Ritorno al Marigold Hotel, la commedia dove l'età non conta

Il film è diretto ancora una volta da John Madden e interpretato da Judi Dench, Maggie Smith, Bill Nighy, Tom Wilkinson e Penelope Wilton. New entry del gruppo Richard Gere.

Di fronte alla parola sequel ci si pone spesso una domanda. Era veramente e assolutamente necessario? Il più delle volte la risposta è negativa, visto che il secondo capitolo non fa che allungare una narrazione già ampiamente conclusa nel tentativo di cavalcare un inaspettato successo al botteghino. E, purtroppo, questo è il caso di Ritorno al Marigold Hotel che, pur riportando in scena le atmosfere inaspettatamente goliardiche di una terza età in pensione più o meno volontaria in India, non può contare sulla vivacità e l'impatto ottenuto dal primo capitolo, nonostante il ritorno alla regia di John Madden.

Ritorno al Marigold Hotel: Richard Gere con Lillete Dubey in una scena del film
Ritorno al Marigold Hotel: Richard Gere con Lillete Dubey in una scena del film

Con lui ritroviamo anche gli ospiti storici, ossia la timida Evelyn(Judi Dench), l'ex giudice della Corte Graham(Tom Wilkinson), Jean (Penelope Wilton) e Douglas, la sempre pungente Muriel (Maggie Smith), Magde (Celia Imrie), costantemente alla ricerca di un marito, e Norman (Ronald Pickup), impregnato a riafferrare la sua giovinezza. All'appello, ovviamente, non manca nemmeno il giovane proprietario Sonny ne la bellezza di un luogo magico come la città di Jaipur.

Ritorno al Marigold Hotel: Judy Dench nei panni di Evelyn in una scena del film
Ritorno al Marigold Hotel: Judy Dench nei panni di Evelyn in una scena del film

Nonostante, però, l'applicazione del teorema "squadra che vince non si cambia" a risultare stanco è proprio l'andamento della vicenda, che non trova poi molti spunti in questa sorta di moderno e colorato Cocoon. Unico elemento di momentanea vivacità è l'arrivo improvviso di Richard Gere, capace ancora di suscitare gli entusiasmi delle signore e di regalare una delle battute migliori dell'intero film. Peccato che la magia duri giusto un attimo e che anche lui venga travolto dal ritmo stanco di una storia poco vitale, nonostante i suoi intenti.

I vecchi e i giovani

Ritorno al Marigold Hotel: Maggie Smith nei panni di Muriel, la co-proprietaria del Marigold, in una scena del film
Ritorno al Marigold Hotel: Maggie Smith nei panni di Muriel, la co-proprietaria del Marigold, in una scena del film

Dietro l'ironia, rappresentata in maniera pungente e sferzante da una meravigliosa Maggie Smith, si nasconde l'elemento portante di questo film, ossia il dialogo tra generazioni e il dovere degli anziani di offrire la loro guida per poi lasciare andare i più giovani. Un dialogo iniziato già in Marigold Hotel e che ora si mostra più chiaramente nel rapporto falsamente brusco tra una vecchia ex governante britannica e un giovane indiano affetto da logorrea e da ansia di successo. Non solamente i due riescono a superare le iniziali difficoltà razziali, non dimentichiamo infatti i pregiudizi di Muriel nei confronti delle persone di colore, ma si trasformano in soci in affari. In questo scambio costante di affetto, i vecchi offrono ai giovani un punto di vista più saggio e meno condizionato dalle ansie di realizzazioni, mentre questi ricambiano con una spinta vitale che riaccende una vita solo assopita.

Ritorno al Marigold Hotel: Tena Desae, nei panni di Sunaina, si prepara per il matrimonio in una scena del film
Ritorno al Marigold Hotel: Tena Desae, nei panni di Sunaina, si prepara per il matrimonio in una scena del film

Ed è proprio questo la sensazione che si avverte durante la visione. Ossia di assistere ad una commedia dai toni leggeri dal grande potenziale, ma costantemente in attesa di essere risvegliata da un certo torpore. A far ben sperare è un incipit scoppiettante che, facendo sfrecciare Sonny e Muriel su una decapottabile attraverso la storica Route 66, gioca molto sullo scoppiettante scontro verbale tra i due. Una promessa che sembra farsi sempre più concreta fino al loro ritorno in India. Qui la narrazione cambia il punto di vista e, spostandosi su tutto il cast, perde di intensità e ritmo fino a trascinarsi un po' stancamente in un finale dolce amaro.

La vita non ha età

Ritorno al Marigold Hotel: Judy Dench nei panni di Evelyn in una scena del film
Ritorno al Marigold Hotel: Judy Dench nei panni di Evelyn in una scena del film

Elemento fondamentale per una commedia ambientata in India è non farsi mai mancare una coreografia in perfetto stile Bollywood. Una regola che nemmeno il film di Madden poteva ignorare. Naturalmente ad essere coinvolti sono Sonny e la sua neo sposa con l'accompagnamento di tutti i suoi ospiti agè con in testa Judi Deca e Bill Nighy, ed in preda ad un rigurgito di giovinezza. Nonostante l'ovvietà di questa scena, però, il messaggio è dolcemente vitale, venato da un retrogusto di malinconia. Perché tra la giovinezza e la maturità esiste un abisso temporale e energetico troppo ampio da poter essere colmato ma, nonostante, questo la vita non smette di esistere fino a quando c'è tempo per trasformarla. Questo piccolo e scontato particolare, insieme alla prospettiva del cambiamento, percorre tutto il film. Da questo punto vista ogni singolo ospite, arrivato al Marigold per trascorrere gli ultimi anni della sua vita, si trova coinvolto in una terza possibilità. E' così che l'attesa diventa azione e la vita un gioco infinito di trasformazioni senza limiti. L'unico elemento ad avere un termine è proprio il tempo. E questo è un gran peccato quando si ha ancora desiderio di giocare.

Movieplayer.it

2.5/5