L'Eternauta. Un nome che forse ai più non dirà molto ma che invece per gli appassionati della nona arte è una sorta di mantra dato che rientra in quei capisaldi intoccabili che hanno cambiato la storia del fumetto non solo locale - in questo caso, argentina - ma anche mondiale.

Fin dall'annuncio di una trasposizione televisiva da parte di Netflix di un titolo fondamentale come questo, scritto da Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López, è facile intuire come ai fan si siano non solo drizzate le antenne ma anche accapponati i peli della pelle all'idea di che risultato avrebbe potuto tirare fuori la piattaforma. D'altronde, già The Sandman sembrava un'impresa titanica da far arrivare sul piccolo schermo, per giunta in binge watching, eppure eravamo stati (felicemente) smentiti. Il colosso dello streaming ci sarà riuscito ancora una volta?
L'Eternauta: una storia come tante altre, eppure no

L'incipit da cui parte la serie Netflix è lo stesso della controparte cartacea: una misteriosa invasione aliena arriva in Argentina come in tutto il mondo attraverso una sostanza simile alla neve che cade dal cielo, come cenere, uccidendo chiunque ne entri a contatto. Un gruppo di amici di vecchia data, durante una canonica partita a carte a casa di uno di loro, è testimone dell'evento più unico che raro. Eppure potrebbero essere destinati a qualcosa di molto più grande. A questo punto scatta una storia di sopravvivenza che è anche una ricerca spasmodica dei propri affetti per arrivare ad una verità inaspettata.
Un adattamento moderno
Ciò che cambia ne L'Eternauta in versione seriale è l'epoca in cui è ambientata la vicenda, ovvero il creatore Bruno Stagnaro ha scelto di attualizzare ai giorni nostri il cuore del racconto. Lo stesso non accade invece coi suoi protagonisti, che rimangono adulti e in là con l'età proprio come nel fumetto d'origine. Un'operazione diversa da Il problema dei 3 corpi ma che comunque inserisce l'avanzamento tecnologico nell'equazione, velocizzando il ritmo di alcune sequenze, probabilmente per avvicinarle al pubblico contemporaneo più smaliziato.

Accade però così anche un cortocircuito: il volumone originale - ripresentatosi di recente con un nuovo capitolo, Il Ritorno - aveva costruito una metafora della situazione geopolitica del Sudamerica di quel periodo storico e una sorta di anticipazione del golpe argentino del 1976 di Jorge Rafael Videla, nel quale tra le vittime si annovera anche lo stesso sceneggiatore del fumetto, desaparecido nel 1978. Arrivando agli Anni Duemila, il serial non può mettere in scena la Storia argentina, non può diventare rivoluzionario a modo proprio, soprattutto considerando i soli sei episodi scelti come numero per iniziare ad adattare l'imponente opera originale. Ciò che rimane però è il patriottismo insito nel Paese, al grido de "l'unione fa la forza".
Meta-narrazione nella serie Netflix

Un altro elemento che caratterizzava l'originale cartaceo era sicuramente l'aspetto meta-narrativo del racconto, a fronte del personaggio principale che fa visita ad un fumettista per raccontargli una storia che faccia da monito su ciò che accadrà - l'invasione terrestre - e questo possa aiutarlo a cambiare il destino del mondo. Anche qui si crea un cortocircuito con la serie tv ma allo stesso tempo, se si riesce a superare il disorientamento iniziale, potrebbe rimanere un titolo da cui lasciarvi sorprendere e coinvolgere, soprattutto a livello di messa in scena, tra regia, fotografia e resa degli invasori così come del mondo fantascientifico narrato. Innescando una sorta di tradizione orale di una storia che si ha il dovere di continuare a diffondere.
Conclusioni
L’Eternauta era un fumetto impossibile da adattare per la sua importanza storico-politica e non solo artistica. Netflix sceglie così di rimodernare il tutto portandolo ai giorni nostri e parlando il più possibile al pubblico di oggi, anche a livello di ritmo e tensione narrativa, oltre al coinvolgimento verso i protagonisti. Sicuramente le sole sei puntate pensate per questo inizio, anche se mancano alcune originalità narrative proprie della controparte cartacea, mantengono una certa efficacia visiva. Da un medium all’altro, però, non tutto è perduto, anzi.
Perché ci piace
- L’identità argentina della storia.
- La tensione narrativa.
- L’estetica.
Cosa non va
- La scelta di attualizzare il racconto potrebbe non soddisfare tutti i lettori del fumetto.
- Il cortocircuito che si crea a livello storico e meta-narrativo.
- Si tratta di una prima stagione.