Iconico e amatissimo, Olaf è diventato un personaggio iconico sin dal debutto in Frozen nel 2014 e da allora è stato protagonista di alcuni cortometraggi, videogiochi e, ovviamente, il sequel del film distribuito lo scorso anno. Quello che non ci era mai stato raccontato nel dettaglio è La storia di Olaf, quella relative alle origini del personaggio su cui fa luce il corto distribuito su Disney+ dal 23 Ottobre, che si muove parallelo alle vicende del primo film e ci illustra i primi passi dell'adorabile pupazzo animato creato da Elsa.
Del corto e della sua realizzazione abbiamo parlato in un incontro virtuale con i due scrittori e registi Trent Correy e Dan Abraham, che hanno fatto luce su aspetti e scelte della realizzazione insieme al consulente creativo Peter Del Vecho e l'animatrice Becky Bresse, raccontando diverse curiosità e aneddoti del processo produttivo che ci ha consegnato la nuova, o prima, avventura di Olaf.
C'era una volta un pupazzo di neve
La storia di Olaf ci riporta al primo Frozen e proprio a quell'incredibile successo Disney ripensa uno dei registi, Trent Correy, che ha iniziato il proprio percorso in Disney proprio con quel film e con il popolare pupazzo di neve. "Ricordo il momento in cui Elsa incontra Olaf... e va via" racconta Correy, "non li vediamo per altri venti minuti di film e ho sempre pensato che ci fosse una storia da approfondire." Una suggestione che ricorda di aver abbozzato già nel 2013 e di aver ripreso lo scorso anno quando Jennifer Lee ha annunciato che avrebbero realizzato qualcosa per Disney+.
Per portare alla luce questa idea, Correy è stato affiancato da Dan Abraham, che aveva dimestichezza con il personaggio per aver animato la sua canzone in Frozen II. "Quando lavori a film del genere" spiega infatti Peter Del Vecho, "finisci per conoscere veramente bene i personaggi. Diventano la tua famiglia" e sfruttare quell'entusiasmo per lavorare a questo nuovo progetto è sembrato naturale. Anche perché, come sottolinea Becky Bresee, "il corto è un modo unico per rivisitare le scene del primo film."
La storia di Olaf, recensione: un corto a base di neve e slapstick
Tornare nel mondo di Frozen
"Uno dei miei momenti preferiti" commenta ancora Becky Bresee "è l'ultima scena in cui Olaf cammina sulla collina e si avvicina ad Anna e Kristoff. È stato speciale per me, perché mentre lo animavo mi rendevo conto che è il momento in cui entra nelle vite di Anna e Kristoff cambiandole per sempre." E l'ha fatto con quelle caratteristiche che l'hanno fatto amare da tutto il pubblico, "quell'ottimismo e quella sincerità travolgenti, qualcosa a cui tutti aspiriamo senza arrivarci" spiega la Bresee, a cui ribatte Trent Correy: "dal punto di vista degli animatori, Olaf è il personaggio preferito di tutti, perché è molto emotivo e legato alle due sorelle, ma è anche divertente da fare a pezzi."
Elogio dell'innocenza... e di Josh Gad
Fa a loro eco Peter Del Vecho, che parla dello "sguardo innocente verso il mondo" che è proprio del pupazzo di neve, "ti permette di mettere a fuoco cose che a volte, da adulti, ci sfuggono." Una purezza che è merito anche del suo doppiatore, per cui gli autori hanno parole di grande stima: "la parte più difficile del lavoro con Josh Gad è cercare di non ridere per non rovinare la scena" ricorda Correy che ricorda come fosse costretto a coprirsi la bocca per gran parte del tempo per non rovinare le scene. Lo conferma Dan Abraham che sottolinea come in alcuni casi Josh Gad abbia improvvisato alcune battute, "sempre alla ricerca di quel tocco in più per arricchire la scena."
Frozen: 10 cose che (forse) non sapete sul tormentone Disney
Gemme nascoste
Un arricchire che è proprio della struttura del corto, che ci riporta a visitare scene del primo film. "Non volevamo che fosse forzato" ha spiegato la Bresee, "ma è stata la storia a portarci in questi posti in una sorta di dietro le quinte. Abbiamo messo la camera in punti diversi e tutto ha funzionato in modo naturale." Ma proprio per la natura de La storia di Olaf e del suo essere parallelo a dei momenti di Frozen, non mancano piccoli dettagli e easter egg nascosti.
C'è per esempio il vestito dell'incoronazione di Anna in vendita da Oaken, che Becky Bresee vorrebbe comprare, ma "è un po' costoso" avverte Trent Correy. Altri riferimenti sono nelle cartoline che Olaf guarda nel visore stereoscopico, che fanno riferimento a Oceania e Rapunzel e rispondono a una domanda chiave del personaggio, ovvero come abbia finito per innamorarsi dell'estate.
Frozen II: Dietro le quinte, parla Chris Buck: "I personaggi del film sono la mia famiglia"