La parabola di Ciro di Marzio non si è conclusa nelle acque del Golfo di Napoli, dove lo abbiamo lasciato alla fine della terza stagione di Gomorra colpito al petto da Genny Savastano. Il boss di Secondigliano è ancora vivo e la conferma arriva dal film L'immortale, esordio alla regia di Marco D'Amore, l'attore che ha indissolubilmente legato il suo volto a quello del celebre personaggio della serie e di cui vestirà nuovamente i panni a partire dal 5 dicembre.
Il film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione de L'Immortale - è un esperimento di crossmedialità senza precedenti nel mondo della serialità, uno spin off che farà da ponte tra la quarta e la quinta stagione della serie, come ci racconta in questa intervista lo stesso regista.
L'educazione criminale di Ciro Di Marzio
Ne L'Immortale ritroveremo Ciro di Marzio diviso tra il presente segnato dall'esilio a Riga sul Baltico e i ricordi dell'infanzia subito dopo essere scampato al terremoto dell'Irpinia, nella Napoli degli anni '80, del contrabbando di sigarette, della miseria e dei bambini scugnizzi costretti a crescere in fretta. Molti di quei volti e quelle storie arrivano direttamente dalla memoria di Marco D'Amore: "La realtà che Ciro ha vissuto io l'ho osservata, le storie di cui è stato protagonista io le ho ascoltate e una certa tipologia di bambini li ho visti e vissuti", ci racconta.
Il resto lo ha fatto un grosso lavoro di raccolta di materiali dell'epoca: "Video e testi scritti che raccontano di una città post terremoto abbandonata a se stessa e di un'infanzia orfana dei valori che regolano la vita quotidiana".