre una serie adatta ad un pubblico ampio e non si spinge mai troppo oltre il seminato.