L’amore, in teoria, recensione: una rom-com per riscrivere l’educazione sentimentale delle nuove generazioni

A vent'anni da Tre metri sopra il cielo torna Luca Lucini con una nuova indagine sull'amore giovanile. In sala dal 24 aprile.

Nicolas Maupas e Martina Gatti in una scena del film

Cos'è l'amore per la generazione Z? "Un piatto di pasta, un caos, una bomba che esplode": a rispondere sono i diretti interessati in un susseguirsi di interviste in bianco e nero: giovani e giovanissimi, figli della pandemia, disorientati, appassionati, impauriti e fotografati nel tentativo spesso imbranato di ricostruire una geometria delle emozioni. Venti anni dopo il suo esordio con Tre metri sopra il cielo, da molti definito il "manifesto romantico" degli anni 2000, Luca Lucini torna a indagare l'amore giovanile in tutte le sue sfaccettature e complessità.

L Amore In Teoria Nicolas Maupas Credits Federico Vagliati
Nicolas Maupas in una scena del film

Lo fa con L'amore, in teoria, ancora una volta una commedia sentimentale che rinunciando a qualsiasi velleità autoriale, resta ben ancorata alla tradizione, e bene fa: nata da un soggetto di Gennaro Nunziante e scritta da Amina Grenci e Teresa Fraioli, il film si lancia nella disamina scanzonata delle prime volte e delle dinamiche amorose che oggi come allora continuano a scompigliare la vita delle nuove generazioni. Il risultato è un'istantanea onesta e profondamente reale dell'amore contemporaneo, che deve barcamenarsi tra app di dating, incertezze, paure, ma anche fluidità, poligamia e situationship.

L'amore, in teoria: oltre la commedia sentimentale

L Amore In Teoria Martina  Gatti Nicolas Maupas Caterina De Angelis  Credits Federico Vagliati
Nicolas Maupas e Caterina De Angelis in una scena del film

Accantonato il cliché dell'eroina romantica e del maschio alfa bello e dannato, di cui Babi e Step (i due adolescenti di Tre metri sopra il cielo) sono stati il simbolo per un'intera generazione che si sarebbe identificata a lungo con quell'amore impossibile inciso tra i lucchetti di Ponte Milvio, L'amore, in teoria si spinge ben oltre i confini della rom com generazionale e allunga lo sguardo su altri temi: lo spaesamento sentimentale, la ricerca di un'identità che tende a sfuggire alle categorizzazioni nette e a farsi fluida, l'impaccio di dover trovare spazi alternativi a granitici modelli binari o patriarcali tramandati da padri e madri che ci sono cresciuti dentro.

Un'indagine sull'amore giovanile, tormentato, sognato, idealizzato e sulla sessualità che spaventa, disorienta e si fa largo a colpi di stereotipi. Il film segue la parabola del classico bravo ragazzo, Leone (Nicolas Maupas), gentile, educato, rispettoso; da quando sua mamma è morta vive da solo con suo padre Giorgio (Francesco Colella) che ogni giorno tenta come può di sopperire all'assenza della madre.

È sempre stato uno studente modello, il primo della classe al liceo e ora anche all'Università dove studia filosofia; per i genitori di Carola (Caterina De Angelis), la ragazza di cui è segretamente innamorato e che lo usa come copertura per poter continuare a vedere il poco raccomandabile Manuel, è il fidanzato perfetto. Ed è proprio l'amore per Carola che lo porta a dover scontare un periodo di tempo ai servizi sociali, dopo essere stato accusato di un crimine commesso da Manuel. Una svolta inaspettata che gli farà scoprire il primo vero amore, con Flor (Martina Gatti), un'impavida attivista del clima. Ma quando Leone sembra aver finalmente dimenticato Carola, lei piomba di nuovo nella sua vita. Diviso tra l'amore vero e quello da sempre sognato, dovrà trovare la sua strada accompagnato da un bizzarro trio di amici e un mentore d'eccezione: il senzatetto Meda (Francesco Salvi), che gli insegnerà la bellezza della libertà di scegliere di sbagliare e la vita al di là dei libri.

Un racconto realistico

Il merito principale del film è quello di una scrittura genuina e realistica, capace di restituire a una generazione spesso bistrattata e mal rappresentata, il ritratto che le spetta. Il racconto di Amina Grenci e Teresa Fraioli destruttura inoltre vecchi modelli a partire da quello della mascolinità, qui autorizzata - come dovrebbe essere - a concedersi la libertà di inciampare, abbracciare le proprie fragilità e avere paura. La regia di Luca Lucini sa tirare fuori il meglio da un gruppo di attori credibili in ogni scena (dai giovanissimi protagonisti alla vis comica di Francesco Salvi) mentre le interviste in bianco e nero a giovani coetanei fanno da contrappunto all'intera narrazione, aumentando quel senso di adesione al reale perseguito per tutto il film e mai tradito.

L Aore In Teoria Francesco Colella
Francesco Colella in una scena del film

La struttura è quella classica della commedia romantica e prende in prestito alcuni stereotipi della contemporaneità: il "sottone", la "figlia di papà", l'ambientalista cazzuta, libera, convinta che "le coppie siano un costrutto culturale" e che un mazzo di fiori sia solo l'ultima eredità del "romanticismo patriarcale". Flor, Carola e Leone sono le facce di una generazione arrabbiata, impaurita e alle prese con "una rivoluzione sentimentale e culturale, in cui l'amore ha perso la sua aura romantica e salvifica". Il futuro per loro è una grande incognita e l'amore lo è ancora di più, ma l'importante alla fine è farsi coraggio mentre si cerca il proprio posto nel mondo.

Conclusioni

Con L’amore, in teoria Luca Lucini firma una commedia romantica che promette di diventare un manifesto generazionale. Un’indagine sulle dinamiche amorose della Generazione Z tra ironia e tirate filosofiche, disincantato e militanza civile. Ne viene fuori il ritratto onesto e reale di giovani e giovanissimi alle prese con uno spaesamento sentimentale e una geometria delle relazioni da ricostruire.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Un cast credibile.
  • Un ritratto autentico e genuino dell’amore ai tempi della Generazione Z.
  • Una sceneggiatura realistica.

Cosa non va

  • Il film rimane ancorato a una narrazione classica e piuttosto prevedibile.