Da semplice pupazzo di neve presente nei giochi delle principesse di Arendelle a individuo (più o meno) pensante e movente: Olaf è la spalla comica della saga di Frozen, che, fin dal suo esordio nel 2013, ha conquistato il pubblico, soprattutto quello più giovane. Reso vivo da Elsa, regina dei ghiacci, ora ha una storia tutta sua raccontata nel corto La storia di Olaf, disponibile su Disney Plus dal 23 ottobre.
In La storia di Olaf vediamo come il pupazzo di neve ha passato le sue prime ore: cercando di capire chi fosse, quale fosse il suo nome e il naso più adatto al proprio viso. A scrivere e dirigere sono Dan Abraham e Trent Correy, mentre le voci italiane ancora una volta quelle di Enrico Brignano e Serena Autieri, che doppiano rispettivamente Olaf ed Elsa.
Li abbiamo incontrati alla 15esima edizione della Festa del Cinema di Roma, dove il corto è stato presentato nella sezione Alice nella città. Negli otto minuti di La storia di Olaf vediamo che il protagonista è in grado di correre sulla neve come una motoslitta: ci sono altre qualità che ci nasconde? Secondo Enrico Brignano: "Olaf non ha tasche: quindi, a differenza di Mary Poppins, quello che vediamo è. Quello che scopriamo di lui si svela strada facendo: questa storia l'avevamo tutti immaginata. Tutti ci eravamo domandati da dove arrivasse questo pupazzo che spunta all'improvviso nella foresta. È fatto di materia quasi inconsistente, compattata soltanto dal freddo, anche se ama il caldo. È strano: ha il naso che è una carota, le braccia e i capelli sono dei bastoncini e spariglia le carte. Ha una sua visione della vita totalmente ottimista: è sempre sorridente, sempre pronto al sorriso. È anche un grande narratore: quando racconta le storie ci fa ridere molto, perché confonde tutto, ma sa la sintesi esatta di tutti i racconti."
La video intervista a Enrico Brignano e Serena Autieri
La storia di Olaf, recensione: un corto a base di neve e slapstick
Olaf e il potere dei caldi abbracci
Nel cortometraggio La storia di Olaf, in streaming su Disney Plus, scopriamo una volta di più quando sia grande il potere dei caldi abbracci. Anche Serena Autieri ne è consapevole: "In Frozen lo abbiamo scoperto alla fine: l'amore tra le sorelle, l'abbraccio, le ha salvate e riavvicinate. Olaf, fin dal primo film, è sempre stato il centro della vita di queste due sorelle: era giusto che raccontasse il suo inizio. Olaf è buffo, simpatico, ironico, imprevedibile. È divertente quando si compone in più pezzi. La cosa divertente è che adesso, quando si va sulla neve con i bambini, non si dice più facciamo un pupazzo di neve, ma facciamo Olaf. Andiamo a cercare la carota per il naso, i bastoncini. Quanti Olaf avete visto in montagna? Io moltissimi! Ormai fa parte delle famiglie degli italiani. Piace molto ai bambini ma anche agli adulti: ha messo insieme tutta la famiglia."
La storia di Olaf, parlano gli autori: "È il personaggio preferito di ogni animatore"