Esplorare il lascito materiale, ma soprattutto immateriale del genio di Da Vinci cercandone le tracce in 8K, grafiche animate e ricostruzioni in 3D, attraverso i segni che il tempo ha lasciato sulle sue opere. È il documentario di cui ci accingiamo a parlare in questa recensione di Leonardo Cinquecento, che arriva nelle sale italiane il 18, 19 e 20 febbraio, nell'anno che segna i 500 anni dalla morte dell'inventore, artista e scienziato italiano. Sarà così possibile (ri)scoprire come Leonardo da Vinci abbia pervaso tutti i campi della conoscenza e della tecnologia, seguendone le orme fino ai nostri giorni.
Il metodo di ricerca: da Leonardo a noi
Un genio a 360°: dall'ingegneria militare e civile all'urbanistica, dall'osservazione della natura fino alle discipline artistiche e all'anatomia umana, Leonardo Cinquecento non tralascia mai la complessità del personaggio, sforzandosi di inserirlo nel contesto contemporaneo delle eccellenze italiane.
Grazie alla consulenza scientifica dei più grandi studiosi a livello internazionale, il regista Giuseppe Invernizzi ripercorre i passaggi fondamentali della vita di Leonardo, dalla bottega del Verrocchio e il periodo fiorentino fino alle esperienze alla corte del duca di Milano, Ludovico Il Moro, e l'arrivo in Francia. Ogni aspetto del suo lavoro rappresenta le radici potenti di un albero le cui fronde danno ristoro all'Uomo contemporaneo.
Le macchine di Leonardo
Le idee di urbanistica e nel campo della difesa militare di Milano ancora oggi pervadono la città. Per oltre 400 anni Da Vinci ha ispirato lo sviluppo dei Navigli in tema di energia, navigabilità, irrigazione, mentre Stefano Boeri, protagonista della rinascita meneghina pre e post Expò 2015, svela l'attualità di Leonardo, colui che per primo pensò lo sviluppo a livelli delle città rinascimentali. In un certo senso, proprio il Bosco verticale di Boeri amplia l'idea di Leonardo, portando "in alto" la natura per espanderla al di sopra del territorio cittadino ormai saturo.
Gli studi leonardeschi di anatomia hanno un'eco importantissima nel lavoro sullo Human Brain Project, che studia le menti umane connettendole in wireless, o in ricercatori come Gianvito Martino dell'Ospedale San Raffaele e Antonio Bicchi della Normale di Pisa, a capo del Soft Robotics Lab for Human Cooperation and Rehabilitation. La passione nello studio di macchine per l'uomo si propaga alla robotica, spintasi fino a intrecciarsi con la biologia: parti bioniche dopo le amputazioni o le lenti a contatto, le protesi più diffuse al mondo e già teorizzate dal genio fiorentino nel 1530.
In Leonardo Cinquecento è continua la ricerca di codici, nei dipinti (come potrebbe mancare La Gioconda?), nelle macchine della voce del Genio, che parla all'interlocutore in un costante scambio, citando i contributi più importanti del Leonardo letterato che continuano a ricordarci che la sapienza è figlia dell'esperienza e che l'ignoranza non è in grado di mantenere le sue effimere promesse.
Movieplayer.it
3.5/5