Un film sul lavoro, o meglio, sulla formazione al lavoro, come sottolinea la nostra recensione de L'apprendistato. Davide Maldi è un regista romano che si è inventato un metodo di lavoro da guerrilla filmaking per girare le sue opere in totale libertà. Per L'apprendistato, Maldi ha esplorato in lungo e in largo l'Italia alla ricerca della scuola giusta per poi fermarsi all'Istituto Alberghiero Mellerio Rosimi di Domodossola che, dopo una rigorosa formazione, sforna personale per strutture ricettive di lusso.
Lavorando da 'one man troupe', Davide Maldi è entrato in punta di piedi in una classe composta da solo cinque alunni rendendosi invisibile nel riprendere i dubbi, le intemperanze, le incertezze e la svogliatezza di una manciata di quattordicenni chiamati a scegliere così presto il mestiere della vita. Se si escludono preside e insegnati della Scuola Alberghiera, il mondo degli adulti è assente dal film di Maldi che sceglie di concentrarsi sul punto di vista dei suoi giovani interpreti, in particolare del vivace Luca, il più insofferente alle imposizioni scolastiche.
Cultura versus Natura
Pur essendo una scuola di stampo pratico, l'Istituto Alberghiero di Domodossola esige una preparazione e una disciplina fuori dal comune che possono risultare opprimenti per dei quattordicenni, ma questo sembra diventare uno degli elementi cardine del discorso portato avanti da Davide Maldi. Ancor più paradigmatico è il fatto che già a quell'età i ragazzi siano chiamati a filtrare ogni comportamento in ottica lavorativa preparandosi al meglio per quello che diventerà il loro mestiere. Nel tentativo di ritrarre questo limen, il passaggio dall'adolescenza spensierata alle responsabilità della vita adulta, il regista adotta un approccio naturalistico insolito per un'opera che non è finzione, ma non può neppure essere considerata un documentario vero e proprio. Questa natura ambigua genera nello spettatore la curiosità di scoprire quanto di ciò che sta vedendo sia reale e quanto finzione cinematografica.
A contribuire a questo cortocircuito è la figura di Luca, incontro fortuito per Davide Maldi che si è trovato davanti all'obiettivo della telecamera un ragazzino taciturno e al tempo stesso carismatico, enigmatico nelle sue piccole ribellioni a quella disciplina scolastica che sente troppo stringente, lui che sogna di passare il tempo tra gli amati boschi. Luca proviene da un paesino di montagna, caccia e pesca sono le sue attività abituali, e questo si evince dalle discussioni con gli insegnanti riprese con sguardo neutro. Questa dicotomia tra natura e cultura, insieme all'attenzione per l'adolescenza, sembra una costante nella filmografia di Davide Maldi riproposta in diverse varianti. Ne L'apprendistato appare ancora più prepotente nel contrasto tra le immagini claustrofobiche della scuola, con gli studenti impeccabili nelle loro linde divise da cameriere, e gli inserti all'aria aperta in cui vediamo Luca immergersi nella natura.
L'apprendistato, Davide Maldi: "Vi racconto cosa significa imparare un mestiere a 14 anni"
L'adolescenza oggi
In un'epoca in cui si continua a parlare di disoccupazione giovanile, di ragazzi privi di motivazioni e intraprendenza, L'apprendistato si rivela un documento prezioso perché fotografa una realtà assai diversa in cui i giovani vengono formati per entrare a far parte di un bacino di personale altamente specializzato di cui sembra esserci continua richiesta. In questo romanzo di formazione ambientato nel mondo del terziario Luca arriverà a comprendere l'importanza della scuola in un'improvvisa maturazione di cui non sono note le cause.
Al regista non interessa indagare il background a cui appartengono i cinque studenti della classe presa in esame quanto mostrarne il comportamento tra le mura scolastiche, in questo microcosmo che assorbirà ogni loro energia per un intero anno, osservandone mutamenti, umori e scoperte con sguardo diretto, ma neutrale.
Conclusioni
Come mette in luce la nostra recensione de L'apprendistato di Davide Maldi, il film è un oggetto di difficile categorizzazione che si colloca a cavallo tra documentario e finzione nel seguire con rigore naturalistico i cambiamenti degli studenti di una prima superiore della Scuola Alberghiera di Domodossola. Davide Maldi lavora da solo rendendosi il più possibile invisibile nel riprendere gli oggetti della sua indagine, lasciando che sia la materia stessa a scrivere la storia del film. In questo caso è provvidenziale la presenza di Luca, studente svogliato e insofferente alle regole che diviene con naturalezza l'oggetto primario della narrazione.
Perché ci piace
- Uno sguardo nuovo e originale sul mondo del lavoro realizzato con rigoroso stile naturalistico.
- La modalità di lavoro adottata da Davide Maldi è una boccata d'aria fresca nel cinema italiano.
- La scelta di lasciare che sia il materiale oggetto dell'indagine a indicare la storia è foriero di possibilità...
Cosa non va
- ...che però rimangono in parte inespresse in un film talmente libero da chiedere allo spettatore uno sforzo di lettura ben superiore a quello a cui è abituato.
- Il modo in cui è fotografato l'ambiente scolastico di Domodossola lascia trapelare una cupezza che domina tutto il film.