Le avevamo lasciate al Rione a festeggiare il matrimonio di Lila, quasi a sancire la fine di un'epoca non solo storica: con gli anni '50 infatti, se ne va anche l'infanzia delle due storiche protagoniste della serie L'amica geniale, diretta da Saverio Costanzo e basata sui romanzi di Elena Ferrante. Ma dal 10 febbraio ritroveremo Elena Greco e Lila Cerullo nella seconda stagione della fiction Rai, L'amica geniale 2 - Storia del nuovo cognome in onda su Raiuno. La serie espande il proprio orizzonte e diventano centrali temi come la lotta di classe, le tensioni sociali che attraverseranno gli anni '60, l'emancipazione femminile. E insieme ai personaggi rincontreremo anche Gaia Girace e Margherita Mazzucco, le giovani attrici che hanno dato un volto a questa storia di amicizia al femminile, ribelle, anarchica e lunga mezzo secolo. Con Lila e Lenù sono cresciute anche loro, la vita è inevitabilmente cambiata, investite dal successo e da un contratto in esclusiva, anche se continuano a ripetere di sentirsi semplicemente Gaia e Margherita.
L'amica geniale - Storia del nuovo cognome: Il ritorno di Lila e Lenù
Lila e Lenù: una nuove consapevolezza
Che ritorno è stato?
Gaia Girace: In questa stagione io e Margherita siamo diventate più consapevoli di ciò che siamo e che possiamo fare. Ho affrontato tutto con le stesse difficoltà di sempre, ma con grande tranquillità, grazie all'aiuto di Saverio, che ci spiegava ogni singolo aspetto rendendo il nostro lavoro molto più semplice.
Margherita Mazzucco: Quest'anno avevo una consapevolezza maggiore, che ho acquistato durante il tempo e che mi ha fatto crescere molto, permettendomi di arrivare fino all'ultimo episodio, che è l'apice della serie.
Cosa vi lasciano Lila e Lenù?
G.G.: La forza di non arrendersi mai, andare sempre avanti e superare tutto. Sembra un concetto banale, ma Lila si distingue proprio per la sua forza e determinazione. È una figura per nulla classica e una donna così non è per nulla scontata, soprattutto per quell'epoca.
M. M.: Come Elena sono una ragazza molto empatica e attenta osservatrice delle persone e delle situazioni.
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La questione femminile
Emancipazione e violenza sulle donne: Storia del nuovo cognome allarga l'orizzonte anche a questi temi.
G. G.: Sono tematiche che hanno caratterizzato gli anni '50 e '60, ma sono purtroppo attuali anche ora. La situazione non è cambiata tanto, c'è meno omertà ma la violenza domestica esiste ancora; le persone hanno paura di esprimere i propri sentimenti, sono deboli. La violenza e l'emancipazione femminile sono al centro della serie; per emanciparsi Lila e Lenù si distinguono, studiando o più semplicemente ribellandosi.
M. M.: Credo che il femminismo e l'emancipazione femminile siano questioni assolutamente moderne; mi considero una femminista e sono sempre dalla parte della parità. Sono contenta di aver potuto interpretare un personaggio, che è l'immagine dell'emancipazione femminile negli anni '60. Quando Lenù tornerà nel Rione da Pisa, la guarderanno come un alieno: una ragazza laureata era per l'epoca un fatto incredibile. Non so quanto ancora ci sia da fare oggi per superare certi stereotipi di genere; io mi reputo alla pari degli uomini, ma mi piacerebbe che tutti quanti mi considerassero tale.
Da adolescente senti di avere piena libertà di scelta in quanto donna?
G. G.: Molto spesso le donne si lasciano condizionare dal giudizio degli altri. Credo che non ci sia ancora parità dei sessi e sempre più frequentemente le figure femminili rimangono indietro.
Il ricordo più bello?
G. G.: L'ultimo giorno di set, quando dopo aver terminato le riprese mi sono girata e ho trovato tutta la produzione ad applaudirmi; sono scoppiata in lacrime. Ho dato tanto amore, ma ne ho ricevuto altrettanto.
Che consiglio sentite di dare a chi verrà dopo di voi nella serie?
M. M.: Sicuramente di seguire il personaggio di Elena così come l'ho costruito io, ma sarò contenta di passare il testimone a un'altra persona quando succederà.