La prova: la storia vera dietro la serie Netflix

Merito del successo della serie Netflix va al caso di cronaca nera che l'ha ispirata e che è stato fondamentale per l'evoluzione dei metodi investigativi della polizia europea. Occhio agli spoiler!

Un'immagine de La prova.

Un bambino, figlio di immigrati, viene brutalmente ucciso in un parco mentre va a scuola. Poco dopo anche un'anziana insegnante per gli stranieri viene accoltellata perché aveva provato a soccorrere il piccolo. Infine c'è un'altra donna, unica testimone oculare, che per il trauma ha perso la memoria dell'accaduto.

La Prova Peter Eggers Scena Serie Tv Netflix
La prova. Peter Eggers in una scena della miniserie.

Una sequela di eventi che sembra incredibile ed invece è accaduta per davvero, ispirando La prova, la serie originale svedese Netflix che è salita immediatamente tra le più viste sulla piattaforma grazie all'elemento true crime della storia raccontata. In questo nostro speciale siamo andati alla ricerca della storia vera:attenzione agli spoiler!

La prova: il vero caso di cronaca nera svedese

Fin dal disclaimer iniziale viene esplicitata la veridicità del racconto, ricordando come questo sia stato il secondo caso più difficile, lungo e laborioso della storia svedese e, dalle premesse fatte, è facile capire perché. Aggiungiamo un elemento importante che è anche uno dei fil rouge della miniserie: nonostante all'apparenza possano sembrare collegate, quelle due vittime non avevano nulla in comune, così come la miracolosa sopravvissuta.

La Prova Peter Eggers Annika Hallin Scena Serie Tv Netflix
La testimone prova a ricordare quanto accaduto

Difficile quindi scovare un killer che non è esattamente seriale e non ha un modus operandi, una tipologia di obiettivo sacrificale, e così via. Difficile farlo senza gli strumenti adeguati e all'avanguardia di oggi (correvano i primi anni Duemila). Quello che per il responsabile delle indagini doveva essere un caso che avrebbero chiuso in un paio di giorni (anche perché le prime 48 ore sono cruciali in queste situazioni) si è rivelato dipanarsi per ben 16 anni fino al 2020.

Nella realtà il 19 ottobre 2004 nella cittadina di Linköping, in pieno centro, furono uccisi Mohamed Ammouri e Anna-Lena Svensson, rispettivamente di 8 di 56 anni, con un coltello a farfalla, ritrovato sul luogo del delitto insieme al cappello che indossava l'assassino, non lontano. Senza un riscontro nel database del dipartimento, però, c'era ben poco da fare se non chiamare a raccolta gli individui maschi tra i 15 e i 30 anni - l'età dell'omicida secondo gli psicologi forensi - per fare il test del DNA ed immettere così i loro dati all'interno della polizia. Si contano più di 5000 test effettuati e più di 7000 interrogatori nel corso degli anni per quello che, per i detective, diventa un'ossessione anche perché l'evento aveva ovviamente scosso la comunità. I nomi sono stati cambiati, ma non le dinamiche e il susseguirsi degli avvenimenti.

La svolta nella serie Netflix

La Prova Mattias Nordkvist Sequenza Serie Tv Netflix
L'esperto e appassionato di genealogia forense

The Breakthrough (come recita il titolo internazionale nonché del libro che l'ha ispirata) arriva solo nel 2020, quindi 16 anni dopo, quando a collaborare col dipartimento svedese arriva un genealogista, Peter Sjölund. Una di quelle professioni apparentemente inutili e viste con perplessità da colleghi e comunità. Per fortuna il responsabile del caso decide di dargli fiducia, anche perché ha davvero esaurito le cartucce in proprio possesso.

L'idea di Sjölund? Combinare il database della polizia con quello dei registri di nascita e morte nelle Chiese nazionali. L'incrocio di tre gradi di parentela doveva essere la chiave per rivelare l'identità del colpevole: contro ogni previsione, portò davvero all'identificazione dell'omicida, uno di due fratelli, Daniel Nyqvist, prontamente arrestato e subito reo confesso. Era il 9 giugno 2020 e nel frattempo l'uomo aveva vissuto in modo solitario, quasi aspettando di essere preso. Qualche anno prima, con un metodo analogo di raffronto del DNA, veniva catturato il Golden State Killer negli Usa. Questa invece era la prima volta in Europa.

La spiegazione del finale della serie true crime: il movente del colpevole

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Tempo di confronti

Anche sulle motivazioni che hanno spinto *Daniel Nyqvist+ a commettere il duplice omicidio sono fedeli alla realtà: l'uomo, confessando subito, disse per davvero che lo aveva fatto "per raggiungere la pace mentale". La miniserie inizia infatti con lui che di spalle digita al pc -"Devo uccidere"_. I morti dovevano essere due, per le voci nella sua mente: ecco perché quella che diventò la testimone oculare fu risparmiata - oltre che per il fatto che rimase pietrificata dalla paura dall'altra parte della strada, senza provare ad intervenire.

Classificato come psicotico, l'uomo ha ottenuto una pena detentiva psichiatrica a tempo indeterminato: l'accusa spinse per l'omicidio, non colposo, senza attenuanti di stato psicologico, e ritenne il risarcimento previsto alla famiglia di Mohamed di 350.000 corone svedesi, inadeguato. I due fratelli ne La prova sono cugini della giornalista (nella realtà Anna Bodin) che insiste a voler avere un'intervista esclusiva con il detective protagonista. Proprio lei deciderà di scrivere un libro insieme al genealogista: è accaduto davvero, dato che è proprio da quel volume (oltre che dalla storia vera) che è nata questa serie tv.

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La prova. Peter Eggers e Mattias Nordkvist in una scena della miniserie.

Quell'infausto ottobre 2004 Mohamed venne lasciato per la prima volta andare da solo a scuola, dato che conosceva il percorso ed era vicino: sarebbe stata anche l'ultima, e lo stesso accade sullo schermo ad Adman. I genitori non se lo perdoneranno mai, anche se la sorella maggiore sarebbe potuta diventare la seconda vittima dell'assassino. Il tragico evento non ha però separato la famiglia, come spesso accade: la coppia ha avuto una bambina due anni dopo e ha deciso di chiamarla come l'anziana che aveva provato a soccorrere il piccolo, proprio come nella serie (Gunilla al posto di Anna-Lena Svensson). Uno spiraglio di luce nel buio.