Lav Diaz: "Racconto l'orrore per restare umano"

Uno dei principali candidati al Pardo d'oro si racconta riflettendo sull'infuenza della natura nel suo lavoro e sul dovere etico di raccontare la storia delle Filippine al mondo.

Il regista filippino Lav Diaz fa film dagli anni '90 ed è molto amato dalla critica, ma è la prima volta che viene invitato a partecipare a uno dei grandi festival nel concorso ufficiale. Il suo From What Is Before, trionfo di uno stile lento e meditativo che è il suo marchio di fabbrica, ipoteca seriamente il Pardo d'oro. Eppure Diaz è emerso in un contesto commerciale come quello degli spot pubblicitari. "Volevo essere libero e siccome sono molto pigro ho deciso di utilizzare queste inquadrature lunghe e lente che risultano molto riposanti" scherza l'autore filippino. "Il mio paese è pigro. Ci mettiamo a sedere sotto un albero per ore, camminiamo 12 ore al giorno e facciamo l'amore per un periodo altrettanto lungo".

In From What Is Before Lav Diaz analizza la grande storia che entra a far parte delle vite degli abitanti di un villaggio ai margini della giungla per influenzarne inesorabilmente le vite. "Questo film fa parte di una mia ideale trilogia. From What Is Before è ambientato due anni prima dell'introduzione della Legge Marziale, Evolution of a Philippino Family rappresenta il punto centrale della trilogia e poi c'è il tema della Legge Marziale, l'evento che rappresenta il punto più oscuro della storia delle Filippine e che voglio affrontare presto. Migliaia di filippini sono stati torturati, molti sono stati fatti sparire e non se ne è saputo più niente".

La dittatura della natura

From What Is Before: un primo piano di Lav Diaz a Locarno 2014
From What Is Before: un primo piano di Lav Diaz a Locarno 2014

Il cinema di Lav Diaz è noto per la lunga durata e per i tempi dilatati. Come spiega lo stesso regista, che cita come modelli Rossellini e Tarkovskij: "Noi abbiamo un concetto diverso del tempo rispetto agli occidentali. Misuriamo il passare delle ore sugli eventi naturali, sulla durata di un'alba o sul tempo che il riso impiega a maturare. Siamo un paese composto da un migliaio di isole piene di zanzare e lucertole, ma in generale tutta l'Asia viene condizionata dagli eventi naturali. Alla distruzione seguono la rinascita e la rigenerazione. Tutti gli abitanti attendono il momento della rinascita, anche perché le Filippine sono uno dei paesi più colpiti da tifoni. Ho girato Century of Birthing proprio dopo il passaggio di un tifone e le location sono martoriate. Per questo la natura è un elemento fondamentale della mia poetica e i miei film necessitano di location adeguate. Anche per From What Is Before abbiamo cercaro un luogo ideale da cui partire, altrimenti non ci sarebbe stata la storia. Trovata la location, il resto viene naturale". Quale è il percorso creativo di Lav Diaz di fronte a una nuova idea? "Creare un film, per me, è un processo organico e mi circondo sempre di collaboratori di cui mi fido. Siamo come una comune. La notte scrivo la sceneggiatura e di giorno giriamo. Non abbiamo fretta perciò di solito giriamo due scene al giorno e lavoriamo a lungo sull'estetica".

Il bianco e nero, retaggio dell'inconscio

From What Is Before: una scena del film
From What Is Before: una scena del film

Riguardo alla libertà artistica di cui gode, Lav Diaz spiega: "Oggi è mio diritto poter raccontare la storia delle Filippine in libertà, quindi non ho problemi a farlo. Raccontare la verità è un modo di essere umani. Mi piacerebbe che i miei film arrivassero a un pubblico piuù ampio, anche in Europa, magari divisi a puntate". Il regista filippino conferma la sua attenzione alle nuove tecnologie e all'uso del digitale che gli permette di avere anche libertà d'azione nel muovere la sua telecamera riprendendo in modo documentaristico le sue Filippine. Riguardo all'uso del bianco e nero, presente in quasi tutti i suoi film, il cineasta spiega che "il bianco e nero è un modo diverso di raccontare le cose. Sono cresciuto guardando film in bianco e nero e il mio subconscio mi spinge in questa direzione. In Norte, The End of History ho usato il colore per una questione di location. Sono andato dove Marcos è nato ed erano luoghi talmente belli che ho sentito il bisogno di restituirli in modo ancor più realistico". Per quanto riguarda la presenza delle lunghissime inquadrature che rendono il suo cinema così riconoscibile, queste sono "totalmente istintive. C'è un istinto primario che mi guida a seguire i personaggi e gli ambienti per tutto il tempo necessario".

Raccontare la storia delle Filippine è un dovere etico

From What Is Before: Dea Formacil Chua in una scena del film
From What Is Before: Dea Formacil Chua in una scena del film

Non amo inserire la violenza nei miei film, ma le torture del regime ci hanno segnato per sempre. Il vero orrore non l'avete visto perché è dentro di noi

From What Is Before è caratterizzato dalla presenza di una voice over che raccoglie memorie sparse rievocando la storia di un intero paese. "La voice over è composta da molte voci, in realtà. Può rappresentare me o le voci del villaggio o addirittura quelle di un intero paese. La nostra storia è diversa da come la raccontano i libri, è molto complicata e io cerco di evocarla alla mia maniera. Credo sia un dovere etico per gli artisti. Mi muovo su due binari diversi, uno realistico/documentaristico e uno fantastico. Parlando con gli anziani dei villaggi in cui giro scopro ogni volta qualcosa di nuovo. La nostra è una cultura fatta di miti archetipi. Il regime del dittatore Marcos ha tentato di cancellare tutto questo, per questo nei miei ultimi ho sentito il bisogno di occuparmi di quest'epoca. Norte, the End of History è ispirato a Delitto a castigo, ma racconta anche la genesi di un personaggio fascista che ricorda l'ascesa di Marcos. Ho scelto la metafora di questo personaggio negativo per raccontare la genesi della dittatura e il male che ci ha fatto. Nel 1981, mentre era in fase di costruzione il Manila Film Center, ci fu un grave incidente. Una parte del tetto crollò e ci furono 169 vittime. Imelda Marcos, la moglie del presidente, cercò di far insabbiare tutto per evitare che il mondo venisse a sapere tutto ciò. E' stato un incubo. L'edificio esiste ancora oggi, ma è solo un fantasma che ci ricorda questi orrori. Imelda Marcos è ancora qui, il figlio è senatore e il loro denaro è proprio qui in Svizzera. Danzano ancora per le strade sui nostri cadaveri". Agli orrori del regine è dedicato il finale di From What is Before. Al riguardo Lav Diaz commenta: "Non amo inserire la violenza nei miei film, ma le torture del regime ci hanno segnato per sempre. Il vero orrore non l'avete visto perché è dentro di noi".