Per chi, come chi scrive, ha sempre difeso Lost ed i suoi autori, nella speranza che ci fosse veramente qualcosa di concreto da raccontare sotto i vari livelli fatti di Altri, Dharma, Widmore e manciate di personaggi secondari entrati ed usciti di scena con frettolosa noncuranza, diventa sempre più difficile sostenere la propria fede verso Carlton Cuse e Damon Lindelof: tra flashsideways che (almeno per ora) restano fine a sè stessi, accenni a misteri che vengono spacciati per le tanto agognate risposte e l'esigua porzione di trama che viene portata avanti ogni settimana, la sesta stagione, quella conclusiva, si sta rivelando sempre più deludente.
Ab Aeterno, che segna l'arrivo della stagione 6 alla metà del suo cammino verso la series finale del 23 Maggio prossimo, non fa cambiare idea, concentrato com'è solo ed esclusivamente sul personaggio di Richard Alpert, Ricardus al suo primo arrivo sulle rive dell'isola di Lost nel 1867.
Se due anni fa, avremmo salutato con gioia un approfondimento del personaggio di Nestor Carbonell, la sensazione che ci lascia oggi al termine della visione è ben diversa: l'episodio scritto da Melinda Hsu e Greggory Nations, per la regia di Tucker Gates, riesce ad essere contemporaneamente troppo e troppo poco, ma soprattutto troppo tardi; troppo nella inutilmente lenta gestione del flashback su Richard, troppo poco nell'affrontare uno degli elementi che accompagnano la serie dalla prima stagione, come la Black Rock. Tardi perchè ad otto episodi dal (gran) finale continuiamo ad aspettarci qualcosa di diverso.
Facciamo la conoscenza del vecchio Richard, Ricardo Suave, nel 1867 alle Canarie, impegnato a salvare la vita alla moglie Isabella tubercolotica. La sua disperata corsa a cavallo dal medico si scontra con l'avidità di quest'ultimo al momento di fornirgli l'agognata medicina. Richard ha una reazione che porta alla morte dell'uomo ed all'incarcerazione del povero Ricardo. Alla vigilia dell'impiccagione, gli viene offerta una via d'uscita: un posto su una nave diretta al Nuovo Mondo, destinazione per la quale Richard sta studiando l'inglese.
Una tempesta, o forse l'intervento di Jacob, e la nave finisce arenata sull'isola, come ben sappiamo da ormai cinque anni, ma non prima di essere scaraventata da una possente onda sulla statua, distruggendola e spiegando quindi il famigerato piede. Tra un ufficiale di bordo che decide di giustiziare gli altri schiavi incatenati con Richard nella stiva, ed il fumo nero che si occupa di far fuori gli altri membri dell'equipaggio, il nostro Alpert resta unico superstite, impegnato a cercare disperatamente un modo per liberarsi delle catene.
E' qui che l'uomo in nero interviene, sfruttando la debolezza del prigioniero come arma per dirigerlo contro Jacob, che spaccia per essere il Diavolo, in quello che immaginiamo sia uno dei tanti tentativi di eliminare il rivale. Ma Richard non ascolta il suo mandante e lascia parlare Jacob, che come sappiamo sa essere molto convincente e gli illustra il suo punto di vista, spiegando a noi e Richard la situazione; ci mostra un'ampolla mezza piena di vino e ci dice di pensare a quel liquido come se fosse l'inferno, il male, l'oscurità. Se potesse uscire dal contenitore, quel liquido si diffonderebbe, ma l'isola è il tappo che gli impedisce di fuoriuscire, che tiene l'oscurità al suo posto. L'uomo in nero è convinto che ogni uomo al suo interno ha una parte malvagia, e Jacob conduce persone sull'isola per provargli che si sbaglia, perchè una volta lì, il loro passato non conta.
Una tesi non supportata dai risultati dei suoi esperimenti, perchè confessa a Richard che tutti quelli giunti prima di allora sono morti e che lui non vuole intervenire per condurli sulla giusta via, contrariamente a quanto fa il suo rivale. E' qui che a Jacob viene l'ided di tirare in ballo Richard, che sarà il suo portavoce, il suo intermediario per condurre quelli che arriveranno. In cambio, non potendo nè riportare indietro la moglie morta, nè assolverlo dai suoi peccati, Jacob dona a Richard la vita eterna.
La trama nel presente dell'isola è ben più esigua: a detta di Ilana, Richard sa qual è la prossima mossa per i sei candidati a prendere il posto di Jacob, ma l'uomo ha ormai perso la fede nel suo datore di lavoro e fugge nel luogo in cui nel passato aveva sepolto il pendolo a forma di croce della moglie per urlare all'uomo in nero di aver cambiato idea, di voler stare dalla sua parte. Qualcuno si avvicina alle sue spalle, ma non è l'uomo che si aspettava di trovare, ma Hurley, che l'ha seguito nella foresta. Hugo Reyes mette a frutto la sua capacità di parlare con i morti per fare da intermediario tra Richard e la moglie Isabella per un ultimo saluto. Quando la donna scompare, Hurley rivela a Richard un ulteriore messaggio da parte di lei: fermare l'uomo in nero.