La madre e la sirena
Gli occhi sono quelli di Diana, ma Diana ha due volti e due corpi: quello materno e sinuoso di Uma Thurman e quello sottile, diafano e sensuale di Evan Rachel Wood. La prima è una Diana adulta con un marito di successo e una splendida bambina, che però ancora paga lo scotto del trauma che le ha sconvolto la vita quando era al liceo; la giovane Evan è la Diana di allora, diciassettenne ribelle e tragicamente infelice. Il regista Vadim Perelman e lo sceneggiatore Emil Stern raccolgono lo spunto offerto dal romanzo The Life Before Her Eyes di Laura Kasischke per raccontare, utilizzando in maniera un po' pretestuosa la risonanza emotiva dei massacri scolastici come quello del liceo di Columbine, il conflitto tra una giovane donna, i suoi talenti, i suoi desideri e il mondo che la circonda.
Davanti agli occhi si sviluppa su due piani narrativi paralleli, e non lo fa in maniera esattamente impeccabile: sono presenti infatti elementi stranianti, incongruenze troppo palesi perché non venga percepita molto presto la loro funzione ai fini della risoluzione della trama. Il film preme sulla carica metaforica, e più che alla coerenza diegetica punta all'estetica: la fotografia di Pawel Edelman è splendida, e Perelman snocciola più di una inquadratura notevole per gusto cromatico ed efficacia, incorniciando i volti e valorizzando i magnifici colori della "duale" eroina.
In questa atmosfera fatata, cui contribuiscono in misura ingente anche le musiche del pluripremiato James Horner, si muovono infatti le due protagoniste, ma mentre la veterana Thurman appare spesso disorientata e incerta, la più giovane collega abbraccia il suo personaggio con incredibile sicurezza ed energia, confermandosi come uno dei talenti più fulgidi della sua generazione. Evan, sirena tormentata, è senza dubbio la cosa migliore di questo Davanti agli occhi, ed è un peccato che sia utilizzata per trasmettere un messaggio discutibile e fastidioso da cui - abbiate pazienza - per chi scrive è difficile prescindere.Movieplayer.it
2.0/5