"Io non sono quell'ispettore. Sono l'altro ispettore". È in questa frase così semplice ma così efficace detta dal personaggio di Alessio Vassallo che potremmo riassumere la nuova serie Rai, dal 2 dicembre in prima serata. Domenico 'Mimmo' Dodaro, nato sui romanzi di Pasquale Sgrò, è un ispettore del lavoro, che si occupa quindi dei casi legati alla sicurezza.
Unendo realtà e finzione, dalla pagina allo schermo, nasce questa serie gialla che potrebbe trovare un nuovo stuolo di appassionati nel pubblico tv, grazie ad un cast affiatato e molto amato.
L'altro ispettore: la parola agli operai
La serie Rai parte da storie realmente accadute. L'obiettivo è dare voce agli "invisibili", a coloro che vengono spesso dimenticati perché considerati gli ultimi della catena lavorativa: gli operai delle fabbriche e degli stabilimenti. Il serial quindi si prefigge di rendere protagonista la forza lavoro, senza retorica ma con delicatezza e tatto, e di sensibilizzare su una figura e una professione come quella dell'ispettorato del lavoro, non sempre ben vista dai dipendenti che non si sentono tutelati fino in fondo.
Dodaro "è empatico, si mette nei panni delle vittime con cui si trova ad avere a che fare, per lui non sono solamente numeri" come ci ha confermato la regista Paola Randi. Tutta la squadra di Mimmo lavora per questo: il carabiniere gentile Mariotti (Massimiliano Galligani) e l'archivista dalla memoria di ferro Vincenzina (Barbara Enrichi) sembrano innocui e un po' spaesati ma in realtà dimostrano determinazione quando serve, ovvero quando devono difendere gli innocenti.
Quando la storia vera incontra la detective story
Muovendosi tra denuncia sociale e sensibilizzazione, L'altro ispettore parte da sei storie vere, come quella della ragazza neanche ventenne rimasta stritolata dall'orditoio nel cotonificio locale. Questo per donare ancora maggior rilevanza al messaggio di fondo, ma senza dimenticare la parte d'intrattenimento: infatti i casi vengono ricostruiti proprio come fossero un giallo, col protagonista che segue il proprio mantra. Ossia: imparare a farsi le domande piuttosto che a darsi le risposte.
Per quanto necessariamente più semplice di altre fiction, dai primi episodi visti lo sviluppo delle indagini - fatte da Dodaro insieme alla PM Raffaella Pacini (Francesca Inaudi) - appassiona. Non dimentica nemmeno di dare rilevanza alla vita personale delle vittime, per capire cosa le ha portate a trovarsi in una determinata situazione. La Randi utilizza la macchina da presa in modo intimo, donando sensibilità ed umanità al racconto come in altri suoi lavori.
A proposito di vita personale, non poteva mancare un caso orizzontale oltre a quello di puntata. Riguarda il padre di Mimmo, morto proprio in un incidente sul lavoro da cui è sopravvissuto il migliore amico Alessandro (Cesare Bocci), finendo sulla sedia a rotelle. Ora Alessandro fa da padre putativo a Mimmo e alla nipotina acquisita, Mimì, dato che il protagonista ha perso da poco la moglie a Palermo ed è per questo che è tornato nella sua città natale, Lucca. Lì ritrova gli affetti rimasti, la sorella hacker Lucrezia e la madre impicciona Carla. Qualcosa di losco è accaduto molti anni prima ed è tempo che venga alla luce, quando Mimmo si mette a cercare i vecchi documenti ed indagare nuovamente sul caso del padre.
Non solo crime: una commedia romantica in una location inusuale
Funziona anche la parte personale del detective, anche se vira molto (troppo?) sulla commedia; soprattutto grazie alla giovane interprete di Mimì, Angelica Tuccini, già una forza della natura, e al triangolo amoroso in cui si trova al centro suo malgrado il protagonista.
A "contendersi" il suo cuore due vecchie compagne di scuola: la già citata Raffaella, a cui la Inaudi dona grazia e simpatia, e la "bella della scuola" Eleonora Lagonegro (che piacere ritrovare Silvia Mazzieri da _Doc__), più spavalda e anche lei madre single. Tra siparietti comici ed elaborazione del lutto, Lucca e le sue mura medievali diventano il perfetto teatro dove far agire questo detective sui generis, che usa ancora la macchina fotografica e gira rigorosamente in bicicletta. Siamo certi lo amerete anche voi.
Conclusioni
L'altro ispettore è il nuovo detective Rai in tv, e ha una marcia in più. È facile affezionarsi velocemente a lui e agli altri personaggi, sia per la componente comedy che per quella più drammatica ed istituzionale. Quest'ultima componente non risulta mai ingessata, bensì molto umana, grazie anche alla regia di Paola Randi. Speriamo di poter vedere altre stagioni con Alessio Vassallo e Cesare Bocci, quasi una coppia da buddy movie, e con le co-protagoniste femminili Francesca Inaudi e Silvia Mazzieri. Lucca è una location inusuale e funzionale così come le storie vere che hanno ispirato i casi di finzione, trattati come un giallo classico.
Perché ci piace
- La caratterizzazione immediata del protagonista.
- La sensibilizzazione sull'ispettorato del lavoro.
- La sensibilità della macchina da presa.
- Il fatto che si parta da storie vere.
- La componente comedy e sentimentale...
Cosa non va
- ...per quanto ogni tanto un po' surreale ed esagerata.
- I casi risultano spesso un po' troppo elementari e "semplicistici".