Lo ammettiamo, abbiamo un fortissimo debole per i summer movies. Quel cinema estivo, frivolo e leggero (ma nemmeno poi tanto, a dire il vero), fatto di storie in cui perdersi e in cui riconoscersi; storie che ci fanno romanticamente sognare ad occhi aperti, ricordando magari di un lontano agosto al mare, tra falò e sguardi complici, prima di perdere per sempre il colore di quegli che ci hanno fatto innamorare. Del resto, si sa, l'estate è tanto bella quanto spietata, tanto esplosiva quanto malinconica. Per questo, i film estivi, che arrivano puntuali come le zanzare, sono per certi versi un rafforzativo all'afa, ai drink del venerdì, al tramonto in spiaggia tirando tardi, che tanto domani non si va a scuola. La lista dei film estivi è ovviamente lunga, ancora più lunga oggi, in quanto gli amati summer movies sembrano aver trovato l'habitat naturale nella distribuzione streaming.
Un'evoluzione naturale per quanto riguarda il genere, offrendo quei divertissement perfetti per l'unica serata casalinga della settimana. Cosa vedere, quindi? Eccolo: l'ottimo L'estate più calda di Matteo Pilati, tornato alla regia dopo il film d'esordio, Maschile Singolare. Il film, disponibile su Prime Video, ha dalla sua una certa onestà di intenti, che si sposa perfettamente con la sensibilità messa in circolo dalla sceneggiatura. E lo rimarchiamo all'inizio della nostra recensione: dal titolo semplice ed emblematico con un tormentone del Festivalbar (ah, che tempi meravigliosi...), L'estate più calda - pur essendo una visione che non richiede chissà quali giri di parole - ci riporta indietro con la memoria, mettendo in scena tutto l'ardore tutta la sensualità della stagione più bollente e più attesa.
L'estate più calda: lui, lei e l'altra
Come equazione pretende, ogni buon film nasce da una buona sceneggiatura. Quella de L'estate più calda, firmata da Pilati stesso, insieme a Giuseppe Paternò Raddusa e Tommaso Triolo, ci porta in un indefinito paese della Sicilia meridionale. Uno di quei paesi affacciati sul mare, che attende l'estate tutto l'anno (e all'improvviso eccola qua) per rianimarsi e risvegliarsi. Ma, gira che ti rigira, ogni spunto per il tipico summer movies parte da un concetto: un'ultima estate da vivere. Come quella che affrontano i tre protagonisti: Lucia (Nicole Damiani) che sta per partire per l'università, dovendosi separare dunque dalla sua migliore amica Valentina (Alice Angelica), e l'ultima di Nicola (Gianmarco Saurino) che sta prendendo i voti per diventare prete. Proprio Nicola, appena arrivato nella parrocchia di Don Carlo (un bravo Nino Frassica), porta scompiglio: bello e teoricamente impossibile, fa girare la testa a Valentina che, con l'aiuto di Lucia, prova a conquistarlo. Tuttavia, Lucia scopre di aver molte cose in comune con l'aspirante prete, provando una fortissima attrazione (ricambiata). Che fare, dunque? L'estate sta finendo, e allora... vada come vada.
L'estate che passa, e poi torna
Perché se l'estate sta già finendo, e un anno se ne va, nessuno ha voglia di diventare grande. Lo cantavano i Righeira, e lo dice L'estate più calda. In questo senso, il film di Matteo Pilati è una sorta di intermezzo tra il dovere e il potere, tra la libertà e il compromesso. Insomma, l'anticamera delle scelte, delle responsabilità, dei doveri. Doveri spirituali, professionali, emotivi. Per questo, il colletto bianco di Nicola è una sorta di pretesto, un MacGuffin: un oggetto proibito che diventa accessibile, e quindi creando lo squilibrio che accende il contesto. L'estate è una parentesi, e all'interno di essa il film spalanca e affronta in modo lieve e a volte ironico (c'è un'irresistibile Michela Giraud in un piccolo ruolo) numerose sfumature che rendono tridimensionale la storia e i personaggi. A proposito di personaggi, se L'estate più calda è una commedia riuscita (senza avere chissà quali pretese, intendiamoci), lo è anche per merito del cast: Gianmarco Saurino, Alice Angelica e Nicole Damiani sono tre interpreti bravi, freschi, credibili.
Volti diversi, poco inflazionati, e decisamente in parte. In questo senso, è interessante il diverso cambio d'attenzione che il regista rimpalla tra i tre protagonisti: tutti e tre sullo stesso piano, mantengono contemporaneamente tre sguardi differenti all'interno della storia, dando così un certo ritmo alla messa in scena tecnicamente efficace: menzione per la cocente fotografia di Alfredo Betrò e per le scenografie di Marinella Perrotta. Al resto, tra baci che incendiano, uccelli di rovo (visto il tema!) e teneri alpaca, ci pensa un'efficace soundtrack: troviamo Fulmini addosso di Francesca Michielin, ma anche gli 883 con Come mai e una vecchia hit del 1980, Il vento caldo dell'estate di Alice (ma composta da Franco Battiato). Una hit suggestiva e malinconica. Come l'estate che passa, e che tornerà ancora e ancora.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di L'estate più calda, il film in streaming su Prime Video è una buona commedia estiva, che sfrutta un buon cast e una buona sceneggiatura. Nulla di indimenticabile, eppure il tono generale risulta onesto e coeso con le intenzioni iniziali ricercate da Matteo Pilati che, dopo Maschile Singolare, compie un ulteriore passo.
Perché ci piace
- L'estate!
- Il cast.
- Il finale.
- La leggerezza...
Cosa non va
- ... una visione leggera, appunto, senza troppi guizzi.
- Alcune scelte sembrano costruite appositamente per la fruizione streaming.