Operazione U.N.C.L.E. arriva al cinema ritoccato e rimaneggiato, con una lunga lista di modifiche in fase di produzione e altrettanti scossoni per quel che riguarda regista e cast. Doveva esserci Steven Soderbergh dietro la macchina da presa, così come George Clooney o Tom Cruise come attori protagonisti. Il rimbalzo di "no" che sembrava infinito, ha premiato alla fine Henry Cavill, co-protagonista insieme a Armie Hammer.
Dopo la doppietta Sherlock Holmes, è toccato invece a Guy Ritchie dirigere l'adattamento cinematografico della fortunata serie televisiva anni '60 Organizzazione U.N.C.L.E. (preferiamogli il titolo originale The Man From U.N.C.L.E, che poi è anche il titolo del film). Action dai forti accenti comedy, Operazione U.N.C.L.E. racconta una storia che si svolge durante il periodo caldo della Guerra Fredda, ma ribalta gli schemi con un'alleanza russo-americana (Hammer-Cavill) che non potrebbe coesistere e che infatti viene tenuta in vita solo da incessante ironia. Tutto il resto è azione.
Carisma, siparietti e doppi giochi
Benché in apparenza perfettamente fusi insieme, gli elementi d'azione e di commedia si estrapolano facilmente. Da una parte colpi di scena, doppi giochi, un'avvenente presenza femminile, interpretata da un'ambigua Alicia Vikander, sparatorie e una giostra di inseguimenti; dall'altra un continuo battibecco Usa vs Russia. Se la storia del film vuole tenere uniti i due protagonisti e quindi le due nazioni, è impossibile costringerli a volersi bene anche nella vita extra-lavorativa e ne esce una spassosa gara a chi è migliore dell'altro. Questo continuo siparietto diventa il leitmotiv del film, magari a volte un po' ridicolo, ma a cui il pubblico si abitua da subito e in breve tempo non può più farne a meno.
L'azione avvincente non basterebbe però da sola a tenere in piedi due ore di film. È il comparto tecnico, e in particolare un montaggio rapido, unito ad una regia frenetica, a dare quel tocco in più all'azione, quel tono frizzante che esce dall'apparente complessità della trama e si guadagna da solo una storia. E una storia a parte ce l'hanno anche i personaggi del film, carismatici come pochi a partire dai due protagonisti, forse vero valore aggiunto della pellicola. Esagerati, ma volutamente; seduttori della vita, come tutti gli agenti speciali devono essere, trasudano personalità e portano avanti la loro giusta causa, senza perdere di vista l'obiettivo finale. Spesso siamo nel campo dell'assurdo, come in ogni film d'azione che si rispetti, quasi al limite delle pallottole che colpiscono tutti tranne i protagonisti; ma il loro carisma ce li fa apparire pressoché immortali.
Ritchie Style?
La somiglianza con gli Sherlock Holmes targati Ritchie è evidente. Specie nei personaggi e nel loro essere senza macchia e senza paura. I protagonisti di Operazione U.N.C.L.E. sono modellati sullo stile dell'investigatore più famoso del Regno Unito, con la differenza che, interpretato lì da Robert Downey Jr., era ancora più riconoscibile. Proprio questa somiglianza con il recente Ritchie gli fa perdere il confronto con il passato. Di quel suo stile così caratterizzante che l'ha visto nascere ed esplodere con Lock & Stock - Pazzi Scatenati si è persa ormai ogni traccia. Se il tentativo di rimpiazzarlo si trova nel modello siparietto Stati Uniti-Russia, la strada ci sembra sbagliata in ogni senso. Più probabile che sia morto e sepolto per davvero, ma l'occhio abituato al Ritchie dei primi tempi, si sente costretto a tracciarne il confronto.
Operazione U.N.C.L.E. assomiglia troppo a Sherlock Holmes e troppo poco a quella commedia "sporca" e scorretta Ritchiana di fine anni '90, di cui Lock e Stock rappresenta ancora un punto inarrivabile. Non è per i nostalgici, ma è diretto benissimo, ha un'azione frenetica e livella tutti personaggi su un carisma difficile da trovare in giro. Aggiungete un pizzico di fascino per una buona parte del film girato a Roma, che fa più da cornice storico-politica per giustificare il periodo e avrete più di un motivo per dedicargli una visione.
Movieplayer.it
3.0/5