Dopo Back Soon (2008) e Queen of Montreuil (2011, passato alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia), L'effetto acquatico rappresenta l'ultimo capitolo di una trilogia comico-romantica che, con storie diverse e più di qualche personaggio centrale in comune, si svolge tra l'Islanda e la città francese di Montreuil. Per l'islandese di adozione francese Sólveig Anspach, regista tra l'inizio degli anni Novanta e i primi anni Duemila anche di diversi documentari, si tratta di una sorta di testamento artistico.
L'autrice infatti, qui anche sceneggiatrice insieme al collaboratore di lunga data Jean-Luc Gaget, è scomparsa a causa di un tumore nell'agosto dello scorso anno mentre si dedicava al montaggio, portato poi a termine dallo stesso Gaget insieme ad altri membri della troupe.
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L'amore, la piscina e l'Islanda
Agathe, che nel precedente Queen of Montreuil aveva affrontato la morte del marito cercando in seguito di riprendere la propria attività di regista cinematografico, oggi è un insegnante di nuoto nella piscina comunale della sua città, Montreuil. Quando l'operatore di gru quarantenne Samir si accorge di lei in un piccolo locale ne rimane subito colpito e, una volta appreso il lavoro che fa, decide di far finta di non saper nuotare per partecipare alle sue lezioni. Da questo momento, tra imbarazzi, situazioni giocose e qualche bugia di troppo, partono le bizzarre disavventure amorose dei due, che inaspettatamente si ritroveranno insieme in Islanda, nel contesto di una convention internazionale di istruttori di nuoto. Qui Agathe ritroverà Anna, la protagonista di Black Soon, conosciuta a Montreuil nel secondo film della trilogia.
Una divertente commedia romantica con qualche difetto
L'effetto acquatico è una piccola commedia vivace, surreale e felicemente scanzonata che, nonostante alcuni momenti comici meno riusciti rispetto ad altri e qualche accelerazione nella trama non del tutto convincente, soprattutto nel terzo atto, risulta nel complesso spassosa e godibile. I momenti esilaranti sono diversi. Si pensi ad esempio alla scena in cui Samir, spacciatosi per il delegato israeliano in ritardo e chiamato in causa da Agathe davanti a tutti durante il convegno, se ne esce con un improbabile progetto legato alla costruzione di una piscina in sinergia con i palestinesi; oppure, si faccia riferimento ai vari momenti dei primi venti minuti del film ambientati nella piscina di Montreuil in cui sempre Samir, nel disperato tentativo di conoscere meglio Agathe, si sottopone a degli esercizi di solito riservati esclusivamente ai bambini.
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Florence Loiret Caille e Samir Guesmi: una coppia che funziona
Il più evidente punto di forza del film, al di là dell'approccio di fondo ironico e bizzarro che ne fa una sorta di inno alla vita giocoso e privo di grandi pretese, risiede ad ogni modo nelle performance dei bravi Florence Loiret Caille e Samir Guesmi, esperti ma poco conosciuti al di fuori dei confini francesi. L'alchimia tra i due attori transalpini è senz'altro buona e permette al film di sfruttare al meglio il potenziale comico insito nella sceneggiatura.
Di Guesmi in particolare colpisce la capacità di far ridere o sorridere, a seconda dei casi, anche solo facendo affidamento alla mimica facciale e ai movimenti impacciati del proprio corpo. Non sarà certo un film particolarmente originale, profondo o che verrà ricordato negli anni a venire, ma L'effetto acquatico, nonostante qualche calo di ritmo nell'ultima parte, diverte e intrattiene con un certo gusto, rappresentando una valida opzione per chi, tra fine agosto e i primi giorni di settembre, volesse passare al cinema un spensierata ora e mezza tra piscina e paesaggi islandesi.
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3.0/5