Lo avevamo incontrato respirando l'aria di mare di Pescara al Cartoons on the Bay, lo ritroviamo qualche anno dopo nel verde di Villa Borghese. Che piacere incontrare, di nuovo, Carlos Grangel, uno dei più grandi _character design della storia del cinema d'animazione. Dopo un aperitivo è subito pronto a concederci l'intervista esclusiva promessa e organizzata dall'Extra Tour che lo ha portato a toccare varie città italiane, fino a Firenze.

Proiezioni speciali, firmacopie, masterclass e incontri con professionisti del settore, studenti, pubblico. "Tutti insieme per la prima volta, per quanto mi riguarda" come ci racconta. L'occasione? Il 20° anniversario de La sposa cadavere di Tim Burton e Mike Johnson, secondo lungometraggio in stop-motion del regista di Burbank e una delle storie più romantiche dell'animazione, secondo il suo stile unico ed inimitabile. Il pretesto perfetto per fare insieme a lui un viaggio nei ricordi.
La sposa cadavere 20 anni dopo: è ancora intatta la magia
Carlos Grangel insiste (per la seconda volta) a fare l'intervista in italiano e non in inglese, "per fare pratica". In fondo la moglie è veneziana: "L'Italia per me è la culla dell'arte. Ho lavorato con tanti italiani nella mia carriera, sono in vari Studios d'animazione in giro per il mondo".
"A riguardare oggi la pellicola - mi è successo a Barcellona, dove ha registrato il pienone, oltre che qui in questi giorni), è ancora un capolavoro. Se non è il mio film preferito tra quelli a cui ho lavorato, è sicuramente nella Top 3. Dopo la collaborazione con Tim Burton (e Mike Johnson), mi sono ritrovato a comparare tutte le successive con quella. Tim è un artista integrale, con una visione incredibile. Sa condividere e delegare".
Tra umani e animali
Gli animali hanno sempre guidato la carriera del disegnatore - pensiamo a Balto, Spirit, Madagascar, Kung Fu Panda - e anche qui c'è n'è uno, il cane di Victor, Scraps. "Fu un omaggio a Zero, il cane di Jack Scheletron in Nightmare Before Christmas. Come Emily è un omaggio a Sally e Victor a Jack. Li pensammo subito così, e fu facilissimo lavorare all'animale anche se era tutto fatto di ossa, tanto che fu approvato in una sola settimana. Il processo creativo di Tim Burton è energetico, è fluido, facile, incredibile. Forse è il miglior regista con cui lavorare perché ha il processo creativo più facile per gli artisti della troupe".

Un'altra particolarità de La sposa cadavere è che, un po' come farà Coco tanti anni dopo, nell'oltretomba è tutto colorato, mentre nel mondo dei vivi si prepara un matrimonio che sembra sostanzialmente un funerale. "Era la visione di Tim fin dal primo giorno ma questo vale ancora oggi se ci pensiamo (ride) con la politica internazionale in atto, è la gente a portare il colore. Noi abbiamo fatto tanti test insieme alla mia squadra, portando all'estremo i colori, da una parte non saturati dall'altra sì, grigio, bianco e nero. Poi l'abbiamo reso più stilizzato, alla Modigliani, alla Giacometti, volevamo essere più eleganti".

Altra caratteristica che salta subito all'occhio sono le silhouette dei personaggi, con la vita esile e corpo grosso: "In questo caso non è stato immediato ma un lavoro di ricerca. Un incontro di forme geometriche, se ci pensiamo un attimo". Due estremi che si incontrano anche in questo caso: "Ma quello è proprio il mondo di Burton. I suoi sketch ad acquerello sono bellissimi".
Viaggio nella memoria artistica
Ciò che Grangel si ricorda più di tutto è la grandiosità del set: "Si lavorava dentro la casa di Victor, e l'animatore entrava dentro l'abitazione. Merito della stop motion che possiede questa caratteristica artigianale. Puoi toccare tutto con mano, letteralmente, attraverso i pupazzi".

In una carriera che ha attraversato tutta l'animazione nelle sue forme e tipologie, oggi si parla tanto di intelligenza artificiale: "Se posso utilizzare quest'ultima per realizzare una scena del film, qualcosa che non puoi fare artigianalmente, se la facciamo in modo che sembri artistica, che si adatta al concept, l'accetto. Se è qualcosa che si fa solo per dire che è stata realizzata con l'IA, non mi piace, preferisco non usarla. Va usata come uno strumento più che come l'unica risorsa rimasta. Il lavoro tradizionale inoltre dà una soddisfazione umana, anche quella di sbagliare, di realizzare tante prove brutte per realizzarne una bella. E quindi imparare dai propri errori. Se Picasso fosse vivo sai cosa avrebbe detto dell'AI? Vaff**! (ride)"

In fondo molti registi oggi tornano alla stop-motion: "Piace tornare alla ricerca, alla cosa più difficile ma più appagante da fare. Ogni storia ha la sua tecnica d'animazione per raccontarla. Guillermo del Toro ha capito che per il suo Pinocchio serviva quella a passo uno. Tim invece l'ha sempre usata, ad esempio. Con La Sposa Cadavere non vincemmo l'Oscar che andò a Wallace & Gromit, ma l'Annie per il Miglior Character Design. Una soddisfazione personale".
Animazione ed empatia

Anche questo tour lascia inevitabilmente dei ricordi: "Si chiama Extra Tour perché è un'esperienza. Tanta stanchezza, tanti viaggi ma anche tanta felicità. Tutto concentrato in pochi giorni, così non diventa un decaffeinato (ride). Mi sono piaciute le connessioni con gli studenti e gli studios italiani, che portano un ricambio generazionale. Ho avuto anche l'onore e l'onere di essere il primo, di inaugurare il progetto. Non è la fine, ma l'inizio".
L'animazione del resto avvicina la creatività e anche la gentilezza, che sembra passata di moda: "È un linguaggio che avvicina le persone, che genera empatia. Mi sorprendo ancora che, oltre a _Corpse Bride, altri miei personaggi siano diventati i preferiti di qualcuno nel mondo. Lo trovo incredibile"_.
Verso il live action

Sta per uscire il live action di Dragon Trainer. Se ne annunciassero uno della Sposa Cadavere? "Non credo che Tim lo permetterebbe e non credo succederà mai. Personalmente non li amo molto, posso anche vederli ma poi preferisco tornare all'originale. Ho visto anche l'Alice in Wonderland di Burton. È una magia difficile da replicare con attori e location in carne ed ossa quella di _Corpse Bride. Tim si è espresso contro l'IA, più di me, io la vedo più come un nuovo strumento del mestiere. Ma non potrà mai sostituire il fattore umano"_.