The Lady In The Van: amici improbabili a Camden Town

Presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival, The Lady In The Van è una commedia dai contorni malinconici basata sulla storia vera di Alan Bennett, autore del lavoro teatrale dal quale il film prende vita.

Il teatro per il londinesi, che si tratti di un musical o di un dramma shakespeariano è una cosa seria. Una parte imprescindibile della vita culturale con platee presenti nella quasi totalità dei quartieri. Ce n'è uno in particolare, però, il celebre West End, che rappresenta una piccola isola felice per tutti gli amanti del palcoscenico incastonata nel cuore stesso della città, a due passi da Piccadilly Circus e Trafalgar Square. E per anni, proprio sulle assi di uno di quei teatri, il Queen's Theatre, è andato in scena, dal 1999, The Lady In The Van, pièce autobiografica scritta dal drammaturgo Alan Bennett e diretta da Nicholas Hytner, nominata al 2000 Olivier Awards come Play of the Year.

The Lady in the Van: Roger Allam e Maggie Smith in una scena del film
The Lady in the Van: Roger Allam e Maggie Smith in una scena del film

Ambientata in una via di Camden Town, il quartiere a Nord di Londra famoso per la scena punk rock, i pub e il mercato ricche di bizzarrie, la storia raccontata da Bennett si svolge in un arco temporale ben preciso, dal 1974 al 1989, mostrandoci un profilo molto diverso del quartiere, tutto villette a schiera e buon vicinato. Al centro della storia, approdata al cinema sempre per la regia di Hytner, c'è il rapporto di complessa e conflittuale amicizia tra lo scrittore, interpretato da Alex Jennings, e una senzatetto dal passato misterioso, Miss Shepherd (Maggie Smith). Un'anziana eccentrica e burbera che con il suo Van Bedford, dipinto di un giallo accesissimo, viveva per le strade del quartiere di Camden Town spostandosi di civico in civico, annullando il placido equilibrio borghese della famiglia di turno, fino a sistemarsi nel vialetto d'ingresso della casa di Bennett su suo stesso (forzato) invito.
E quella che doveva essere una sistemazione temporanea si è trasformata in una "convivenza" lunga quindici anni durante la quale il drammaturgo e l'anziana Miss Shepherd hanno vissuto un'amicizia complessa quanto imprescindibile, fatta di piccoli e grandi gesti, litigate e porte di casa o sportelli del furgoncino sbattuti alle proprie spalle durante una delle frequenti "divergenze".

Una pièce teatrale al cinema

The Lady in the Van: Roger Allam in una scena del film
The Lady in the Van: Roger Allam in una scena del film

Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, The Lady in the Van, tra i titoli di punta della sezione Festa Mobile del Torino Film Festival, nonostante le ottime prove attoriali, i passaggi riusciti e la fotografia "londinese" di Andrew Dunn, che conferisce all'immagine una patina fumosa illuminata dai colori accesi disseminati nelle varie inquadrature, risente troppo della natura teatrale dell'opera dalla quale prende vita e la regia di Nicholas Hytner non fa che confermarlo. Se da una parte decidere di adattare la pièce di Bennett per il grande schermo è stata un'ottima idea produttiva, visto il grande successo riscosso dal pubblico del West End, e l'idea di affidarne la regia a chi ne conoscesse approfonditamente il testo rientrava nella medesima economia di pensiero d'altro canto è pur vero che quello che ne scaturisce è un film troppo "rigido" nella sua messa in scena. La via residenziale di Camden Town nella quale vivono il drammaturgo e l'anziana senzatetto assomiglia quasi più ad una scenografia teatrale che non ad un set cinematografico. E, sebbene la sceneggiatura, curata dallo stesso Bennet, si sforzi di adattare la pièce per il grande schermo, il risultato finale appare troppo viziato dalla dimensione tipica dell'opera rappresentata sul palco. Quello che avrebbe giovato al copione sarebbe stato, senza dubbio, una maggiore audacia nel ripensare alla sceneggiatura e alla regia in chiave cinematografica, nonostante ci siano delle sequenze o degli escamotage narrativi del tutto godibile e brillanti.

Un'immensa Maggie Smith

The Lady in the Van: Maggie Smith in una scena del film
The Lady in the Van: Maggie Smith in una scena del film

Per interpretare l'eccentrica senzatetto con un carattere tutt'altro che mansueto, troviamo l'incredibile Maggie Smith, l'attrice premio Oscar che torna a vestire i panni di Miss Shepherd per la terza volta, dopo essere stata protagonista nel già citato adattamento teatrale del '99, che le valse la candidatura all'Oliver Award, e nella versione per Radio 4 del 2009. La Smith costruisce un personaggio complesso, burbero e, al tempo stesso, umanissimo, ironico e cinico, con un passato doloroso dal quale fugge. Un passato che lo spettatore conoscerà per intero solo sul finale del film insieme al drammaturgo, ma che il regista ci fa intuire grazie all'inserimento di brevi flashback o di indizi che inserisce con cadenza regolare nel corso della narrazione. L'attrice, forte di un'interpretazione reiterata nel tempo, è straordinaria nel dosare toni, gesti e sguardi di una donna colma di dolore e rimpianti che riuscirà, almeno alla fine della sua vita, a conoscere il calore umano e l'accettazione grazie ad un giovane drammaturgo spaventato all'idea di toccarla o troppo timido per chiederle del suo passato ma che, nonostante i suoi limiti emotivi, si prenderà cura di lei. Un'amicizia fondata sull'aiuto reciproco ma mai vissuto in una chiave sdolcinata o apertamente affettuosa, quanto piuttosto giocata su una comunicazione silenziosa.

Movieplayer.it

2.5/5