Il sabato del festival bolognese è particolarmente ricco: si inizia con Il Talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella, presentato nell'ambito della retrospettiva dedicata a Saul e Paul Zaentz, che offre l'occasione per farsi ancora una volta coinvolgere dall'impeccabile interpretazione di Matt Damon, in un ruolo dall'ambiguità sempre affascinante. Si prosegue poi LoveMEATender di Manu Coeman, che riflette sui risvolti etici ed ecologici della dieta occidentale, e, per la rassegna Together, con Waste Land di Lucy Walker. La regista segue una delle ultime iniziative dell'artista internazionale Vik Muniz che, ritraendo i lavoratori di una discarica di Rio De Janeiro, vuole offrire loro una possibilità per esprimere se stessi, per riscattarsi da una vita di sacrificio senza risultati. Accomunati dallo stesso intento sono anche il corto Minor Swing: Storie Sinte di Mattia Pelli, e Cooperanti - Il Seme della Solidarietà di Renato Giugliano, dedicati a realtà in cui l'emarginazione ha lasciato il posto alla speranza e all'integrazione.
Sono ancora le nostre abitudini alimentari a fare da protagoniste in Sushi: The Global Catch di Mark Hall, dedicato alla rapida ascesa del sushi tra i palati di tutto il mondo, e sulle sue conseguenze sull'ecosistema, mentre in Who Is Harry Nilsson (And Why Is Everybody Talkin' About Him?) di John Scheinfeld è un artista apparentemente negletto, ma le cui musiche sono tuttora indimenticabili, a lasciarsi indagare attraverso le testimonianze dei suoi più blasonati colleghi. Jane Weiner, allieva di Richard Leacock, presenta la figura del grande documentarista in Ricky on Leacock, nell'ambito della Selezione Ufficiale, mentre la sezione Together propone The World's Most Fashionable Prison di Chun Kit Mak, incentrato sull'originale iniziativa del designer Puey Quinones, protagonista di un percorso di rinascita e auto miglioramento che coinvolge i detenuti del più grande carcere di massima sicurezza delle Filippine. Il pomeriggio offre poi l'occasione per confrontarsi con le problematiche del post-colonialismo in Rebellion, in cui Mathieu Kassovitz, qui regista e intenso protagonista, cerca di fare luce sul ruolo ambiguo del governo francese nella gestione della crisi del 1988 in Nuova Caledonia. Il film, crudo e spietato ma anche attento a rendere conto degli aspetti più privati e intimi dei suoi protagonisti, è stato preceduto dal frammento Heart Stop Beating, una suggestiva incursione nelle nuove frontiere della chirurgia. Sing Your Song di Susanne Rostock, presentato nella rassegna Contemporary Lives, ripercorre la vita di uno dei simboli più eminenti dell'emancipazione del popolo afroamericano, il cantante Harry Belafonte, mentre la retrospettiva su Saul e Paul Zaentz prosegue con Amadeus di Milos Forman, in cui i due produttori mettono in campo tutta la propria maestria di attenti biografi. In concorso per la selezione ufficiale, Joschka and Sir Fischer di Pepe Danquart mette a confronto la figura dell'attivista politico ed ecologista Joschka Fischer con l'evoluzione socioculturale del suo Paese, la Germania, nell'arco dell'ultimo cinquantennio, riflettendo sul ruolo svolto dal protagonista in questo ambivalente e difficile processo. A chiudere la serata sono due pellicole presentate nello speciale dedicato ai film di Ron Mann: When Pigs Fly di Sara Driver, affresco della periferia americana sulle note di Marianne Faithfull, e il corto Joe Strummer di Jim Jarmusch, che segue le fasi di realizzazione della colonna sonora proprio di When Pigs Fly, regalandoci un Joe Strummer come non si era mai visto.Lo straniero a Bologna: integrazione, riscatto, neocolonialismo
La seconda giornata Del Biografilm Festival ci mette a confronto con l'altro, indagando i rapporti ambigui tra il cosiddetto civilizzato occidente e il resto del mondo, e facendoci scoprire diverse, e migliori, umanità.