Las Azules, la recensione: femminismo in blu in una serie crime d’epoca

La prima forza di polizia femminile messicana della storia è al centro di Las Azules (Women in Blue), il crime drama in lingua spagnola con protagonista Bárbara Mori, insieme a Ximena Sariñana, Natalia Téllez e Amorita Rasgado. In streaming su Apple TV+.

Le protagoniste di Las Azules in una foto promozionale.

Il concetto di femminismo è spesso fuorviante e viene mal interpretato senza prima cercare di capire qual è la reale angolazione o prospettiva (magari nuova) con cui viene raccontato o analizzato. In questa circostanza specifica, ovvero quello della nuova serie Apple TV+ Las Azules (Women in Blue), dovremmo parlare forse più correttamente di un racconto di indipendenza femminile. Il contesto è relativo a quello del primo gruppo di donne poliziotte del Messico, realmente esistito negli anni Settanta e qui ovviamente romanzato. Donne che ebbero la possibilità di farsi valere e dimostrare le proprie capacità in un mondo maschilista nel quale erano controllate dai padri, dai fratelli e dai mariti.

Galeotto fu il serial killer

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Confronto fra moglie e marito nella serie

Incredibile a dirsi ma è "grazie" ad un assassino soprannominato "The Undresser" (ovvero colui che spogliava le sue vittime) che le protagoniste di questa storia hanno avuto la loro chance. Alla quarta vittima di fila, l'uomo che aveva fatto vincere il nuovo presidente messicano alle elezioni, ha l'idea rivoluzionaria di dare visibilità a tutte coloro che fino a quel momento si erano sentite nell'ombra: le madri, le figlie, le sorelle che timidamente e sommessamente svolgevano i lavori domestici senza chiedere nulla in cambio, magari mostrando qualche interesse lavorativo qui e là ma senza mai venire prese sul serio, soprattutto per impieghi di un certo prestigio e valore. Ora però gli uomini della loro vita dovranno ascoltarle per forza quando decidono di rispondere a questa "chiamata alle armi" che è di fatto una facciata pubblicitaria ma che allo stesso tempo potrebbe dare loro l'occasione che cercavano. Del resto, la Storia (e l'esperienza) ci insegnano che bisogna cogliere le opportunità che si presentano alla nostra porta, anche se si tratta di compromessi che arrivano sotto altre forme, se poi alla fine ci si guadagna qualcosa.

Las Azules, alias le "donne in azzurro"

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Il duro addestramento delle prime donne poliziotto

Il titolo della serie, ideata dal regista e showrunner Fernando Rovzar e da Pablo Aramendi, fa riferimento al colore della divisa di polizia messicana, segno di potere ma anche di responsabilità. Lo sguardo si concentra su quattro donne che sfidano le norme ultraconservatrici dell'epoca: María (Bárbara Mori), una madre e moglie che scopre il tradimento del marito nonostante abbia fatto tutto come si deve; sua sorella Valentina (Natalia Téllez), la pecora nera della famiglia, che protesta da sempre contro le forze dell'ordine ma vede in questa occasione l'opportunità di aggiustare il sistema dall'interno; Gabina (Amorita Rasgado), ultima in una famiglia di poliziotti che però non vogliono vederla in quel ruolo essendo l'unica femmina; Ángeles (Ximena Sariñana), studiosa e possibile analista di impronte digitali, che vive con la nonna e vuole potersi permettere qualche spesa extra che il lavoro corrente non le consente e che non le dà possibilità di carriera. Queste donne verranno selezionate per una prova lunga e dura, con a capo un ex poliziotto caduto in rovina, l'unico folle a poter prendere le redini di un progetto talmente surreale per l'epoca, decidono di avviare un'indagine parallela e segreta per catturare il killer che sta colpendo proprio il loro stesso sesso.

Un crime drama atipico

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La soddisfazione personale del raggiungimento di un'obiettivo

Las Azules è un serial dalle tinte crime particolare, poiché unisce dramma e commedia, ma senza eccedere come capita spesso alle produzioni in lingua spagnola. Inoltre mescola temi, toni e (sotto)generi (forse troppi), anche attraverso la fotografia fatta di contrasti di tinte unite, e un uso della regia dinamico (proprio come il montaggio), facendo il verso agli addestramenti militari dei war movie e ai grandi thriller internazionali. Del resto, la stessa Maria è da sempre un'appassionata di libri gialli ed è di solito abbastanza brava a scovare il colpevole, e più di qualche personaggio femminile ha una passione smodata per le telenovela coi loro colpi di scena improbabili, proprio come alcuni della stessa serie tv. Forse viene messa troppa carne al fuoco dagli autori e forse si poteva ridurre il racconto a meno di dieci episodi da un'ora ciascuno. Allo stesso tempo, però, non possiamo non lodare la leggerezza di quest'opera che riesce comunque a raccontare eventi estremamente drammatici e decisivi per la storia messicana, un po' inventando, un po' attenendosi a testimonianze dell'epoca.

Conclusioni

Las Azules è un ulteriore punto di vista sull’indipendenza femminile. Un romanzo di formazione di donne (più o meno) adulte e vestite di azzurro. Il colore, in questo caso, del potere ma anche della libertà delle protagoniste, che dovranno scontrarsi con i tabù e le regole dell’epoca per provare a trovare il proprio posto nel mondo e, soprattutto, nel proprio microcosmo casalingo e lavorativo. La chiave sta tutta non nel potere, ma nell’utilizzo di quel potere, derivante da un distintivo (un simbolo) applicato al petto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • L’idea di raccontare la prima forza di polizia femminile in Messico.
  • Coniugare il romanzo storico al poliziesco e alle storie personali e sentimentali dei personaggi.
  • L’uso dei colori e della fotografia, unito a regia e montaggio dinamici.

Cosa non va

  • Troppe storyline e sottotrame.
  • Una durata forse eccessiva nel complesso.