Le verità, vi prego, sul passato
Thriller psicologico basato sulla dubbia salute mentale di Susan Sarandon nel ruolo di Sophie, una famosa illustratrice, madre affettuosa e moglie profondamente innamorata che, dopo la morte della madre, si trova ad affrontare un passato di brutti ricordi, sprofondando così in un vortice di paura e paranoia che mette a repentaglio il suo nucleo familiare.
Le verità negate da troppo tempo nascoste sotto il tappeto della memoria, emergono in un fumo di polvere che l'artista vorrebbe riportare sulle sue tele, ma senza riuscirci, i suoi sforzi si traducono in un monte di fogli accartocciati sul pavimento del suo studio.
L'attaccamento alla famiglia e il timore di perderla fanno nascere in lei un maniacale scetticismo: si convince che l'assistente di suo marito, una bellissima e misteriosa Emily Blunt, Mara, si introduca segretamente in casa sua con lo scopo di portarle via l'uomo che ama e le sue due splendide figlie, la sua vita insomma. Dopo la scomparsa di alcuni giocattoli delle bambine, foto di famiglia e del suo vestito preferito, Sophie comincia a perdere il controllo: non riesce più a dormire, a concentrarsi sul lavoro, a dedicarsi alla sua famiglia. Inizia addirittura a pedinare la donna sospetta ed è così che, una volta scoperta, finisce in tribunale.
Il sospetto che suo marito Craig la tradisca contribuisce a minare il suo rapporto coniugale. Lui, uomo paziente e comprensivo, nonché un affascinante architetto di successo interpretato da Sam Neil (Jurassic Park), cerca in tutti i modi di distoglierla dalle sue ossessioni, avvisandola anche del pericolo che sta correndo di rovinare la serenità familiare e la felicità delle loro figlie. L'unico risultato è che Sophie rimane sola con le sue paure, nessuno le crede, arriva al limite della pazzia non riuscendo più a distinguere la realtà dalle sue allucinatorie manie di persecuzione.
Fin dalle prime scene Le verità negate, scritto e diretto dall'australiana Ann Turner, impone allo spettatore il sospetto di una minaccia incombente. I flash su piccoli dettagli insieme ad una musica particolarmente enfatizzante (David Hirschfelder), appaiono come il preludio di un imminente stravolgimento, continuamente rimandato. Ne esce un interessante gioco di suspense tra una tensione reclamata poi subito fatta cadere. Purtroppo però la catena d'ansia per gli eventi dura meno di mezzora, poi s'innesca una sorta di "a lupo a lupo" e misteri non svelati non tengono più col fiato sospeso. Le verità, benché negate, sono facilmente intuibili e diventano, ahimé, scontate prima del previsto.
Nulla da dire agli attori: Susan Sarandon, brava come al solito, dona sostanza espressiva alle scene; Sam Neil, con i suoi occhioni azzurri sempre sgranati, è l'altra Hollywood star che impreziosisce il cast; Emily Blunt, probabile astro nascente d'oltremanica, è da considerarsi non solo per il suo fisico perfetto, ma anche per le sue doti interpretative ( molto più brillante e credibile, però, come nevrotica segretaria ne Il diavolo veste Prada).