Un promesso sposo impacciato e pasticcione. Un giuramento, con tanto di anello, fatto nel luogo e nel momento sbagliato. Una sposa sedotta e poi uccisa che non trova pace. Nelle mani sapienti di Tim Burton, e del co-regista Mike Johnson, un'antica fiaba ebraica tramandata oralmente prende forma grazie alla potenza visionaria dell'animazione in stop-motion (uno stile omaggiato da il Cinema in Piazza, che in cartellone ha diversi titoli, tra cui il film di Burton in scena il 13 giugno alla Cervelletta). Acclamato dalla critica, La sposa cadavere debutta Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il 7 settembre 2005, per poi approdare nei cinema statunitensi il 23 settembre e il 28 ottobre in quelli italiani.

I personaggi stilizzati che, dopo il successo del film d'animazione, hanno dato vita a un fiorente merchandise sulle orme del precedente Nightmare Before Christmas, provengono in parte dagli schizzi concepiti da Tim Burton nel lontano 1996 per un progetto che faticava a concretizzarsi. L'allampanato Victor, occhi sporgenti e volto triangolare. Victoria, dolce e composta, saggia senza mai risultare remissiva e soprattutto Emily, sposa cadavere dal colorito bluastro fragile e sensuale. Personaggi che oggi, a vent'anni dall'uscita del film, sono entrati di diritto a far parte dell'immaginario collettivo e di cui ripercorriamo le origini.
La sposa cadavere nasce dall'incontro magico tra Tim Burton e un creativo spagnolo

Che Tim Burton sia un disegnatore con uno stile personalissimo non è un mistero per nessuno. Il regista, nativo di Burbank, là dove sorgono gli studi Disney, è stato ingaggiato dalla compagnia dopo aver vinto una borsa di studio ed ha collaborato a vari progetti tra cui il lungometraggio Red e Toby - nemiamici, lavoro che per altro ha odiato, come ammetterà successivamente. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Amatissimo dal pubblico di ogni parte del mondo, Burton ha inanellato successi come Edward Mani di forbice, Beetlejuice e Batman, acquistando sempre più credito a Hollywood tanto da permettersi una divagazione sul tema natalizio in stop-motion a partire dai suoi disegni, affidandone la regia a Henry Selick.

Dodici anni dopo Burton farà il bis affidandosi, stavolta, alle sapienti mani di Mike Johnson, esperto in animazione a passo uno, e al character design spagnolo Carlos Grangel. Il creativo, giunto in Italia per celebrare il ventennale de La sposa cadavere, ha svelato i retroscena della sua collaborazione con Tim Burton. I regista californiano, "piuttosto pigro" nel quotidiano, gli ha concesso massima fiducia e una grande libertà creativa per sviluppare i personaggi del film. All'epoca Grangel, co-fondatore del Grangel Studio di Barcellona col fratello Jordi, era impegnato nello sviluppo del film DreamWorks Madagascar quando ricevette la fatidica chiamata. Due settimane dopo era a Londra, a casa di Burton, entrando in punta di piedi per non disturbare Helena Bonham Carter, immersa nella lettura di un libro. "Il progetto de La sposa cadavere non si vendeva, così Burton ha accettato di girare Il pianeta delle scimmie e La fabbrica di cioccolato per avere da Warner Bros. i soldi necessari. Solo il processo di creazione dei costumi e character design ha richiesto tre anni".
Modellare le creature

Il processo creativo di Carlos Grangel parte dalla sceneggiatura. Per La sposa cadavere, il character design e il suo team si sono messi all'opera con carta e pennarelli preparando pagine e pagine di bozzetti per i vari personaggi. Nella fase di studio, che ha richiesto sei mesi ("il mio è un processo lento, le cose di qualità richiedono tempo" ha spiegato Grangel), Tim Burton non ha mai chiamato. Ma quando il creativo ha presentato al regista i bozzetti di Victor, Victoria e degli altri, il regista aveva le idee chiarissime. "Per creare Mosè ne Il principe d'Egitto ci sono voluti sei anni; Emily l'ho creata in due settimane e Victor in tre".

Oltre a essere un buon disegnatore, in grado di illustrare il risultato che aveva in mente, il regista ha coinvolto i suoi collaboratori nel processo creativo chiedendo costantemente a Grangel il suo parere e le sue preferenze tra le varie proposte. Amante delle forme stilizzate di Giacometti e Modigliani, lo spagnolo si è concentrato in particolare su Emily, che doveva essere sexy anche da cadavere. Per Scraps, il simpatico cane scheletro, è bastato solo un giorno, cosa che "a Hollywood sarebbe impossibile", come ha spiegato Carlos Grangel nell'intervista esclusiva a Movieplayer.it.

Dopo aver dato l'idea iniziale, Tim Burton non è intervenuto nella creazione dei personaggi e non ha mandato disegni, ma ha fatto fare tutto a Carlos Grangel, chiedendogli di disegnare molti personaggi che non erano nello script. Penalizzati sulla carta, gli oltre cinquanta personaggi secondari de La sposa cadavere hanno preso vita grazie a Grangel e Burton ha sposato in toto la sua creatività. "Su ottantadue personaggi creati, solo quattro avevano un problema: Tim voleva che il villain Lord Bittern avesse più pancia, e un personaggio non gli piaceva, così ha disegnato come lo voleva".
La "tortura" dell'animazione stop-motion

Una volta approvati i bozzetti, i progetti venivano inviati a Mackinnon & Saunders, azienda di Manchester che ha creato oltre 200 pupazzi per La sposa cadavere, necessari per il lungo e delicato processo che è la stop-motion. L'animazione a passo uno richiede un lavoro minuzioso di ricostruzione dei set dove ogni personaggio viene mosso manualmente catturando fotogramma per fotogramma. Il tutto per una paga nettamente inferiore a quella dell'animazione 3D, ma questi lavori vengono fatti "per soddisfare la propria creatività, non per i soldi", chiarisce Carlos Grangel, che ha preso parte all'impresa dando forma alle creature che popolano il grigio e tetro mondo dei vivi, e il vivace e gioioso mondo dei morti, dove si svolgono gli eventi de La sposa Cadavere.

Per realizzare 12 secondi di film servivano due mesi, ma il processo creativo è stato così coinvolgente e immediato da spingere Grangel e il suo team a inviare un flusso di proposte realizzate su carta dozzinale e perfino su cartone riciclato. "Per ottenere un disegno bello facciamo tanti disegni brutti" chiarisce Grangel. "Per noi la qualità è tutto, il 50% percento dei miei lavori lo butto per ottenere il meglio". Obiettivo raggiunto, ne La sposa cadavere, grazie alla fiducia e alla libertà concesse da Tim Burton.

Qualità elevata, coronata da un Oscar per il miglior film d'animazione, verrà raggiunta da Grangel nella successiva collaborazione con Guillermo del Toro per il suo Pinocchio di Netflix, di cui il creativo mostra un bozzetto realizzato direttamente su una tavoletta di legno. "Del Toro l'ha trovata una grande idea, ma si è mangiato le mani perché non era venuta in mente a lui. Era un po' geloso. A differenza di Tim Burton, lui vorrebbe fare tutto e occuparsi di ogni aspetto. Lo avrete già capito, lavorare con Tim per me è stato più divertente".