Lewis Capaldi: How I’m Feeling Now, la recensione: ritrovare e capire se stessi attraverso la musica

La salute mentale, il Covid, il prezzo del successo: di questo parla Lewis Capaldi: How I'm Feeling Now, il nuovo documentario musicale che si distingue dagli altri, dal 5 aprile su Netflix.

Lewis Capaldi: How I’m Feeling Now, la recensione: ritrovare e capire se stessi attraverso la musica

C'è un nuovo filone che sta prendendo piede a partire da Selena Gomez: My Mind and Me, il documentario musicale di Apple Tv+ uscito qualche mese fa: non interessa più raccontare la scalata al successo di determinati artisti, soprattutto molto giovani, se non per capire le ragioni del fenomeno di massa che travalica la musica (vedi Taylor Swift). Piuttosto ci si vuole concentrare sul prezzo che quel successo comporta, che non è fatto solamente di feste e divertimento ma soprattutto di ansia e stress che può portare anche a conseguenze estremamente dannose per la persona dietro l'artista. In quest'ottica si inserisce la recensione di Lewis Capaldi: How I'm Feeling Now, il nuovo doc. musicale incentrato su un'altra star della musica, disponibile dal 5 aprile su Netflix.

Il prezzo del successo

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Lewis Capaldi - How I'm Feeling Now: una scena del film

"Dopo il successo incredibile del primo album c'era molta pressione per il secondo. Io anche per questo mi sento peggio di prima, invece che rinvigorito dalla fama". È con queste parole che inizia Lewis Capaldi: How I'm Feeling Now ed è così che ci approcciamo a Lewis Capaldi, 26enne di Glasgow travolto completamente dal successo. Un ragazzotto che non incarna nessun ideale di bellezza che la società contemporanea impone, che ha una voce potente e allo stesso tempo strozzata, e che proprio di sentimenti straziati e strazianti ha parlato nelle sue canzoni e proprio grazie a questo ha riscosso un successo mondiale. Un fil rouge interessante che percorre tutto il documentario, tra note e annedoti, che si concentra da un lato su come nasca la musica di Lewis Capaldi e di cosa parli, ma soprattutto dall'altro su come lui abbia affrontato questi anni turbolenti. Someone You Loved, probabilmente il suo brano più famoso, è stato in cime alle classifiche britanniche e americane per ben due anni (2019-2020) e a quel punto è arrivata la responsabilità di bissare il successo.

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In principio fu la pandemia...

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Lewis Capaldi - How I'm Feeling Now: una scena del film

Allo stesso tempo arriva la pandemia a cambiare tutto, prospettive comprese, e costringe Capaldi a tornare a casa della famiglia in Scozia, come è successo a molti di noi durante i vari lockdown. Il ragazzo scozzese ipocondriaco e dal tic facile dovuto allo stress si sente libero solo quando è su un palco ad esibirsi perché sente l'amore che gli torna indietro dai fan, che comprendono le sue canzoni, anche se continua a chiedersi perché dovrebbero venire a vedere lui piuttosto che ascoltarlo a casa e basta. Nel documentario lo vediamo insieme alla famiglia - i genitori, affettuosi e pieni del tipico humour anglosassone, e i fratelli più grandi - e agli amici di sempre, con cui si vede regolarmente al pub e alcuni di loro sono diventati parte del suo entourage. Perché la cosa più importante per l'artista è rimanere con i piedi per terra. Sempre e comunque. Il docufilm si concentra così sul lato intimo e familiare del cantante, per davvero e non per sinossi ufficiale, mostrando tutti i suoi lati più "scomodi" e meno glamour, tutti i suoi tic nervosi: il cantautore si mette a nudo (proprio come farà per la campagna pubblicitaria del suo secondo album) e amici, familiari e collaboratori raccontano il dietro le quinte di com'è vivere, lavorare e "creare" insieme a lui. Tutto parte dal cuore e dall'urgenza di raccontare qualcosa: qualcosa di rotto dentro che si prova ad aggiustare fuori. C'è tanta autoironia e soprattutto autocritica da parte di Capaldi, che deve imparare a fare i conti con se stesso e con le proprie insicurezze e paure.

...e poi fu la salute mentale

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Lewis Capaldi - How I'm Feeling Now: una sequenza

Non manca l'humour che abbiamo citato, come quando ai Brit Awards ringrazia la nonna per essere morta ed avergli permesso di scrivere quella canzone così amata. Molti pensavano infatti che Someone You Loved parlasse della sua ex, concorrente nel reality show Love Island, ma in realtà parla della perdita troppo presto di una persona cara. Qualcosa di simile accaduto con Before You Go, che invece racconta la straziante perdita della zia, sorella della madre, che si è suicidata dopo aver combattuto per anni con l'instabilità psicologica: fu proprio il padre a trovarla in casa mentre gli altri erano fuori a giocare nella neve. Ecco il focus del doc. in tutto e per tutto: l'attenzione per la salute mentale, un argomento di cui sembra che vogliamo parlare nell'audiovisivo per una mera campagna di sensibilizzazione ma in realtà si tratta di molto di più. Vogliamo provare a capire come la società di oggi attraverso i social e l'essere costantemente bombardati di informazioni, insieme al successo a livelli tali, possano fare più male che bene ai giovani più fragili e suggestionabili. C'è un lavoro di montaggio molto interessante nel documentario, che spesso inframezza alcuni attimi dei pensieri che si accavallano confusi nella mentre di Lewis Capaldi, alle sequenze in cui si appresta ad andare sul palco, o ancora sta componendo alla tastiera, l'altro momento in cui si sente ancora più stressato e il suo tic alla spalla peggiora. Lewis Capaldi: How I'm Feeling Now è davvero un viaggio nella mente del cantautore scozzese alla scoperta di se stesso e delle proprie paure, e noi spettatori con lui, a commuoverci e soprattutto a sentirlo vicino come non mai; mentre scoprirà qualcosa anche della propria salute fisica proprio come Selena Gomez nel suo documentario.

Seconda sfida

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Lewis Capaldi - How I'm Feeling Now: un'immagine del film

Ad un certo punto Lewis Capaldi - ricordiamo cugino di secondo grado di Peter Capaldi, il dodicesimo Doctor Who che è apparso nel videoclip di Someone You Loved dato che parlava di una perdita familiare - smette di cantare sul palco di un concerto perché non riesce più a gestire lo stress e il tic fisico che ne deriva. È chiaro per la sua famiglia che bisogna fermare il tour e il ragazzo deve prendersi qualche tempo per riprendersi e vedere un medico. Passano dei mesi in cui molto cambierà, soprattutto la consapevolezza di se stesso. E tornerà con un secondo album 3 anni dopo il precedente e con un nuovo singolo, Forget Me, altrettanto tempo dopo il successo di Someone You Loved. Una traccia che fin dal titolo parla appunto della paura di essere dimenticato dopo un tale successo mondiale, di finire per essere una meteora nel firmamento musicale come tanti altri prima di lui, e allo stesso tempo dimostrare di avere ancora molto da dire attraverso la sua musica. Una canzone che ci ricorda come è stato strano per tutti noi tornare ad una parvenza di "normalità" e "libertà" dopo tre anni, nelle piccole azioni quotidiane come in quelle più grandi. Del voler tornare a casa dopo essere stato a Londra e Los Angeles. Perché quello strazio, quel buco nero, ce lo portiamo dietro per tutta la vita se non impariamo a convincerci, a capirlo, a gestirlo. Speriamo di vedere altri esperimenti musicali nell'audiovisivo del genere, perché risultano molto più interessanti e attuali rispetto all'auto-celebrazione di qualche star che non vuole davvero raccontare e indagare se stessa.

Conclusioni

Di salute mentale nella musica abbiamo parlato nella recensione di Lewis Capaldi: How I’m Feeling Now, che conferma un trend dei documentari musicali recenti che speriamo continui con altri titoli. È molto più arricchente conoscere la persona dietro il fenomeno, la paura dietro la fama, la famiglia dietro il singolo. Un interessante lavoro di regia e montaggio per raccontare i tre anni passati, pandemia compresa, che hanno inficiato molto sul risultato del secondo album e sul suo significato. E ora tutti a Glasgow.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L’intento del documentario di voler raccontare la salute mentale e fisica del cantautore scozzese.
  • Lewis Capaldi si mette totalmente a nudo, senza filtri.
  • Gli aneddoti e le curiosità sulla creazione dei suoi brani e sul loro significato.
  • Il lavoro di montaggio per esprimere la sensazione di disagio costante del cantante.

Cosa non va

  • Chi non apprezza il sentimentalismo della sua musica difficilmente apprezzerà questo documentario.