La lista dei miei desideri, recensione: una storia d'amore madre-figlia per un comfort movie in piena regola

Adam Brooks scrive e dirige una commedia romantica classicissima su un rapporto che va oltre la morte. La struttura è altamente prevedibile, ma risulta comunque scorrevole e godibile, almeno per un pomeriggio sul divano. Su Netflix.

Sofia Carson in La lista dei miei desideri.

Quando si tratta di commedie romantiche, Adam Brooks è uno degli autori canadesi che se ne intende di più. Basti pensare al fatto che ha firmato, tra gli altri, titoli come gli adorabili French Kiss e Che pasticcio, Bridget Jones!, anche se, tra sceneggiature e regia, ha anche messo mano a pellicole che col romanticismo c'entrano poco come una sua versione di Cappuccetto Rosso e il bellissimo Beloved di Jonathan Demme.

La Lista Dei Miei Desideri Protagonista
Sofia Carson in La lista dei miei desideri.

La sua è esperienza importante che lo rende un professionista ideale a cui potersi affidare e a ben vedere La lista dei miei desideri è un pellicola che non solo è pienamente nelle sue corde, ma anche una prova che lo ha posto di fronte a sfide che ha già ampiamente superato. L'originale Netflix è innanzitutto una commedia romantica, poi è l'adattamento di un libro, nella fattispecie l'omonimo romanzo di Lori Nelson Spielman, e poi ha a che fare con il lutto.

Non l'abbiamo detto, ma Brooks ha già affrontato anche questa sfida nel film Verità apparente in cui una giovanissima Jordana Brewster partiva per un viaggio per svelare la verità dietro la morte di una persona a lei cara. Un defunto che guida, come quello della pellicola con protagonista Sofia Carson, che risulta però molto più canonico nel suo sviluppo, divenendo soprattutto "un film da divano". Formato non così alieno ai voleri dello streamer in rosso.

"La lista dei miei desideri l'ho persa tempo fa"

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Mamma Elizabeth.

Alexandra (Carson), anzi, Alex, è la terza di tre figli e l'unica femminuccia della famiglia. L'unica se non fosse mamma Elizabeth (Connie Britton), che è stata il faro della sua vita fin da quando era piccola. Il loro è un rapporto così speciale ed esclusivo da non permettere a nessuno di ficcarci il naso. Il tipo di relazione che hai con una persona solo nel momento in cui lei sa di te più cose di quanto ne sappia tu stessa.

Ovviamente questo vale più per Elizabeth nei confronti di Alex, il che è logico: una madre parte sempre avvantaggiata. La donna ha permesso alla figlia di rifugiarsi nell'attività di famiglia in un momento di grande sconforto personale, pur nella consapevolezza che questo fosse solamente un salvagente momentaneo. Peccato che questo non fosse stato capito anche da Alex, che se ne renderà conto nel momento più traumatico possibile.

La Lista Dei Miei Desideri Scena
I tre fratelli de La lista dei miei desideri.

Elizabeth è infatti malata da tempo e quando scompare lascia in eredità alla sua piccola un foglio che lei stessa, da bambina, aveva scritto e nel quale sono appuntati tutti i desideri che avrebbe voluto esaudire nella sua vita. Un foglio che però ha poi ha messo da parte. Il volere della mamma è che lei ricominci a spulciare la lista e solo se riuscirà (o meglio proverà) ad esaudirli tutti, allora potrà scoprire quale sarà il lascito a lei destinato.

Comfort movie in piena regola

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Alex che riscopre se stessa.

La storia d'amore che muove La lista dei miei desideri è quella tra madre e figlia. L'innesco della vicenda è sicuramente la scomparsa e l'elaborazione del lutto, ma tutto ciò che muove la struttura narrativa è la forza di un rapporto che neanche la morte può smorzare, tanto che il personaggio interpretato da Connie Britton continua a comparire spesso durante il minutaggio. Un funzionamento veramente molto simile al film di Adam Brooks sopracitato, anche per il sotto testo legato all'emancipazione, pur se lì c'era un lavoro sul giallo che qui manca.

Qui c'è, piuttosto, la classica trovata del viaggio che sconvolge e ribalta un'esistenza all'apparenza indirizzata, inteso come ricerca dentro se stessi, anzi, ricerca per trovare stessi. Il tipo di ricerca che per prima cosa permette di scoprire come si è dimenticato tutto di se stessi appena passata l'infanzia. Fortuna che le mamme sono memorie storiche e che ci vogliono così bene da non lasciarsi mai veramente. Il regalo che ci fanno è ricordarci sempre chi siamo.

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Il vero amore?

Fondamentalmente La mia lista dei miei desideri è tutto qui. Sofia Carson è una buona protagonista di un vortice sentimentale altamente prevedibile, ma comunque godibile per passare una domenica pomeriggio in tranquillità o una serata in cui si vuole sentirsi coccolati. A patto che si sappia fin da subito che non ci sarà nulla di sorprendente o di nuovo. Vecchia "scuola scheggia denti" direbbe qualcuno.

Conclusioni

Adam Brooks è l’uomo giusto al posto giusto per scrivere e dirigere La lista dei miei desideri, la più classica delle commedie sentimentali in cui i due coinvolti sono mamma e figlia. Il titolo Netflix è un film da divano godibilissimo, ma con una morale per nulla originale, non a caso esposta in bella vista sin da subito, e nessun vezzo di creare particolari sussulti allo spettatore. Tutto fila liscio, anche troppo, però fila abbastanza bene.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Un impianto godibile e ordinato.
  • Sofia Carson è una buona protagonista.
  • Un comfort movie in piena regola.

Cosa non va

  • La morale è sgamata da subito.
  • Non aspettatevi mezza cosa inaspettata.