Si fa chiamare Jack, anche se probabilmente non è il suo vero nome. D'altra parte non è una di quelle persone che può dire il suo nome così, a tutti. Jack infatti è criminale, e ha appena rubato 500mila euro a un pericoloso boss della Garbatella. È lo spunto de La svolta, il film di Riccardo Antonaroli, scritto da Roberto Cimpanelli e Gabriele Scarfone, disponibile in streaming su Netflix dal 20 aprile. Jack ha il volto unico di Andrea Lattanzi, che in tanti avrete conosciuto e amato come il Dario di Summertime. Come abbiamo scritto nella recensione del film, il suo è un volto particolarissimo, che sembra uscito da una graphic novel (non a caso un mondo a cui La svolta si avvicina) ma potrebbe essere anche uscito da un film neorealista, o da un polar francese degli anni Sessanta. Il volto di Andra Lattanzi è spigoloso ha i tratti rudi, da duro, ma il suo sguardo e la sua voce, in ogni suo personaggio, riescono a esprimere calore e sensibilità. In una parola: empatia. Quel volto così particolare, non il classico bello alla Scamarcio, non è stato subito capito ai primi provini, ma ora è il punto di forza di Andrea Lattanzi, un volto che al cinema italiano mancava.
La svolta è un film che ne racchiude tanti altri: è un noir, un buddy movie, un romanzo di formazione, è un crime e anche un po' un teen drama. È soprattutto la storia di un incontro. Quello tra Ludovico (Brando Pacitto), studente fuori corso, un ragazzo che non si piace e si trova a suo agio solo nel mondo dei fumetti che disegna. Jack (Andrea Lattanzi) ha appena fatto una rapina, lo prende in ostaggio e si piazza a casa sua. Tra i due nascerà un rapporto che andrà al di là dei loro ruoli, una sorta di "sindrome di Stoccolma", ma tra due amici.
Grazie a Verdone, Luchetti, Wertmüller.. e Dario Albertini
Cosa le dicevano ai primi provini? Il suo volto piaceva?
Ho iniziato a studiare a 17 anni. Nei primi provieni che facevo ero molto acerbo, non erano proprio positivi, non avevo ancora una grande agenzia. E non avevo quella bellezza tipicamente italiana, non la bellezza da... Ken. Così succede questo: lascio tutto e vado a vivere a Londra e poi in America, dove continuo a studiare. Volevo entrare all'Actors' Studio e non avevo più una lira, perché non potevo lavorare. Mi sono detto che volevo tornare in Italia e fare questo lavoro al cento per cento. Alla Festa del Cinema di Roma c'era un evento di RB Casting con in giuria Verdone, Luchetti e Lina Wertmüller. Io vedo questa cosa, porto un monologo in romanesco di Gigi Proietti, Il fattaccio del Vicolo del Moro. Vado a fare questa cosa, spacco e vinco. Chi vinceva doveva partecipare a un film, che non ho visto per due anni. Ma un giorno mi chiama Dario Albertini perché aveva visto il video di quel monologo. Vado al provino, memorizzo le scene e iniziamo a improvvisare. Lui impazzisce, e mi prende per il suo film, Manuel. È stata la persona che mi ha cambiato la vita. Andiamo a Venezia, con il primo film per entrambi. E da Venezia iniziamo a girare tutto il mondo. Abbiamo vinto 30 premi come migliori film e io 16-17 come miglior attore. Ho vinto il Nastro d'Argento e in Francia sono stato premiato da Catherine Deneuve. Dopo hanno iniziato ad accorgersi di me. La bellezza non era un problema, ormai c'era la bravura. Anche se ultimamente le cose stanno cambiando, ormai non cercano più il "bellone". Io non mi aspettavo che mi prendessero a Netflix per Summertime, ma anche loro hanno cambiato tutto. Non mi sono mai reputato bello, non me la tiro. Non ci penso.
La svolta, la recensione: La "meglio gioventù" tra crime e teen drama, su Netflix
Sia Jack che il Dario di Summertime hanno una grande sensibilità, una dolcezza nei modi e nella voce...
Quelle sono scelte a livello di sceneggiatura, a livello registico. Se si fa una scelta io la porto, la faccio. Dario di Summertime è un ragazzo giovane, confuso, che non sa cosa fare. Lui è la dolcezza in persona. Jack ha un lato più da duro, ma in realtà quello che doveva accadere era un aprirsi a vicenda insieme a Ludovico. C'è più crudità in Jack, ma alla fine cede anche lui. È qualcosa che fa inconsciamente, non fa quello che fa per farlo cambiare, ma è un reciproco scambio, un volersi bene. Tanto che, quando sta per andare via, bussa alla finestra, ci ripensa, è come se dicesse: "Ci tengo anch'io, anche lui mi ha dato qualcosa". Sono dolcezze diverse.
La sintonia con Brando Pacitto e Chabeli Sastre Gonzales
Ne La svolta è fondamentale la sintonia che trova con Brando Pacitto. Come è stato recitare con lui?
Ci siamo trovati bene da subito. Ci siamo incontrati prima di girare, siamo andati negli studios a Tiburtina a fare le prove con il regista. Mi avevano dato la sceneggiatura; Francesco Cimpanelli, di Rodeo Drive, mi ha voluto incontrare per propormi una cosa. Mi hanno detto: "leggila e scegli chi vuoi essere. Io vorrei che fossi uno in particolare". Io andai su Jack: era una cosa nuova, un far vedere che ero in grado di fare altre cose. Come coprotagonista mi proposero Brando, che era perfetto. Lo incontrai e nacque da subito la sintonia. Io sono uno che socializza tantissimo, ci siamo trovati subito ed è nata questa ondata che abbiamo cavalcato insieme. Io poi ero entrato nei panni di Jack e gli facevo un po' di dispetti, lo portavo sulla cattiva strada... è un'amicizia che è rimasta, ci vediamo anche fuori adesso...
Il lato femminile della storia è composto da Ludovica Martino e Chabeli Sastre Gonzales, con cui in scena ha una grande sintonia, insieme fate scintille...
Ci siamo incontrati prima anche con lei, ci siamo visti più volte, magari per un caffè, per parlare. Andare sul set e fare scene del genere senza conoscersi non è l'ideale. Una persona devi conoscerla prima. Così abbiamo creato una struttura prima, che ci ha permesso di giocare dopo, senza paletti. Devo dire che ha funzionato benissimo, non ci sono stati problemi, ci siamo divertiti. Nella scena d'amore in bagno avevo un po' paura di farle male, ma il personaggio lo richiedeva. Finita la scena, ogni volta le chiedevo se era tutto a posto.
Le scene d'amore e Vittorio Gassmann
Di scene d'amore ne ha girate anche in Summertime. Come si trova a girarle?
Sono molto disinibito. Anni fa ero molti timido come persona. Poi ho imparato, grazie allo studio, ai workshop, mi sono aperto e ho costruito una mia identità, nel senso di una via personale, ho forgiato il mio carattere. E questo mi ha permesso di essere più disinibito. So che è il mio lavoro, so che lo devo fare, ed è semplicemente quello per me. Non sono mai stato malizioso facendo una scena del genere. Ho sempre pensato "devo fare questa cosa, la devo fare fatta bene". Non ho mai avuto problemi a mettermi a nudo.
Jack e Ludovico sono un po' come Gassman e Tritignant. Ha visto Il sorpasso prima di girare il film?
Ovviamente ho dovuto guardare l Il sorpasso, perché nel film c'erano molti riferimenti, come il manifesto nella sala. Anche se il nostro film è un'altra cosa, una realtà più contemporanea e quasi fumettistica. Non ho preso totale ispirazione da Vittorio Gassman. A quei tempi si tendeva ad avere una recitazione più frizzante, un romano quasi più antico. Ovviamente io dovevo andare più sul contemporaneo. Mi sono basato più sul carattere, sul fatto che cose che a lui lo voleva svegliare, quello mi ha aiutato a vederlo. Però l'ho creato a modo mio, non l'ho voluto fare troppo frizzante. Avevo paura che diventasse una macchietta.
La vedremo fra poco nella terza stagione di Summertime. Che Dario vedremo? E le dispiace che questa esperienza finisca?
Summertime è una cosa che scorre piacevole, la serie che segui quando dici "oggi voglio vedere una cosa tranquilla". Mi spiace tantissimo che finisca, ma è giusto che sia così, portare avanti troppo a lungo una cosa non è giusto. La terza stagione è la mia preferita. Il mio personaggio ha una grande evoluzione. Ci sarà un grande cambiamento, Dario combatterà tantissimo per ciò che ama, e avrà delle scene bellissime.
Dove la vedremo nei prossimi mesi?
Prossimamente mi vedrete in un film di Riccardo Milani con Antonio Albanese, Giacomo Ferrara, Vinicio Marchioni e Giorgio Monatanini. Si chiama Buon viaggio ragazzi, è un gioiellino. Riccardo Milani ha fatto un gran bel lavoro, con un grande cast. Adesso mi sono preso un periodo di pausa. Ma sono pronto a ripartire.