Les garçons sauvages: il futuro è androgino

Presentato alla Settimana Internazionale della critica della 74esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia Les garçons sauvages, primo lungometraggio di Bertrand Mandico: citando Burroughs e Il signore delle mosche, il regista costruisce un affasciante caleidoscopio in bianco nero che gioca con la sessualità dei suoi protagonisti.

The Wild Boys: un'immagine tratta dal film
The Wild Boys: un'immagine tratta dal film

Alla conferenza stampa di presentazione del programma della SIC - Settimana Internazionale della critica della 74esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, era stato presentato come "film scandalo" del concorso: Les garçons sauvages, titolo internazionale The Wild Boys, opera prima di Bertrand Mandico, in effetti è sconvolgente nella sua anarchia.

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Ispirandosi ai romanzi Ragazzi selvaggi (1971) di William S. Burroughs (che ha dato spunto ai Duran Duran per la loro celebre canzone "Wild Boys" ed era uno dei preferiti di David Bowie) e Il signore della mosche (1954) di William Golding, Mandico segue con curiosità un gruppo di ragazzi violenti e dal volto angelico, che sognano di fare gli attori e sono devoti a Trevor, un'entità rappresentata da un teschio luccicante (che ricorda il simbolo dello stilista Alexander McQueen), che li spinge a fare fuoco e fiamme, quasi fossero i figli di Alex DeLarge e della sua banda.

The Wild Boys: un'immagine del film
The Wild Boys: un'immagine del film

Processati per un crimine terribile, il gruppo di ragazzi è condannato a passare diversi mesi nelle mani del Capitano (Sam Louwyck), lupo di mare che promette di azzerare la loro aggressività portandoli su un'isola misteriosa, la Dress Island (Isola delle sottane), ricoperta da una vegetazione lussureggiante, quasi erotica nel suo ricordare organi sessuali maschili e femminili.

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Il futuro è sessualmente incerto

The Wild Boys: una scena del film
The Wild Boys: una scena del film

Riprendendo le sue protagoniste in uno splendido bianco e nero, reso sporco dall'uso della pellicola, graffiata come se il film fosse una reliquia del cinema muto, Mandico crea un affascinante caleidoscopio in chiaro scuro, ritraendo le sue ragazze-ragazzi come una band glam rock intenta a girare un video musicale, in cui la sessualità è confusa e sfumata, gli organi sessuali maschili si scambiano con quelli femminili, i seni crescono improvvisamente e l'appetito sessuale resta immutato.

Tra citazioni di Arancia meccanica (1971), I 400 colpi (1959) e Il portiere di notte (1974) (uno dei protagonisti è la copia di Charlotte Rampling con bretelle e capelli corti), Les garçons sauvages è un sogno allucinato e attraente, in cui a contare non è il sesso dei protagonisti, ma la loro voglia sfrenata di vita e morte, che non cambia con il cambiare dei loro genitali. Una dichiarazione d'amore per il cinema e la libertà, anarchia e folle come un brano rock anni '70.

Movieplayer.it

3.5/5