Da domenica 23 febbraio per tre prime serate in prima visione su Rai1 torna La Vita Promessa - parte II, fiction diretta da Ricky Tognazzi, orgogliosamente melò con tocchi di gangster movie, che racconta le vicende dei Rizzo, famiglia di immigrati siciliani in America capitanata da Carmela, una matriarca inarrestabile dalle fattezze e la forza di Luisa Ranieri.
Siamo nella New York del 1937, a cavallo tra gli anni '30 e i '40, che prendono il posto di quegli anni '20 della prima parte della fiction e vedono Carmela, i suoi figli, e tutto il suo mondo americano, cercare di stabilizzarsi, appianare gli attriti mentre nella lontana ma cosi vicina Europa, arrivano gli echi della furia nazista e la persecuzione razziale. Prodotta da Roberto Sessa e Max Gusberti e scritta da Franco Bernini, Simona Izzo, Franco Marotta e Laura Toscano, nella prima stagione ha realizzato uno share di oltre il 25% con 5 milioni e 600 mila spettatori di media e promette di replicare la magia, grazie ad una programmazione ancor più importante, visto che in passato era stata lanciata a settembre.
Una storia, quella di La Vita promessa che ha avuto una lunga gestazione, come racconta Roberto Sessa: "ci abbiamo messo più di 10 anni per farla partire e soltanto quando è arrivata Tinni (Eleonora "Tinni" Andreatta direttore di Rai Fiction) è stata presa in considerazione. Ha delle radici talmente tanto profonde che ha le gambe per poter andare avanti con grande potenza, questa seconda serie è addirittura più bella della prima".
La prima volta di Ricky Tognazzi
La vita promessa segna anche una prima volta, quella di Ricky Tognazzi a dirigere un sequel: "Intanto è la prima volta che mi si offre l'opportunità di dirigere una seconda parte, una volta era considerata una diminutio oggi invece sappiamo tutti quanto valore ha la possibilità di fare un sequel" dichiara subito il regista di successi come La scorta e Canone inverso.
A chi si chiede come si riesca a replicare il successo della prima stagione e attirare l'attenzione degli spettatori di prima serata su un prodotto che non maschera la sua cifra melò e di genere, Tognazzi risponde rimarcando l'efficacia di un buon melodramma, sottolineandone il carattere postmoderno e attuale: "Come abbiamo fatto? non avendo paura di certi toni, non abbiamo avuto paura del melò, ci siamo andati dentro alla grande ma spero con gusto e con garbo. Poi abbiamo inserito un post moderno, abbiamo dato ai nostri personaggi delle tematiche importanti e moderne. Siamo negli anni '30 e '40 ma parliamo dell'oggi, della malavita, i problemi dell'immigrazione, della crisi economica, tutti temi di forte attualità".
Crede molto in questo progetto Ricky Tognazzi, tanto da annunciarlo in maniera inequivocabile: "abbiamo realizzato un prodotto di lusso, vedrete roba che voi umani su Rai1 non avete mai visto".
L'emancipazione delle donne, dall'America all'Italia
Nell'America che la accoglie, Carmela (Luisa Ranieri) riesce a vivere un'emancipazione unica per l'epoca soprattutto se messa a confronto con la piega che la sua vita avrebbe potuto prendere in Italia nello stesso periodo storico. Carmela a New York diventa una donna al passo con i tempi, legge, guida, pur mantenendo inalterato il suo ruolo di matriarca. Di questo focus sull'emancipazione femminile Luisa Ranieri dice: "Sicuramente questa seconda stagione mi ha dato la possibilità di affrontare un'altra parte del personaggio che non avevo mai preso in considerazione, il fatto di trovarsi in un paese diverso la mette in condizione di essere un'immigrata integrata nel tessuto sociale dove vive". Fondamentale per Luisa Ranieri il lavoro con Ricky Tognazzi e Simona Izzo, per trovare l'incastro perfetto tra il vissuto di Carmela e la città che si trova a vivere: "Con Ricky e Simona ci siamo divertiti a trovare la modalità di Carmela nel parlare inglese, guidare, essere una donna del novecento, del suo tempo" racconta Luisa Ranieri e conclude: "grazie a queste donne che in America per l'epoca hanno avuto più chance, si sono aperte le porte alle donne che siamo noi oggi". Anche Ricky Tognazzi punta sulla tematica femminile all'interno della fiction: "questa serie è un gesto d'amore nei confronti della donna, non so chi disse che Dio non aveva abbastanza tempo per occuparsi di tutto allora inventò la madre. Carmela è la mamma di tutti noi, non solo dei suoi figli ma di tutti quelli che gravitano intorno alla sua famiglia".
Nuovi personaggi: Arturo Muselli e Stefano Dionisi
Al già foltissimo cast composto da Luisa Ranieri, l'antagonista Francesco Arca, Thomas Trabacchi, Miriam Dalmazio, si aggiungono, benvenuti ed accolti a braccia aperte dai veterani, Arturo Muselli e Stefano Dionisi, rispettivamente nei panni di Cesare Vitale, italoamericano agente dell'FBI e Bruno Morelli, medico ebreo in fuga dalla persecuzione nazista. "Bruno è un cardiologo ebreo che si trova in Germania durante le leggi razziali tedeschi, riesce a fuggire e finalmente arriva in America con documenti falsi" racconta Stefano Dionisi che continua, sottolineando l'orgoglio nel poter interpretare un personaggio che porta con sé un pezzo importante di storia europea e mondiale, da non dimenticare: "Interpretare un ebreo che fugge è sempre un'occasione, interpretarlo adesso, in un momento in cui la persecuzione ebraica è attuale, considerate le minacce alla Segre, per me è un onore. Ho interpretato un ebreo in tanti altri film ed è sempre un onore, c'è tanto da raccontare con un personaggio così". Reduce dal personaggio oscuro che interpreta in Gomorra - La Serie, Arturo Muselli esprime gioia e sollievo nel cambiamento: "non è mai semplice entrare in un progetto che ha già una storia e invece questa entrata mi è stata resa più semplice dalle persone che ho incontrato, dai miei colleghi, da Luisa "O Boss" che mi hanno accolto con affetto" rivela l'attore napoletano e sul suo Cesare Vitale aggiunge: "È un personaggio che vive molto nell'ombra, vengo da un personaggio oscuro e questo è tutta un'altra cosa a cominciare dai vestiti che adoro. Mi piace tantissimo il periodo storico e l'aver cambiato aspetto mi ha fatto rilassare".