La musica su tutto
Johnny Cash è una vera e propria leggenda nella musica statunitense, l'uomo simbolo del country e non solo, in grado d'ibridare il più radicalmente statunitense dei generi con rock, blues, folk e molto altro. Nonostante il suo enorme talento e nonostante sia stato il punto di riferimento per colleghi come Dylan, Springsteen e molti altri, in Italia il suo nome è sempre stato misconosciuto, forse per quella diffidenza che nel nostro paese continua a circondare l'universo tutto americano del country. Ma ora, siamo pronti a scommetterci, il nome di Cash sarà presto sulle bocche di tutti, complice questo biopic firmato da James Mangold ed interpretato da Joaquin Phoenix nei panni del Man in Black e Reese Witherspoon in quelli dell'amore della sua vita, June Carter.
Walk the Line prende le mosse da poco prima l'inizio del celebre concerto che Cash tenne nel carcere di Folsom - da cui fu tratto uno dei suoi dischi più celebri, Johnny Cash At Folsom Prison - per subito raccontare in flashback tutta la vita d'artista fino a quel momento: dall'infanzia segnata dalla drammatica morte del fratello, ai primi passi nel mondo della musica, all'incontro con June Carter, fino al successo e agli eccessi di droga e alcool. Ritornato al punto di partenza, Folsom, il film poi prosegue col raccontare l'agognato matrimonio con la Carter e la pacificazione dell'animo del Man in Black.
Una struttura, quella del film di Mangold, che ricorda in qualche modo il Ray di Taylor Hackford, film col quale Walk the Line condivide anche molto altro: dal tono generale del racconto, vagamente agiografico, al fatto che, come Ray Charles fece con Ray e Jamie Foxx, anche Cash diede in prima persona il benestare al progetto e pare scelse personalmente Phoenix come protagonista (lo stesso pare fece la Carter per Reese Witherspoon). E ancora: Phoenix è protagonista di una ottima performance, cantando anche in prima persona tutti i brani del film, come fece Foxx in Ray, senza contare che entrambi i film si fanno (saggiamente) forti dell'ampio utilizzo della musica e che tutti e due si chiudono lasciando i loro protagonisti nel momento in cui sembrano aver ritrovato una certa stabilità, soprassedendo dal raccontare la parte finale della loro vita.
Ebbene, lungi dall'essere un'accusa di plagio, questo lungo elenco di similitudini serve per far capire come Walk the Line, pur film dignitoso, discretamente girato e ben recitato, sia però un prodotto sostanzialmente anonimo, la cui storia si mimetizza in mezzo a tante altre che sono state raccontate di recente e non. Nemmeno il focalizzarsi di Mangold sulla lunga e travagliata storia d'amore tra Cash e la Carter è una mossa utile da questo punto di vista: ancora una volta, anche Ray aveva fatto della vita sentimental-privata del suo protagonista una chiave di lettura della sua vita molto importante.
Di Walk the Line alla fine restano non più d'un paio d'interessanti idee di regia di Mangold, l'interpretazione a tratti fin troppo intensa e feroce di Phoenix e soprattutto la grande musica scritta da Cash. Ma nel complesso, più che il biglietto del cinema è allora utile andarsi a comprare un bel CD dell'uomo in nero.