Robin Wright ha celebrato il felice esordio alla regia con Land in questa edizione virtuale del Sundance 2021. Nel film, la Wright interpreta una donna che, dopo aver subito una grave perdita, decide di lasciare tutto e trasferirsi in una baita isolata in montagna. Qui dovrà imparare a sopravvivere a contatto con la natura selvaggia, ma ad aiutarla interverrà un esperto cacciatore interpretato da Demian Bichir. Robin Wright confessa di aver deciso di dirigere un film subito dopo aver sperimentato l'esperienza della regia in House of Cards: "Ho aspettato la fine della serie per concentrarmi sul tipo di film che volevo fare. Come prima esperienza da regista è stata davvero estrema, visto che abbiamo vissuto nella location che vedete nel film, un cottage in montagna a 2500 metri. Un ambiente radicalmente diverso a quello a cui ero abituata".
In un primo tempo, Robin Wright non voleva recitare in Land. A convincerla è stato il budget ridotto: "Avevamo una finestra temporale per i finanziamenti e 29 giorni per girare quattro diverse stagioni. Siamo andati in Canada ed era pieno di neve, sapevamo già che avremmo incontrato un sacco di difficoltà così il produttore mi ha chiesto 'Perché non lo fai tu? Sei già qui'". Riflettendo sulle differenze tra i ruoli di attore e regista, la Wright confessa di adorare la collaborazione, "che è la base del lavoro del regista. La recitazione è un mestiere più solitario. Te ne stai chiuso nel trailer a guardarti nello specchio e a memorizzare le battute. Il regista lavora con tutti i reparti, adoro la collaborazione, l'evoluzione degli attori e ciò che ogni singola persona porta nel film".
Preparazione per la natura selvaggia
Pur non citandolo esplicitamente, Land ha parecchio in comune con Into the Wild, diretto dall'ex marito di Robin Wright, Sean Penn. La location impervia, l'isolamento e la lotta per la sopravvivenza sono temi che uniscono i due film. "La montagna dove abbiamo girato si trova a un'ora e mezza da Calgari. Quando c'è il ghiaccio è ancora più lunga" spiega Robin Wright. "Abbiamo scelto di girare in una vera baita in montagna invece che ricostruirla in studio. Questo ci ha permesso di essere parte degli elementi atmosferici. Ogni giorno sul set c'erano gli orsi, uno è perfino entrato nel trailer-cucina. Sanno addirittura aprire le porte. L'orso che vedete nel film è digitale perché non ce ne potevamo permettere uno addomesticato, ma di orsi veri ce n'erano quanti ne volete".
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A condividere questa esperienza cinematografica estrema con Robin Wright c'è un divertito Demián Bichir che loda le sue capacità registiche: "Non è la prima volta che lavoro con una regista attrice, mi piace molto questo tipo di esperienza e mi è piaciuto molto vedere con quanta grazia Robin comandava tutti. Questo è ancora un mondo di uomini, abbiamo bisogno di più registe". Bichir descrive anche l'impegnativa preparazione per il suo personaggio: "Ho imparato un sacco di cose. Mi hanno addestrato a pescare, cacciare, preparare le trappole, tagliare la legna, sopravvivere. Altri trucchi li ho imparati dall'orso: come aprire la porta del trailer e rubare il cibo. Tagliare la legna è molto difficile, devi centrare la metà esatta del ceppo o rischi di tagliarti una gamba".
Come dirigere se stessi... e sopravvivere
Quest'anno i cineasti che hanno fatto parte del programma del Sundance Film Festival non hanno potuto godere dell'atmosfera della manifestazione per via dell'emergenza sanitaria che ha costretto a un'edizione virtuale. Per Robin Wright "questa esperienza è preziosa, anche se siamo a casa, perché dopo l'ultimo anno niente è scontato. Tra qualche anno ci guarderemo indietro e diremo 'Non sono più quella di prima'. Io, che ho sempre l'istinto di abbracciare tutti, adesso non ci penso più. Ma volevo che il mio film mandasse un messaggio positivo e voglio che le persone lo possano vedere. Usciremo il 12 febbraio nei pochi cinema aperti e poi in digitale anche se è triste vedere un film che mostra quando sia maestosa la natura in condizioni inadatte". Demian Bichir si dichiara un sostenitore delle nuove tecnologie e delle nuove forme di distribuzione: "Adesso abbiamo questo e lo dobbiamo usare. So che i film sono destinati al cinema e solo lì si possono apprezzare bene. Questa situazione è provvisoria, ma tutti sappiamo cosa abbiamo perso. Mi auguro che quando i cinema riapriranno le persone torneranno in sala".
Land è un inno al potere curativo della natura, ma è anche l'occasione per il felice incontro tra Robin Wright e Demian Bichir. "Quando è venuto a casa mia la prima volta per parlare del film c'è stata una connessione immediata" rivela la regista. "So che capisce senza bisogno di entrare nei dettagli, è nato per interpretare questo ruolo. Ridevamo tutto il tempo sul set, so che è terribile dirlo perché Land è un film drammatico". "Era come se la conoscessi da sempre e non succede spesso" aggiunge Demian Bichir. Facendo il bilancio della duplice esperienza sul set, l'attrice chiosa: "Recitare e dirigere in contemporanea ti costringe a dividere in due il cervello. Devi essere adattabile, ma mi manca il fatto di godere totalmente della recitazione senza preoccuparmi del resto". Anche Demian Bichir, che si è diretto in Un Cuento de Circo & A Love Song, sa che significa e ricorda: "Quando ho diretto me stesso mi sono permesso di essere un po' più cinico perché conoscevo il regista. Mi dicevo 'Non dargli retta, fai come vuoi'".